Di Luca: "Abbiamo capito che il circuito non era sicuro"

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La maglia Rosa Danilo Di Luca ha parlato a nome del gruppo
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Il ciclista abruzzese dopo le polemiche sulla Milano-Show: "Sono stato io a parlare perché sono maglia rosa. C'erano macchine, spartitraffico, rotaie del tram". Ma il patron Zomegnan attacca: "Penso ci sia della premeditazione in quello che è accaduto"

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Danilo Di Luca ha difeso la scelta dei corridori, avallata dall'organizzazione, di fermare i tempi della nona tappa del Giro d'Italia per la mancata sicurezza del circuito cittadino di Milano. "Sono stato io a parlare perché sono maglia rosa - ha detto Di Luca - abbiamo fatto il primo giro e abbiamo capito che il circuito per noi non era sicuro. C'erano macchine, spartitraffico, rotaie del tram. Gli organizzatori ci hanno concesso di annullare il tempo e li ringraziamo. A quel punto noi uomini di classifica eravamo tutti d'accordo e non c'era nessun problema. Poi i velocisti hanno detto: perché voi non rischiate e noi dobbiamo rischiare? Allora a quel punto abbiamo deciso di fermarci e spiegare la nostra scelta pubblicamente. Poi comunque - ha aggiunto Di Luca – la volata è stata fatta, la corsa è stata fatta, abbiamo dato spettacolo come facciamo sempre".

Il corridore abruzzese ha ribadito che "era solo ed esclusivamente una questione di sicurezza. Il pubblico – ha sottolineato - alla fine ci ha applaudito per la maggior parte, anche se qualcuno fischiava, il pubblico capisce, penso che abbia capito. La tappa è stata fatta, noi vogliamo dare spettacolo ma vogliamo darlo in sicurezza". 

"Da due giorni rimbalzano sms critici nei confronti di questo circuito, che aveva superato l'esame della commissione tecnica ed aveva tutte le autorizzazioni. Penso ci sia della premeditazione in quello che è accaduto oggi". Lo ha detto Angelo Zomegnan, patron del 92/o Giro d'Italia di ciclismo, commentando, al termine della 9/a  tappa, la decisione dei corridori di procedere sottoritmo.

"I corridori avevano delle perplessità sul tracciato, che noi abbiamo condiviso - ha proseguito -. Se il circuito è stato percorso a 50 orari negli ultimi 3 giri, evidentemente non era poi così pericoloso. Quello che è accaduto oggi non è rispettoso nei confronti del Giro e neppure nei riguardi della gente di Milano".

"Evidentemente, invecchiando a qualche corridore si  accorciano le gambe e si allunga la lingua - ha concluso il patron della corsa rosa -. Ognuno di noi prenderà, comunque, trarrà le proprie conclusioni sui fatti di oggi".