Cuneo-Pinerolo, la tappa più lunga

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Il punto tecnico di GIAN LUCA DONATO sulla decima frazione: si torna a pedalare dopo la sosta. Sui quasi 15km del Moncenisio qualcosa deve succedere, anche perché gli ultimi 5 sono davvero duri

di GIAN LUCA DONATO



Ed ora si torni a pedalare. Auguriamoci che la tappa di riposo abbia fatto riflettere tutti i protagonisti della sciocca messa in scena di Milano; da una parte e dall'altra. Forse sarebbe il caso di parlarsi prima; molto prima.

Ma passiamo al Giro pedalato. Tappa più lunga di questo Giro del Centenario, che nelle intenzioni doveva celebrare l'impresa di Fausto Coppi nel 1949. Quel giorno il Campionissimo Coppi scalò da solo la Maddalena, il Vars, l'Izoard, il Monginevro ed il Sestriere arrivando in perfetta solitudine a Pinerolo con 11'52" su Bartali. Leoni finì lontanissimo, a quasi venti minuti, dietro Alfredo Martini, terzo.

Purtroppo problemi di permessi hanno costretto gli organizzatori a cambiare il percorso. Ma ci saranno tutti gli ingredienti per una tappa che potrebbe chiarire meglio alcune posizioni in corsa.La Colletta di Cuminano, non considerata un GPM, dopo 80km è un breve strappo impegnativo, e potrebbe favorire un primo attacco di un gruppetto, con alcuni gregari dei big al suo interno.

Sui quasi 15km del Moncenisio qualcosa deve succedere, anche perché gli ultimi 5 km sono duri, la discesa successiva impegnativa e poco spazio per recuperare prima di salire in due tranche verso Sestriere.
Ecco perché avere uno o due gregari in fuga può stimolare qualcuno a fare l'impresa. Un paio di gregari dei quali uno in grado di fare il passo in salita, almeno fino a Cesana (km 189). Da Susa a Sestriere ci sono infatti quasi a 45km di salita, più o meno impegnativa. E la tattica è fondamentale.

Fino ad Oulx si va di passo, con qualche strappatina che può far male. Poi falso piano (per 3/4km veramente "falso piano") fino a Cesana, dove cominciano gli 11 kilometri verso la Cima Coppi del Giro, posta a 2.035; abbastanza pedalabili, ma dove le gambe saranno già molto stanche. Ci potranno essere debacle invece di grandi attacchi. Se qualcuno riuscirà a scandire un passo "allegro" saranno diversi che pagheranno pegno.

E se si formerà il gruppetto giusto - corridori di alta classifica, magari con qualche gregario di lusso rimasto ancora in avanscoperta - lungo la infinita discesa verso Villar Perosa (244,8 km), potrebbe essere difficile rientrare. Ciliegina sulla torta il Colle del Prà Martino, una vera rasoiata a poco più di dieci kilometri dall'arrivo. Salita ripida con pendenze fra il 10ed il 12, e discesa ripida e tecnica fino a Pinerolo. Chi avrà ancora forse potrebbe fare un colpaccio.

Tappa tutta da gustare, soprattutto se qualcuno avrà fame di gloria, e avrà meditato nel giorno di riposo l'impresadaleggenda; come Chiappucci al Tour del 1992 quando vinse sul Sestriere la 13 tappa dopo 200km di fuga solitaria. A me piace quel ciclismo dove qualcuno rischia ma ha il coraggio di osare. Speriamo che gli uomini indiziati per la vittoria finale non facciano troppi calcoli pensando alla indecifrabile crono delle Cinque Terre. Se fosse così, meglioprendere la bicicletta e andare a fare un bel giro sul lago, anziché restare davanti al televisore.
Un nome per aprire le danze? Il mio amico Gibo Simoni.