Ivan si confessa: un Giro che guarda in basso e non a Basso

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Ivan Basso è molto pensieroso, mentre guarda alla Crono delle Cinque Terre e alla mancanza di montagne
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PIER AUGUSTO STAGI raccoglie le impressioni del varesino alla vigilia della cronometro che sconvolgerà la classifica: nelle Cinque Terre posso dare un senso al mio Giro, ma purtroppo ci sono poche montagne e troppe discese per i miei gusti...

di PIER AUGUSTO STAGI
direttore Tuttobici
da Arenzano (Ge)



Leipheimer si lecca le ferite e sente le gambe dure. "La tappa di Pinerolo per me è stata dura, ma nella crono delle Cinque Terre so che posso dare un senso al mio Giro". Carlos Sastre sembra essere tornato il fedele gregario di Ivan Basso: "Il favorito resta lui". Denis Menchov, non parla nemmeno, si nasconde, in una nube di vapore. Il vero pericolo è il russo.

Ivan Basso guarda la cartina. La gira e la rigira, nervosamente. "Non c¹è niente da fare, il Giro è questo  - dice mostrando un sorriso amaro -. Poche montagne, soprattutto pochi chilometri che puntano verso il cielo". In questo Giro capovolto, che stravolge la tradizione e la storia, il varesino è davvero il corridore più penalizzato. Lui avrebbe avuto bisogno di strade dolomitiche, lunghe e silenziose. Che salgono lente, facendo salire la frequenza del respiro e le sue quotazioni in una corsa che così com'è non lo vede per niente bene.

Alle Cinque Terre inizia un nuovo Giro, con una prova contro il tempo, per vedere chi ne ha di più. Le cronometro sono sempre una prova della verità, questa qui ancora di più. Non serve la bici da crono, non servono tante strategie: chi ha gambe e testa avrà la meglio. Signori si sale, oggi non si scherza neanche un po'. Chi perde il treno, da domani farà altro. Addio sogni di gloria. Chi avrà la forza e l'intelligenza di difendersi e attaccare, questi si che potranno sperare di arrivare in rosa sui Fori Imperiali.

Cronometro lunga, tortuosa, difficile. Con tanta salita, ma anche tante discese. "Sono quelle che mi fanno paura e che mi tengono in apprensione ­ ammette con il volto smunto Ivan -. Volevo un Giro che puntasse il cielo, invece guarda in basso", e non a Basso.

Il giovane Thomas Lovkvist sa che può riscattare la prova opaca di Pinerolo. Michael Rogers spera di non perdere l'occasione della vita. Christopher Horner e Joaquin Rodriguez, invece, se ne sono tornati a casa. Simoni, Pellizotti, ma soprattutto Marzio Bruseghin cercheranno un colpo d'autore. Il Giro comincia oggi, dopo dieci giorni di prove tecniche di trasmissione.

"Voglio pensare positivo ­ dice Ivan Basso -. Sento di avere una buona condizione, sento di avere una buona gamba e un ottima squadra. Alle Cinque Terre però ognuno dovrà fare da se, come se in questi dieci giorni si fossero fatte solo delle prove. Io parto in settima fila, non è male, mi sta bene, l'importante è mulinare i pedali per un ora e 20 con grande efficacia e soprattutto mantenendo una grande concentrazione. Bicicletta da strada, non da crono. Crono atipica, molto difficile, con continui cambi di ritmo. Tanta salita, e mi piace. Troppa discesa, e quello mi piace un po' meno. L'ho provata, la conosco molto bene. Due salite vere per un totale di 24 km. Centinaia di curve che ti costringeranno a rilanciare continuamente l'azione. Mille e 300 metri di dislivello. Una discesa finale per specialisti". Ivan è pronto a salire, ma ha paura a scendere.