Terza volata in pugno: è Mark Cavendish il re dello sprint

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Cavendish e la Columbia non si fanno più sorprendere e non ce n'è per nessuno
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GIOVANNI BRUNO rimpiange Mc Ewan ed elogia il britannico dell'Isola di Man: "Quando appaiono le maglie della Columbia ho quasi la sensazione di rivedere il magico treno della Saeco, il treno rosso di Mario Cipollini con Scirea, Calcaterra e Fagnini"

di GIOVANNI BRUNO



Ora non ci sono dubbi, o almeno solo per chi avesse avuto dei dubbi su chi fosse il re dello sprint. Mark Cavendish vince la terza volata e la vince con tanto vantaggio, la vince su Alessandro Petacchi, la vince alla grande, la vince con l’aiuto di una forte squadra.

Petacchi ha Di Luca e non la squadra. Petacchi fa tutto da solo, come riuscì ad uscire ed anticipare il britannico a Trieste e a vincere, senza il britannico a Valdobbiadene. Ora Cavendish e la Columbia non si fanno più sorprendere e non ce n'è per nessuno.

Petacchi, giungendo secondo ad una bicicletta, ha dichiarato “ho fatto una gran volata”. E' stato esposto di più al vento, si è preso a spallate e codate con Farrar, ha sgomitato con Davis ma con Cavendish francamente non c’è storia. E’ Più forte. Il suo treno è imprendibile, con Boasson Hagen e Renshaw come ultimi vagoni.

Quando appaiono le maglie della Columbia ho quasi la sensazione di rivedere il magico treno della Saeco, il treno rosso di Mario Cipollini con Scirea, Calcaterra, Fagnini... allora era senza storia come lo è oggi con Cavendish e compagni. Se poi l’inglesino, Cannonball, deciderà di abbandonare il Giro sarà un peccato ma gli strappi appeninici fanno male soprattutto a chi ha investito su di lui al Tour, in questo momento Mark Cavendish vale tanto oro quanto spinta in volata. A rivedere poi le immagini, sono assolutamente sterili ed inutile le polemiche per questi arrivi.

La cosa è assai semplice: passa un treno, veloce, velocissimo e sono in tanti a cercare di salirci sopra o almeno di accodarsi ed è normale e naturale che si sgomiti per trovare la meglio posizione... c’è chi ci riesce e chi no, e quel “chi no“ spesso protesta e nessuno ha treno di riserva che corra su altri binari.
Ha provato in qualche occasione la Garmin ma con risultati assolutamente negativi. Si rimpiange il bandito di tanti sprint, l’uomo sempre senza squadra ma rapace di ruote vincenti e scatti brucianti nel finale: Robbie Mc Ewan.

Ora con i velocisti accontentati e con già il pensiero di ritrovarsi da domani in gruppetti a lottare nel rientrare nei tempi massimi, dobbiamo aprire il capitolo maglia rosa. Prima tappa ad eliminazione…con gli ultimi due chilometri al 16%. Chilometri che lasceranno il segno, chilometri che daranno il primo scossone appenninico.

Si controlleranno in tre: Menchov in grande forma, Di Luca perfetto calcolatore, Leipheimer attendista. Pochi secondi in tre: e sono tre le giornate terribili con il finale di Monte Petrano. Fra di loro ci sono due guastatori Sastre e Simoni. Il primo vuole rientrare in classifica, il secondo vuole vincere tappe. Poi c’è il dilemma Liquigas tra Pellizzotti e Basso. Penso che intelligentemente, vista anche la cronometro appena disputata, si punterà su Pellizzotti, in stato di grazia. Per Basso si studia la condizione Tour de France.

Aggiungiamo il cocktail Rogers e Bruseghin, più battitori liberi e come mine vaganti Cunego con Armstrong, ma entrambi potrebbero aiutare i loro compagni di squadra. La bellezza del tutto come quella di scrivere anche stupidaggini, giocando su pronostici è quella di vedere il trittico di tappe prima dell’ultimo riposo. Nel vero senso della parola godersele: tanto faticano altri, noi guardiamo... anche rapiti.