Sua Tracotanza Sgarbozza, è lui il vero pensatore del Giro

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Gigggetto Sgarbozza è uno degli opinionisti Rai del Giro
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CRISTIANO GATTI continua la sua saga sui commentatori Rai della corsa. Il "Gigggetto" di Grottaferrata è libero di esprimere opinioni. Ma ha una sua folkloristica peculiarità: tratta a pesci in faccia i poveracci, è docile come un cocker con i potenti

di CRISTIANO GATTI
inviato de Il Giornale
da Faenza (RA)



E’ il vero personaggio del Giro. Più che altro, quello che per indole, atteggiamenti, lessico e gradazione alcolica meglio lo rappresenta: ma sì, è ovviamente lui, sua tracotanza Giggggetto Sgarbozza. Vittima di un evidente ed insostenibile complesso di inferiorità nei confronti degli altri ex corridori diventati opinionisti Rai (più o meno, un mezzo migliaio), quest’uomo ha deciso di giocarsi il tutto per tutto con interventi smodati e dinamitardi. Il suo ragionamento – chiamiamolo così – è chiaro: se dico cose sensate, nessuno mi nota e tutti quanti continuano ad ascoltare il duo Cassani-Martinello. Da qui, la nuova strategia di gara: puntare tutto sulle bischerate in libertà, sulla prima cosa che passa per il cervello (anche questo, chiamiamolo così).

Clamoroso l’attacco sul San Luca, a Bologna: complici le ideali condizioni climatiche, più o meno 40 gradi all’ombra, Giggggetto rompe tutti gli indugi e lascia partire le sue sventagliate. Nel mirino un obiettivo adeguato al suo livello: la Isd, squadra minore e semisconosciuta, accusata letteralmente di aver “vergognosamente e scandalosamente rovinato una tappa così prestigiosa”. La colpa della povera squadretta: aver provato a rompere la cappa ossessiva delle grandi mandando in fuga da lontano due uomini. E’ questo che genera nell’animo impetuoso di Giggggetto tutto il livore e tutto il disprezzo nel dopogara: “Tappe come questa devono essere vinte dai campioni”. Questo il suo dogma. E pazienza se così ragionando lui stesso, da corridore, non avrebbe dovuto vincere mai. Adesso lui sta dall’altra parte, e come tutti gli arrivati si è già dimenticato da dove viene.

Intendiamoci: il pensatore di Grottaferrata è liberissimo di esprimere opinioni e soprattutto di esporle nel modo più folkloristico, urlando come un venditore di totani al mercato del pesce. Ma c’è una cosa veramente insopportabile della sua strategia mediatica: tratta a pesci in faccia i poveracci, è docile come un cocker con i potenti. Tanto mostra i canini alla Isd, tanto è gentile e carino con le squadre di Armstrong, di Cunego e di Basso. E’ forte coi deboli e debole coi forti. Sul palco del “Processo”, Giggggetto tiene alta la luminosa tradizione degli Albertisordi nazionali. E naturalmente è questo, non altro, il segreto della sua carrierona dentro il dream team Rai. Fosse forte coi forti, sarebbe già a lavare le macchine.