Pergola-Monte Petrano Cagli, dove servono cuore e gambe

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La planimetria della 16.a tappa del Giro d'Italia (foto per gentile concessione di Rcs Sport)
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Il punto tecnico di GIAN LUCA DONATO sulla 16.a tappa del Giro del centenario: frazione chiave di questa corsa. Molto lunga (237 Km), accidentata e con una seconda parte terribile. L'aspetto tattico diventa fondamentale

di GIAN LUCA DONATO



Finalmente qualcuno si è mosso! L'azione di Basso e dell'indomabile Garzelli a Faenza penso davvero non rimarrà isolata, anche se forse non ha dato i frutti sperati. Ma è stata significativa e importante. Basso sulla distanza va molto più forte che sul tempo e sugli strappi brevi tipo San Luca. Oggi penso ci riproverà, magari combinando un altro attacco con Pellizzotti, ieri tranquillo nella pancia del gruppo dei primi. Di Luca ha provato sul finale del Trebbio a staccare Leipheimer in discesa, ma non ha funzionato. Piuttosto Menchov, ieri un po' abbandonato dalla squadra, ha invece trovato "occasionali" aiuti nel finale (ma saranno davvero occasionali?), ma la mancanza di una squadra potrebbe essere un punto debole in una tappa lunga e difficile come quella marchigiana. Ed anche Leipheimer non mi è sembrato particolarmente brillante. Che stia pagando una stagione particolarmente allegra?

Alla luce di tutto questo, la frazione marchigiana diventa un momento chiave di questo giro. E' lunga, molto accidentata, e con una seconda parte terribile. Se sarà successo poco o nulla nelle precedenti due frazioni, qui probabilmente salterà il banco. Farà ancora caldo e soprattutto ci saranno nelle gambe di tutti 15 tappe, velocità sostenute e 2 giorni di pesanti ondulazioni appenniniche. Dopo il monte delle Cesane, si arriverà all'attacco del Monte Nerone, dopo oltre 140 kilometri di mangia e bevi; quella tipologia di terreno, fatta tutta di ondulazioni, dove le gambe soffrono per i continui cambi di ritmo.

Questa è una salita veramente impegnativa; dal secondo kilometro non si scenderà mai sotto l'8% per 11 kilometri. Pendenza costante ma è già una prima occasione per forzare il ritmo; vedo bene la Liquigas in questa fase, con le sue seconde linee in grado di tenere alta l'andatura. Una breve pausa condita tuttavia dallo strappo di Candiano, e poi si attacca il Catria. E qui, dopo un tratto molto impegnativo tra il secondo e quinto kilometro, sono i 2 kilometri finali ideali per attaccare con decisione; qui la pendenza è vicina al 10% per cento e mancano 30 kilometri al traguardo. Chi si stacca qui ha l'occasione di rientrare, e forse sarà cosi; ma da Cagli potrebbero pagare salato il recupero perché l'erta finale non perdona.

Il monte Petrano è duro nei primi 5 kilometri, ma qui saranno tutti più o meno stanchi. Per le giornate precedenti, per il caldo, e soprattutto perché avranno percorso già 225km. Uno Smydt della situazione (Liquigas) potrebbe spianare la strada ad un attacco finale di un fondista alla Basso. Anche Menchov e Leipheimer sono adatti a questa frazione, ma per il primo pesa la mancanza di una squadra forte che lo supporta.

Le premesse per una giornata di grande ciclismo ci sono tutte. Vedremo come saranno le gambe dei favoriti dopo la dura giornata di ieri. Farà ancora caldo e qualcuno potrebbe pagare soprattutto se le squadre Rabobank e LPR non saranno all'altezza di supportare i propri leader. La Liquigas attaccherà; non può far altro ormai. Troverà anch'essa importanti aiuti. Occhio a Carlos Sastre; il vincitore dell'ultimo Tour è in grande crescita, ed è uno straordinario fondista, esperto e tatticamente molto accorto.

Forse capiremo se la decisione degli organizzatori di pianificare le frazioni decisive del Giro in Appennino è stato un azzardo oppure si è rivelata vincente. Oggi serviranno gambe e cuore, ma l'aspetto tattico è fondamentale, anche nel caso di un attacco da lontano. Staremo a vedere.