La mamma di Pantani: riapra l'inchiesta, l'hanno ucciso

Altri Sport
L'asfalto di tante imprese ricorda il Pirata, morto cinque anni fa per droga. La mamma non si rassegna
scritta_strada_pantani_548x345

Ciclismo. Tonina, la madre del Pirata morto 5 anni fa, si sfoga: "Chiedo di riaprire l'inchiesta sulla morte di mio figlio. La verità potrebbe essere molto vicina: lui ha lasciato scritti con nomi e cognomi". Intanto, l'Uci allunga la squalifica a Riccò

COMMENTA NEL FORUM DEL CICLISMO

TUTTI GLI ARTICOLI SUL TOUR 2009

RIGUARDA LO SPECIALE GIRO D'ITALIA

"Chiedo di riaprire l'inchiesta sulla morte di mio figlio. La verità potrebbe essere molto vicina". Così Tonina Belletti, madre di Marco Pantani in un'intervista che sarà pubblicata sul settimanale Vivo in edicola da domani. La madre, secondo un sunto diffuso dal periodico, racconta che "Marco ha lasciato degli scritti in cui fa nomi e cognomi" e lancia accuse: "E' stata la fidanzata Christine a fornire a Marco la droga. Se è vero, come c'è scritto lì, che era lei a dargli quella roba, mi sono sentita in dovere di andare dal procuratore e di farglielo vedere".

Tonina Belletti punta il dito anche contro il giro di scommesse clandestine: "Anche in Procura ho messo in evidenza soprattutto quello che ha detto Renato Vallanzasca, il boss della Comasina, quando in carcere venne invitato da un amico,  pochi giorni prima di Madonna di Campiglio, a scommettere sul vincitore del Giro, che sicuramente non sarebbe stato Pantani".

La madre non ha dubbi: "Ho manifestato sempre la mia convinzione che mio figlio sia stato ucciso, che fin da Campiglio ci fosse un complotto contro di lui, e le tante  mancanze nelle indagini sulla sua morte fanno pensare ad una  leggerezza, se non ad una manchevolezza". A Vivo la donna dice anche che ad influire sulla morte del figlio "probabilmente furono anche le cattive amicizie, che lo spinsero verso la droga e a isolarsi negli ultimi giorni di vita nel residence dove fu poi trovato morto. Gli hanno detto di prendere queste cose perché gli facevano bene. Poi è finito  nel tunnel e non è riuscito più ad uscirne".

Riccò, squalifica allungata
- Intanto l'Unione ciclistica internazionale ha deciso di allungare la squalifica di Riccardo Riccò di quattro mesi. Riccò era stato trovato positivo al Cera (Epo di ultima generazione) durante il Tour de France del 2008 ed era stato squalificato dal Coni a 24 mesi. L'esclusione dalle gare era stata ridotta poi da 24 a 20 mesi dal Tas lo scorso marzo. Ora, con la decisione dell'Uci, la squalifica   torna a 24 mesi e si concluderà il 17 luglio 2010.  Avverso la decisione dell'Uci Riccò potrà fare ricorso al Tas