Influenza A, è allarme: vaccinare tutti gli azzurri

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Lo sport gioca d'anticipo contro la pandemia e a spiegare la tattica è il direttore dell'Istituto di medicina del Coni, professor Carlo Tranquilli: la possibilità di contagio per gli atleti è molto alta sebbene abbiano le difese immunitarie. LA GALLERY

"E' opportuno che tutti i giovani atleti compresi nelle fasce di età segnalate dal ministero della Salute e in generale gli azzurri delle squadre nazionali vengano vaccinati contro il virus dell'influenza A".

Lo sport gioca d'anticipo contro la pandemia e a spiegare la tattica è il direttore dell'Istituto di medicina del Coni, professor Carlo Tranquilli. "D'altra parte - aggiunge - la possibilità di contagio per gli atleti è molto alta, sebbene gli sportivi abbiano le difese immunitarie più forti".

"Però, durante gli allenamenti molto intensi, o le competizioni, quando lo sforzo è maggiore - aggiunge - si può registrare un calo delle difese immunitarie; a quel punto anche  il fisico di un atleta diventa molto suscettibile". Le possibilità di contagio dipendono da molto fattori.  "Finora, il virus non si è esteso molto, perché non è ancora arrivato il freddo. Le possibilità di contagio sono simili a quelle di un raffreddore, quindi molto elevate", prosegue Tranquilli. "Per gli atleti consigliamo la vaccinazione, perché viaggiano in gruppo - spiega il medico - e adesso ci stiamo  premunendo anche in vista delle Olimpiadi invernali che si disputeranno a Vancouver, dove gli atleti dovranno arrivare in condizione di sicurezza".

Per le situazioni di assembramento, tipiche delle manifestazioni sportive, infine, Tranquilli spiega che "il  tifoso corre più rischi sull'autobus per andare allo stadio che non nello stadio stesso, perché è un luogo all'aperto. Però, se la pandemia dovesse diffondersi parecchio, il problema principale saranno i luoghi di lavoro e le scuole. Il ministero prenderà provvedimenti in questo senso".

Anche il calcio in allarme - "Sicuramente il mondo del calcio può essere investito dal problema dall'influenza A". Niente allarmismi, ma meglio preoccuparsi del problema. Così la pensa Enrico Castellacci, responsabile medico della Nazionale azzurra  che a Coverciano sta preparando il doppio impegno con Georgia e Bulgaria, valido per le qualificazioni ai Mondiali del 2010, in Sudafrica. Proprio in ottica Coppa del Mondo, ma non solo, Castellacci si pone il problema "influenza A".

"E' un fenomeno sociale, c'è tanta commistione tra i giocatori, per questo è un pensiero che abbiamo - spiega Castellacci ai microfoni di Sky Sport 24 -. Cercheremo di trovare quelle soluzioni che possono diminuire il problema. I consigli che in questo momento diamo sono a livello generale, di igiene e pulizia, il discorso dei vaccini, invece, lo valuteremo al momento opportuno e con le autorità competenti".