Golden League: jackpot a Bekele, Isinbayeva e Richards

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I vincitori del jackpot della Golden League 2009: Kenenisa Bekele, Yelena Isinbayeva e Sonia Richards
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Nella tappa conclusiva a Bruxelles i 3 atleti s'impongono rispettivamente nei 5000, nel salto con l'asta e nei 400 completando la serie di vittorie che permette loro di aggiudicarsi il jackpot. Bolt protagonista nei 200 con 19.58, Powell batte Gay nei 100

Tutto secondo pronostico: Sonia Richards, Yelena Isinbayeva e Kenesisa Bekele si sono spartiti la torta da un milione di dollari messa in palio a Bruxelles per i vincitori di tutti i 6 meeting della Golden League. Tra i tre pretendenti al jackpot chi ha impressionato di più, in uno stadio Re Baldovino gremito in ogni ordine di posti, è stato però il solito Usain Bolt: il pluricampione giamaicano, fuori dalla corsa per il bottino finale, ha illuminato la pista vincendo i 200 metri con uno straordinario 19"57, terzo tempo di sempre (suo il record del mondo con 19"19 stabilito a Berlino) e ottenuto con una 'frenata' negli ultimi venti metri.

Dei tre vincitori del jackpot la migliore, in termini di prestazione, e stata la statunitense Richards: partita rapidissima, ha fermato il cronometro a 48.83, miglior tempo dell'anno e record del meeting ad appena 13 centesimi dal suo primato personale. Vittoria al cardiopalma invece per l'etiope Bekele, che non è riuscito a liberarsi della concorrenza di Imane Merga, Vincent Chepkok, Abdosh Alì, Joseph Ebuya e Matt Tegenkamp. Alla fine il re del mezzofondo è riuscito a mettere tutti in fila con un buon 12:55.31, ma tutti e sette sono comunque finiti sotto i 13 minuti. Copione totalmente diverso per la Isinbayeva, che ha avuto vita assai più facile. Alla russa è bastato un salto da 4 metri e 70 al primo tentativo per avere in tasca la vittoria. Poi ha avuto il tempo di provare a migliorare il suo record mondiale di 5.06 realizzato a Zurigo lo scorso 28 agosto, ma i tentativi a 5,07 sono falliti.

Ma i 50 mila accorsi allo stadio Re Baldovino erano tutti per la stella dell'atletica, Bolt. Arringa iniziale tra mosse di breakdance e mimica inconfondibile, il pubblico trattiene il fiato per tutti i 19"57 con cui, con vento nullo, una partenza non fulminea ed il rettilineo finale affrontato a passeggio, Bolt va a prendersi i 200. Quanto basta per abbattere chiudere con 62 centesimi di vantaggio sul secondo, lo statunitense Wallace Spearmon. E Giamaica ancora sotto i riflettori anche sui 100 metri con Asafa Powell che parte forte, resiste al ritorno di Gay e lo supera di un decimo: 9.90 contro 10 netti dell'americano con 0,4 di vento contrario.

Quanto all'Italia, quarto posto per Elisa Cusma negli 800 con 1:59.75 in una gara vinta dalla statunitense Anna Willard. Quinta invece Antonella Di Martino, con 1,94, in un salto in alto femminile non eccelso, vinto dalla croata Blanka Vlasic che è riuscita a superare i 2 metri al primo tentativo, per poi sbagliare tre volte a 2.02.

In una serata fresca, bagnata a tratti da una leggera pioggia, è caduto anche un vecchio record del mondo detenuto ancora dalla Repubblica Federale tedesca, quello della staffetta 4X1.500 metri. I kenioti William Biwott, Gideon Gathimba, Geoffrey Rono e Augustine Chogo hanno corso i sei chilometri in 14:36.23, abbassando il 14:38.80 fatto registrare nel lontano 1977 dalla Germania Ovest. E dire che mancavano anche i fortissimi Asbel Kiprop e Haron Keitany. Con questo meeting di Bruxelles, segnato ancora una volta dal fenomeno Bolt, la Golden League va definitivamente in pensione, dall'anno prossimo spazio alla Diamond League in 14 tappe distribuite su 3 continenti.