Usain Bolt: "Dopo l'atletica il calcio"
Altri SportIl fuoriclasse giamaicano cerca altre sfide dopo aver dominato nell'atletica leggera. Prima un ultimo strabilitante record, poi abbandonerà il tartan per il rettangolo verde, alla ricerca di nuovi record da abbattere. Ma non tutti sembrano approvare...
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Ancora quattro anni nell'atletica leggera, per poi diventare un calciatore professionista. Sono questi i piani di Usain Bolt. Tra gli obiettivi immediati del ventiquattrenne giamaicano, correre i 100 metri in 9.4 secondi, dopo aver fissato il nuovo record mondiale in 9.58 lo scorso anno a Berlino. Poi, una volta chiuso con l'atletica, allenarsi per trovare una squadra dove poter dimostrare le proprie qualità. "Sono un buon calciatore, un centrocampista di attacco o difesa -ha dichiarato Bolt-. Posso avere ancora quattro anni di successi se mi alleno bene, ma una volta smesso non mi dispiacerebbe una carriera da calciatore. Vedo molte partite in tv, e penso che potrei giocare anche io. Magari troverò una squadra di medio livello che crede in me".
Ma se l'idea può suggestionare i tifosi, gli addetti ai lavori si dimostrano freddi, se non proprio ostili, alle idee del campione giamaicano. "Bolt non faccia lo spaccone. Piuttosto si dedichi ai 400 come fece Mennea, se ha bisogno di nuovi stimoli". Sono queste le parole del professor Carlo Vittori, ex preparatore atletico di campioni come Mennea e Baggio, contrario a un eventuale passaggio di Bolt nel mondo del pallone. "Non glielo consiglio proprio, anche perchè non giocherebbe certo in una squadretta. Potrà fare altri sport, ma non il calcio. Poi, se è vero che ha problemi al tendine d'Achille, il calcio è lo sport meno indicato per lui". L'obiezione di Vittori non si limita al carattere squisitamente tecnico. "Se Bolt cambiasse sport perderemmo lo spettacolo che ci regala ogni volta che corre in pista".
"Per giocare a calcio -aggiunge Vittori-, ci vuole un'abilità tecnico-tattica e non sono d'accordo con quegli allenatori che dicono che con la preparazione fisica si può far tutto. Non capisco questa fuga di Bolt -conclude Vittori-, perchè non si possono superare certi limiti".
Ancora quattro anni nell'atletica leggera, per poi diventare un calciatore professionista. Sono questi i piani di Usain Bolt. Tra gli obiettivi immediati del ventiquattrenne giamaicano, correre i 100 metri in 9.4 secondi, dopo aver fissato il nuovo record mondiale in 9.58 lo scorso anno a Berlino. Poi, una volta chiuso con l'atletica, allenarsi per trovare una squadra dove poter dimostrare le proprie qualità. "Sono un buon calciatore, un centrocampista di attacco o difesa -ha dichiarato Bolt-. Posso avere ancora quattro anni di successi se mi alleno bene, ma una volta smesso non mi dispiacerebbe una carriera da calciatore. Vedo molte partite in tv, e penso che potrei giocare anche io. Magari troverò una squadra di medio livello che crede in me".
Ma se l'idea può suggestionare i tifosi, gli addetti ai lavori si dimostrano freddi, se non proprio ostili, alle idee del campione giamaicano. "Bolt non faccia lo spaccone. Piuttosto si dedichi ai 400 come fece Mennea, se ha bisogno di nuovi stimoli". Sono queste le parole del professor Carlo Vittori, ex preparatore atletico di campioni come Mennea e Baggio, contrario a un eventuale passaggio di Bolt nel mondo del pallone. "Non glielo consiglio proprio, anche perchè non giocherebbe certo in una squadretta. Potrà fare altri sport, ma non il calcio. Poi, se è vero che ha problemi al tendine d'Achille, il calcio è lo sport meno indicato per lui". L'obiezione di Vittori non si limita al carattere squisitamente tecnico. "Se Bolt cambiasse sport perderemmo lo spettacolo che ci regala ogni volta che corre in pista".
"Per giocare a calcio -aggiunge Vittori-, ci vuole un'abilità tecnico-tattica e non sono d'accordo con quegli allenatori che dicono che con la preparazione fisica si può far tutto. Non capisco questa fuga di Bolt -conclude Vittori-, perchè non si possono superare certi limiti".