Roberto Cammarelle racconta "Fino all'ultimo round"
Altri SportL'INTERVISTA. Sei mesi sotto l’occhio delle telecamere: in 10 puntate la docu-fiction svela desideri, sogni e passioni della Nazionale Italiana di Pugilato. Su FX (canale 119 di Sky) dal 15 ottobre. LE FOTO E IL VIDEO DEI PRIMI 20 MINUTI DELLA SERIE
"Fino all'ultimo round", ecco i primi 20 minuti
Guida tv: Fino all'ultimo round così su Fx (Sky canale 119)
di Andrea Bassi
Dire che Roberto Cammarelle come pugile è un "dilettante" può far sorridere. Ma è la verità. Non perchè non sia tanto bravo, naturalmente. Solo per ribadire il fatto che è uno di quelli che hanno deciso di passare la vita dentro a palestre sudate, saltando la corda e picchiando contro i sacconi appesi al soffitto, per amore di uno sport e nient’altro. Per amore del pugilato: la più antica arte marziale occidentale. E la cosa gli riesce anche bene, visto che ha già vinto una medaglia d’oro nella categoria dei pesi supermassimi alle Olimpiadi di Pechino 2008; per due volte la medaglia d’oro ai Giochi del Mediterraneo (Almeria 2005 e Pescara 2009); per due volte il Campionato mondiale dilettanti (Chicago 2007 e Milano 2009). E non ha intenzione di fermarsi qui.
Per sei mesi è stato seguito dalle telecamere durante il ritiro di Assisi, lui e i suoi compagni della nazionale Italiana Pugilato. Da questa esperienza è nata una appassionante docu-fiction: “Fino all’ultimo round”. 10 puntate che andranno in onda su FX (canale 119 di Sky). A partire dal 15 ottobre, tutti i venerdì alle 22.50. È un racconto vero, che coglie con sguardo inedito e autentico il lavoro di Francesco Damiani, ct della Nazionale Italiana, nella formazione e nella preparazione della squadra di giovani campioni che nei prossimi tre anni affronterà sfide decisive: i Campionati Mondiali del 2011 a Baku, in Azerbaijan, e le Olimpiadi di Londra del 2012.
"Avere per sei mesi le telecamere addosso è un'esperienza curiosa..." confessa il campione "all'inizio non puoi non vederle, sono sempre li... soprattutto nella prima fase, quella della conoscenza... Poi ti abitui e non ci fai più caso, diventano parte dell’ambiente. Comunque loro sono stati molto bravi e discreti, a volte quasi invisibili. Questo ci ha permesso di essere naturali... voglio dire, noi ci allenavamo, facevamo la nostra vita." Poi ha un ripensamento: "Ad essere onesti, forse un po’ di tensione in più durante gli incontri l’abbiamo avuta..." E di incontri, nell’arco della serie, se ne vedono molti. Come quelli preparatori organizzati in Irlanda, negli Stati Uniti e in Finlandia. Fino a quelli in Russia, prima per uno stage a S. Pietroburgo, e poi per i Campionati Europei a Mosca.
Cammarelle ricorda l’incredibile esperienza irlandese, conclusa con il ritiro della Nazionale per protesta. Un fatto senza precedenti: "Era un torneo amichevole, un dual-match... sostanzialmente una nostro tour in Irlanda che ci serviva da allenamento, e loro hanno iniziato a fregarci gli incontri!" Memorabili certi punteggi, non tanto scandalosi quanto irrealistici, con cui hanno perso non solo campioni del calibro di Picardi, Valentino, Russo, ma tutti gli altri pugili italiani. "Mai vista una tale mancanza di sportività! Gli abbiamo pure chiesto di mettere in giuria un giudice super partes ma loro non hanno accettato. Ripeto, non c’era niente in palio, erano amichevoli. Però poi rimane agli atti che un campione del mondo ha perso con un pugile irlandese... non so se mi spiego".
E poi il tour americano: "Negli USA, a Reno, abbiamo vinto 7 incontri su 11... Direi che è un risultato più realistico. Solo, si combatteva in un Casino, con il ring in mezzo ai tavoli, con la gente che giocava a carte, alla roulette... Ci sentivamo delle attrazioni, quasi dei figuranti. Lo so, in america tutto è intrattenimento... forse io sono un pugile vecchia maniera... però a me piace combattere dentro a un palazzetto dello sport!". "Per il futuro? Allenamenti, allenamenti e ancora allenamenti... Vedi, noi dilettanti ci alleniamo 11 mesi l’anno. E poi in quel mese di vacanza non è che ti puoi rilassare troppo, soprattutto con la dieta, perchè poi è faticoso ricominciare. Noi non siamo come i professionisti, che si allenano per un match in particolare, e poi possono scegliere quello successivo. Noi dobbiamo distribuire le energie, essere in forma per tutta la stagione...".
"Se mi sono sentito rappresentato in questo video? Penso proprio di si. Io non amo apparire ma quì è stato davvero tutto naturale. Voglio dire, non mi piace essere trattato come un personaggio: io sono una persona. E poi amo il mio sport, e in questa storia non si parla di Cammarelle ma del pugilato".
Guida tv: Fino all'ultimo round così su Fx (Sky canale 119)
di Andrea Bassi
Dire che Roberto Cammarelle come pugile è un "dilettante" può far sorridere. Ma è la verità. Non perchè non sia tanto bravo, naturalmente. Solo per ribadire il fatto che è uno di quelli che hanno deciso di passare la vita dentro a palestre sudate, saltando la corda e picchiando contro i sacconi appesi al soffitto, per amore di uno sport e nient’altro. Per amore del pugilato: la più antica arte marziale occidentale. E la cosa gli riesce anche bene, visto che ha già vinto una medaglia d’oro nella categoria dei pesi supermassimi alle Olimpiadi di Pechino 2008; per due volte la medaglia d’oro ai Giochi del Mediterraneo (Almeria 2005 e Pescara 2009); per due volte il Campionato mondiale dilettanti (Chicago 2007 e Milano 2009). E non ha intenzione di fermarsi qui.
Per sei mesi è stato seguito dalle telecamere durante il ritiro di Assisi, lui e i suoi compagni della nazionale Italiana Pugilato. Da questa esperienza è nata una appassionante docu-fiction: “Fino all’ultimo round”. 10 puntate che andranno in onda su FX (canale 119 di Sky). A partire dal 15 ottobre, tutti i venerdì alle 22.50. È un racconto vero, che coglie con sguardo inedito e autentico il lavoro di Francesco Damiani, ct della Nazionale Italiana, nella formazione e nella preparazione della squadra di giovani campioni che nei prossimi tre anni affronterà sfide decisive: i Campionati Mondiali del 2011 a Baku, in Azerbaijan, e le Olimpiadi di Londra del 2012.
"Avere per sei mesi le telecamere addosso è un'esperienza curiosa..." confessa il campione "all'inizio non puoi non vederle, sono sempre li... soprattutto nella prima fase, quella della conoscenza... Poi ti abitui e non ci fai più caso, diventano parte dell’ambiente. Comunque loro sono stati molto bravi e discreti, a volte quasi invisibili. Questo ci ha permesso di essere naturali... voglio dire, noi ci allenavamo, facevamo la nostra vita." Poi ha un ripensamento: "Ad essere onesti, forse un po’ di tensione in più durante gli incontri l’abbiamo avuta..." E di incontri, nell’arco della serie, se ne vedono molti. Come quelli preparatori organizzati in Irlanda, negli Stati Uniti e in Finlandia. Fino a quelli in Russia, prima per uno stage a S. Pietroburgo, e poi per i Campionati Europei a Mosca.
Cammarelle ricorda l’incredibile esperienza irlandese, conclusa con il ritiro della Nazionale per protesta. Un fatto senza precedenti: "Era un torneo amichevole, un dual-match... sostanzialmente una nostro tour in Irlanda che ci serviva da allenamento, e loro hanno iniziato a fregarci gli incontri!" Memorabili certi punteggi, non tanto scandalosi quanto irrealistici, con cui hanno perso non solo campioni del calibro di Picardi, Valentino, Russo, ma tutti gli altri pugili italiani. "Mai vista una tale mancanza di sportività! Gli abbiamo pure chiesto di mettere in giuria un giudice super partes ma loro non hanno accettato. Ripeto, non c’era niente in palio, erano amichevoli. Però poi rimane agli atti che un campione del mondo ha perso con un pugile irlandese... non so se mi spiego".
E poi il tour americano: "Negli USA, a Reno, abbiamo vinto 7 incontri su 11... Direi che è un risultato più realistico. Solo, si combatteva in un Casino, con il ring in mezzo ai tavoli, con la gente che giocava a carte, alla roulette... Ci sentivamo delle attrazioni, quasi dei figuranti. Lo so, in america tutto è intrattenimento... forse io sono un pugile vecchia maniera... però a me piace combattere dentro a un palazzetto dello sport!". "Per il futuro? Allenamenti, allenamenti e ancora allenamenti... Vedi, noi dilettanti ci alleniamo 11 mesi l’anno. E poi in quel mese di vacanza non è che ti puoi rilassare troppo, soprattutto con la dieta, perchè poi è faticoso ricominciare. Noi non siamo come i professionisti, che si allenano per un match in particolare, e poi possono scegliere quello successivo. Noi dobbiamo distribuire le energie, essere in forma per tutta la stagione...".
"Se mi sono sentito rappresentato in questo video? Penso proprio di si. Io non amo apparire ma quì è stato davvero tutto naturale. Voglio dire, non mi piace essere trattato come un personaggio: io sono una persona. E poi amo il mio sport, e in questa storia non si parla di Cammarelle ma del pugilato".