Dale Oen, il Vichingo buono che ha scelto il nuoto
Altri SportL'INTERVISTA. Il 25enne di Bergen, argento a Pechino nei 100 rana, è stato il primo norvegese a conquistare una medaglia olimpica in vasca: "Il re mi fece una grande festa. Tutti i miei amici giocavano a calcio o praticavano lo sci". LA GALLERY
Dale Oen, il fenomeno dei Fiordi: le foto
di Claudio Barbieri
Il Vichingo è il suo soprannome. Non la cartolina da visita ideale per uno che di mestiere fa il nuotatore e che vuole entrare definitivamente nel gotha dello sport come il primo norvegese a vincere una medaglia d'oro olimpica in vasca. Eppure Alexander Dale Oen è uno dei talenti più puri del nuoto contemporaneo.
Classe 1985, fisico da Vichingo (quello sì), Dale Oen ha già scritto un pezzo della storia del suo Paese vincendo l'argento nei 100 rana a Pechino 2008. Mai nessuno, nella terra dei Fiordi, aveva portato a casa una medaglia a cinque cerchi nel nuoto. Sulla stessa distanza vanta anche due ori Europei, a Eindhoven 2008 e Budapest 2010. Alexander vive e si allena a Bergen, città sul mare e seconda per estensione dopo Oslo, adora lo sci alpino, quello acquatico, la fotografia e i bus degli anni Sessanta.
Perchè hai scelto il nuoto?
"Quando ero piccolo c'erano due sport che mi piacevano: il calcio e il nuoto. Il mio fisico e la mia altezza mi hanno aiutato a scegliere il secondo."
Arrivi da un Paese dove la maggior parte delle persone si diletta negli sport invernali. E' stato difficile trovare delle strutture idonee al nuoto?
"Certamente non è stato semplice. In Norvegia ci sono dei limiti evidenti per chi vuole praticare nuoto: il problema sono le piscine aperte. I miei genitori, nonostante i molti km da coprire per andare ad allenarsi, non mi hanno mai impedito di proseguire. Ho cercato di ottenere il meglio da ciò che avevo: non ti puoi arrendere se ci sono delle limitazioni all'obiettivo che vuoi raggiungere".
Eri l'unico tra i tuoi amici a nuotare? E gli altri bambini che sport praticavano?
"In effetti c'eravamo solo io e mio fratello che praticavamo il nuoto. La maggior parte dei bambini giocava a calcio, lo sport più popolare. Gli altri invece praticavano quegli sport che sono più congeniali in Norvegia, come ad esempio lo sci".
A quanti anni hai cominciato a nuotare?
"A quattro anni mia madre mi domandò se volevo provare e io naturalmente dissi di sì. Da lì è partita la mia storia".
Quando hai realizzato che il nuoto poteva diventare il tuo lavoro?
"Quando avevo 11 anni ho cominciato ad allenarmi in modo serio. Ma ancora adesso faccio fatica ad interpretarlo come un lavoro. Sono fortunato di poter fare la cosa che più mi piace, e darò sempre il meglio di me per farlo in modo professionale".
Hai mai trovato il coraggio di tuffarti nel mare norvegese?
"Non è mica così difficile! Scherzi a parte, quando avevo 14-15 anni mi tuffai da una barca nel mare del Nord. Ero in mezzo al mare, non c'era assolutamente nulla intorno a me. Era molto profondo, il colore era nero. Era una situazione pericolosa, ma fortunatamente i miei amici mi ripescarono...".
Sei stato il primo norvegese a vincere una medaglia olimpica nel nuoto? Hai ricevuto particolari riconoscimenti nel tuo Paese?
"In Norvegia sono stati molto felici della mia medaglia, ma naturalmente là tutta l'attenzione è catalizzata dal calcio e dagli sport invernali. Certamente dopo quell'argento sono divenuto molto popolare. Incontrai la famiglia reale e tutti erano contenti della mia medaglia. Specialmente il re, Harald V, conosceva tutto della mia stagione, è stato un onore parlare con una persona così piacevole e disponibile".
Nella tua bacheca manca una medaglia d'oro. E' quello il tuo obiettivo per i prossimi Mondiali di Shanghai?
"Naturalmente. Darò il meglio di me stesso per ottenere questa medaglia. Devo cercare di andare il più veloce possibile in piscina: facendo così le mie possibilità aumenteranno".
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di Claudio Barbieri
Il Vichingo è il suo soprannome. Non la cartolina da visita ideale per uno che di mestiere fa il nuotatore e che vuole entrare definitivamente nel gotha dello sport come il primo norvegese a vincere una medaglia d'oro olimpica in vasca. Eppure Alexander Dale Oen è uno dei talenti più puri del nuoto contemporaneo.
Classe 1985, fisico da Vichingo (quello sì), Dale Oen ha già scritto un pezzo della storia del suo Paese vincendo l'argento nei 100 rana a Pechino 2008. Mai nessuno, nella terra dei Fiordi, aveva portato a casa una medaglia a cinque cerchi nel nuoto. Sulla stessa distanza vanta anche due ori Europei, a Eindhoven 2008 e Budapest 2010. Alexander vive e si allena a Bergen, città sul mare e seconda per estensione dopo Oslo, adora lo sci alpino, quello acquatico, la fotografia e i bus degli anni Sessanta.
Perchè hai scelto il nuoto?
"Quando ero piccolo c'erano due sport che mi piacevano: il calcio e il nuoto. Il mio fisico e la mia altezza mi hanno aiutato a scegliere il secondo."
Arrivi da un Paese dove la maggior parte delle persone si diletta negli sport invernali. E' stato difficile trovare delle strutture idonee al nuoto?
"Certamente non è stato semplice. In Norvegia ci sono dei limiti evidenti per chi vuole praticare nuoto: il problema sono le piscine aperte. I miei genitori, nonostante i molti km da coprire per andare ad allenarsi, non mi hanno mai impedito di proseguire. Ho cercato di ottenere il meglio da ciò che avevo: non ti puoi arrendere se ci sono delle limitazioni all'obiettivo che vuoi raggiungere".
Eri l'unico tra i tuoi amici a nuotare? E gli altri bambini che sport praticavano?
"In effetti c'eravamo solo io e mio fratello che praticavamo il nuoto. La maggior parte dei bambini giocava a calcio, lo sport più popolare. Gli altri invece praticavano quegli sport che sono più congeniali in Norvegia, come ad esempio lo sci".
A quanti anni hai cominciato a nuotare?
"A quattro anni mia madre mi domandò se volevo provare e io naturalmente dissi di sì. Da lì è partita la mia storia".
Quando hai realizzato che il nuoto poteva diventare il tuo lavoro?
"Quando avevo 11 anni ho cominciato ad allenarmi in modo serio. Ma ancora adesso faccio fatica ad interpretarlo come un lavoro. Sono fortunato di poter fare la cosa che più mi piace, e darò sempre il meglio di me per farlo in modo professionale".
Hai mai trovato il coraggio di tuffarti nel mare norvegese?
"Non è mica così difficile! Scherzi a parte, quando avevo 14-15 anni mi tuffai da una barca nel mare del Nord. Ero in mezzo al mare, non c'era assolutamente nulla intorno a me. Era molto profondo, il colore era nero. Era una situazione pericolosa, ma fortunatamente i miei amici mi ripescarono...".
Sei stato il primo norvegese a vincere una medaglia olimpica nel nuoto? Hai ricevuto particolari riconoscimenti nel tuo Paese?
"In Norvegia sono stati molto felici della mia medaglia, ma naturalmente là tutta l'attenzione è catalizzata dal calcio e dagli sport invernali. Certamente dopo quell'argento sono divenuto molto popolare. Incontrai la famiglia reale e tutti erano contenti della mia medaglia. Specialmente il re, Harald V, conosceva tutto della mia stagione, è stato un onore parlare con una persona così piacevole e disponibile".
Nella tua bacheca manca una medaglia d'oro. E' quello il tuo obiettivo per i prossimi Mondiali di Shanghai?
"Naturalmente. Darò il meglio di me stesso per ottenere questa medaglia. Devo cercare di andare il più veloce possibile in piscina: facendo così le mie possibilità aumenteranno".
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