Boot Camp, i marines del fitness estremo sbarcano in città

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Agosto 2011, Boot Camp in Parco Sempione - Milano (immagine dal sito bootcampbs.com)
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Diario di una giornata tra i "soldati metropolitani". Fanno la guerra, ma solo ai chili di troppo. Casalinghe, impiegati, manager, gente comune con un solo obiettivo: la forma perfetta. Si allenano nei parchi e in Italia sono ormai ovunque. FOTO E VIDEO

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di ALFREDO ALBERICO

Un esercito di ribelli e un nemico, subdolo, che prende l'avversario per la gola e poi lo lascia lì, solo, in balìa di chili di troppo e sensi di colpa. Nei Boot Camps, campi di allenamento ispirati a quelli dei marines Usa, c'è chi si prepara alla battaglia contro ciccia e calorie in eccesso. Nati negli Stati Uniti, sempre più diffusi in Italia (decine da Milano a Napoli), i Boot Camps reclutano gente comune per una specie di fitness estremo da praticare nei parchi cittadini. Capire qual è la molla che scatta nella testa e nei muscoli di casalinghe, impiegati o manager che partecipano ci ha spinto a mescolarci a loro. In Parco Sempione, nel cuore di Milano, abbiamo partecipato alla difficile missione.

Il reclutamento online
- Ci si "arruola" tramite internet: dal sito ufficiale si può selezionare città, data, ora, luogo dell'incontro e contribuire a formare la truppa. Il mio contatto è da subito Dorman Racines, istruttore e già personal trainer del programma Sky "Cambio vita, torno in forma". Colombiano di Bogotà, 43 anni, è lui ad aver importato il marchio dagli States. Per settimane ci scambiamo molte e-mail, necessarie a convincermi che uscirò indenne dalla prova. Non si sa mai.

Ore 7 del mattino, la prova bilancia - Fissato il giorno, l'appuntamento è alle 18.30. La mia preparazione inizia però dal mattino, dalla prova bilancia: 74,5 chilogrammi, dice il maledetto display. Un po' troppi per uno alto 170 centimetri. Ma i numeri del Boot Camp sono un incoraggiamento: 3-5% di riduzione della massa grassa è prevista nel programma semestrale. Senza stare a fare troppi calcoli, puntando tutto sull'ottimismo, penso di poter disintegrare almeno 500 grammi.

L'arrivo al Camp
- "Puoi vestirti come un soldato o come un fighetto che corre a Central Park. L'importante è che tu sia motivato", scrive Racines nell'ultima comunicazione. Scelgo un abbigliamento sobrio, ascolto musica per caricarmi a dovere e raggiungo il gruppo. Serata molto calda, ideale per le zanzare, ma qui ci si allena a prescindere dalle condizioni climatiche e dagli insetti più molesti.

L'allenamento - Si parte da un test: su una scheda viene registrato, esercizio dopo esercizio, lo stato di forma e fissati gli obiettivi di medio-lungo periodo. I metodi di allenamento, ovvio, non possono essere paragonati a quelli dei veri marines (guarda il video da You Tube), però da subito è chiaro quanto importante sia la predisposizione al sacrificio nell'affrontare percorsi, piegamenti, balzi e addominali. Servono 60 minuti per superare la prova, a me ne bastano 45' per inziare a boccheggiare.

Lo spirito di gruppo - "Training duro, durissimo, ma grande soddisfazione arrivare fino in fondo", si legge in uno dei tanti messaggi postati sul forum del Boot Camp. Vogliono una forma perfetta, certo, ma nella truppa contano soprattutto divertimento, disciplina e spirito di gruppo. E' per questo che lo sguardo dei partecipanti passa dalla "modalità sospettoso" a quella "forza, ce la puoi fare" in pochi attimi. Da giornalista molesto, come le zanzare, divento uno di loro. Tra strette di mano e pacche sulla spalla, l'andare via dà un sottile dispiacere.

Ore 7 del mattino, il giorno dopo - Un'impresa alzarsi dal letto. Come se non bastasse, arriva un sms del "sergente" Racines che suona come una sinistra profezia: "Tra un paio di giorni starai peggio...". Ancor prima della cucina per fare colazione, a me interessa raggiungere la bilancia. L'infame strumento stavolta mi sorride: 74 chili. Sissignore, missione compiuta!

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