Kitzbuehel, sulla regina delle piste Innerhofer 3° in SuperG

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L'azzurro Cristof Innerhofer in piena azione sulla leggendaria Streif
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Sotto la neve, ottima prova del velocista azzuro, che vola sulla Streif piazzandosi alle spalle di un irresistibile Svindal e dell'austriaco Mayer. Finisce fuori pista Marsaglia. Sabato in programma la classicissima discesa libera di Coppa del Mondo

Sulla leggendaria Streif di Kitzbuehel, accorciata rispetto alla classicissima discesa libera in programma sabato, il norvegese Aksel Lund Svindal (in 1'14''48) gusta un buon aperitivo conquistando il SuperG maschile davanti all'austriaco Matthias Mayer (1'14''61) e all'azzurro Cristof Innerhofer (1'14''88) . Matteo Marsaglia finisce fuori pista, ma senza alcun danno. Per il norvegese primo successo a Kitzbuehel, 20° in carriera e punti preziosi nella corsa per la coppa del mondo all'inseguimento di Marcel Hirscher.

Innerhofer ha reagito con grande carattere dopo che giovedì, nella terza prova cronometrata di discesa, era stato penalizzato per aver continuato la sua corsa dopo una caduta: nella libera dovrà partire come 46°. Innerhofer al traguardo del supergigante se l'è presa con i giudici Fis che secondo lui l'hanno penalizzato ingiustamente non dandogli ordini precisi su quello che doveva fare: "Devono vergognarsi".

Per l'Italia c'è anche un bel 7° tempo di Peter Fill in 1'15''46. Ha invece rischiato grosso come detto Matteo Marsaglia, n.1 dei supergigantisti azzurri, che ha molto pericolosamente inforcato una porta nel difficile passaggio della Hausbergkante ma è riuscito a non cadere. Si è gareggiato sui 2.150 metri della parte finale della Streif con cielo coperto, cinque gradi sotto zero e un leggero nevischio in quota. Il tracciato, con qualche curva più tecnica iniziale, è risultato poi filante e molto simile a quello della discesa. Il tutto con fondo compatto e qualche placca di ghiaccio.

"Vincere per entrare nella leggenda"
- Sabato va in scena, partenza alle ore 11,30, la classica discesa sui 3.312 metri della Streif, le previsIoni meteo sono buone. "Vincere sulla Streif di Kitzbuehel vuol dire entrare nella leggenda dello sci", ha spiegato il norvegese Axsel Svindal. Ma Svindal non è certo il solo ad essere affascinato dalla leggenda-Streif. Oltre a lui ci sono ovviamente tutti gli austriaci - per i padroni di casa vincere a Kitzbuehel è come una medaglia d'oro olimpica - ma ci sono pure gli azzurri che hanno le carte assolutamente in regola per tantare il colpaccio. Due tra tutti: Cristof Innerhofer e Dominik Paris. Il primo, dopo il trionfo di Beaver Creek, è reduce dallo strepitoso successo di una settimana fa a Wengen e dal terzo posto di oggi. Il secondo ha nel palmares la vittoria sulla Stelvio di Bormio a fine dicembre e una gran fame di altri risultati eccellenti.

Streif, quei passaggi micidiali - I 3.312 metri della Streif hanno passaggi micidiali, dalla Mausefalle (la trappola per topi) in cui ti butti nel vuoto senza sapere esattamente dove andrai a finire, alla HausbergKante, la grande curva secca a destra che precipita in una "S" secca dalla quale ci si immette, sarebbe meglio dire si precipita, nel vertiginoso schuss finale con salto tanto spettacolare quanto molto spesso pericoloso. Ma per arrivare a quel salto c'è prima una grande diagonale dove la forza centrifuga spinge verso valle e invece si deve restare più in alto possibile per aumentare ulteriormente la  velocità per il gran finale.

Ghedina e la sua spaccata - Sono attesi 50 mila spettatori lungo tutto il tracciato e con le televisioni di mezzo mondo collegate in diretta. L'Italia sulla Streif ha vinto solo una volta nel 1998 con Kristian Ghedina: una vittoria strepitosa e un spaccata in volo su salto finale da parte del campione di Cortina ad esaltare un pubblico austriaco che ancora lo adora per questo. Ghedina, del resto, sino a una settimana fa, e cioè sino alla vittoria di Innerhofer, era anche l'unico italiano ad aver vinto a Wengen. E dunque gli scaramantici che giocano con la cabala si aspettano un bis da parte dell'altoatesino.