La difesa di Pistorius: "Non volevo ucciderla, ci amavamo"
Altri SportL'udienza a Pretoria. Confermata l'accusa di omicidio premeditato, l'ex-campione - che rischia l'ergastolo - si difende: "Ero senza protesi e spaventato: ho sentito un rumore dal bagno e ho sparato". Seduta sospesa, si riprende domani
Il tribunale di Pretoria che esamina il caso di Oscar Pistorius, accusato di avere ucciso la fidanzata Reeva Steenkamp, ha aggiornato a domani alle 09:00 (le 08:00 in Italia) la seduta per decidere se potrà usufruire della libertà su cauzione.
La decisione del rinvio dopo la dichiarazione letta in tribunale dal legale di Pistorius, mentre l'atleta continuava a piangere: "Non ho voluto ucciderla, lo affermo nella maniera più categorica possibile", la posizione dell'ex-campione. "Non capisco l'accusa di omicidio premeditato. Io e Reeva ci amavamo alla follia", sostiene Pistorius.
I fatti, secondo Pistorius - La difesa dell'atleta (che dichiara di aver ricevuto minacce di morte in passato e di dormire con la pistola sotto al cuscino) continua con la ricostruzione dei fatti: "Mi sono alzato per chiudere la porta-finestra e ho sentito un rumore dal bagno. Ero senza le protesi e mi sentivo molto vulnerabile, ero terrorizzato. C'era buio nella stanza, pensavo ci fosse un intruso in bagno, ho usato la mazza da cricket per rompere la porta. Poi ho sparato dei colpi attraverso la porta del bagno e ho detto a Reeva di chiamare la polizia. Sono tornato a letto e ho realizzato che lei non c'era. Ho dato un calcio alla porta, ho provato ad aiutarla ma mi è morta tra le braccia. Dopo quello che è successo non me ne sono andato dalla stanza, sono rimasto fino all'arrivo della polizia. Sono una star dello sport internazionale, non eviterò il processo".
L'accusa - In mattinata, anche il presidente del Tribunale di Pretoria, Desmond Nair, aveva confermato il capo d'accusa per il quale è in carcere Oscar Pistorius: omicidio premeditato. L'ex campione rischia dunque l'ergastolo. In precedenza era stato il pubblico ministero, Nel Garrie, a ribadire la stessa accusa. Pistorius, ha detto Garrie, ha sparato quattro colpi, di cui tre hanno raggiunto la donna, che si è chiusa in bagno.
Oscar in lacrime - Oscar Pistorius è scoppiato in lacrime all'inizio dell'udienza, dove si deciderà sulla possibilità di concedergli sua libertà condizionale. Secondo il corrispondente della Bbc, Pistorius "piange tenendosi la testa tra le mani".
L'avvocato: non c'è premeditazione - Secondo il suo legale Barry Roux, Oscar Pistorius non aveva pianificato l'uccisione della sua fidanzata, anche se prima i due potrebbero aver litigato. Il fatto di avere sparato contro una porta in vetro dietro la quale si trovava la donna, presa per un ladro, non dimostra nulla, secondo la difesa, che lo ha spiegato in tribunale.
La Lega Femminile manifesta - Nel frattempo, all'esterno, attiviste della Lega Femminile dell'African National Congress, il partito al potere in Sudafrica, manifestavano rumorosamente: "Niente cauzione per Pistorius!", gridavano in coro. E su uno dei loro cartelli di protesta campeggiava una scritta: "Devi marcire in prigione!".
La decisione del rinvio dopo la dichiarazione letta in tribunale dal legale di Pistorius, mentre l'atleta continuava a piangere: "Non ho voluto ucciderla, lo affermo nella maniera più categorica possibile", la posizione dell'ex-campione. "Non capisco l'accusa di omicidio premeditato. Io e Reeva ci amavamo alla follia", sostiene Pistorius.
I fatti, secondo Pistorius - La difesa dell'atleta (che dichiara di aver ricevuto minacce di morte in passato e di dormire con la pistola sotto al cuscino) continua con la ricostruzione dei fatti: "Mi sono alzato per chiudere la porta-finestra e ho sentito un rumore dal bagno. Ero senza le protesi e mi sentivo molto vulnerabile, ero terrorizzato. C'era buio nella stanza, pensavo ci fosse un intruso in bagno, ho usato la mazza da cricket per rompere la porta. Poi ho sparato dei colpi attraverso la porta del bagno e ho detto a Reeva di chiamare la polizia. Sono tornato a letto e ho realizzato che lei non c'era. Ho dato un calcio alla porta, ho provato ad aiutarla ma mi è morta tra le braccia. Dopo quello che è successo non me ne sono andato dalla stanza, sono rimasto fino all'arrivo della polizia. Sono una star dello sport internazionale, non eviterò il processo".
L'accusa - In mattinata, anche il presidente del Tribunale di Pretoria, Desmond Nair, aveva confermato il capo d'accusa per il quale è in carcere Oscar Pistorius: omicidio premeditato. L'ex campione rischia dunque l'ergastolo. In precedenza era stato il pubblico ministero, Nel Garrie, a ribadire la stessa accusa. Pistorius, ha detto Garrie, ha sparato quattro colpi, di cui tre hanno raggiunto la donna, che si è chiusa in bagno.
Oscar in lacrime - Oscar Pistorius è scoppiato in lacrime all'inizio dell'udienza, dove si deciderà sulla possibilità di concedergli sua libertà condizionale. Secondo il corrispondente della Bbc, Pistorius "piange tenendosi la testa tra le mani".
L'avvocato: non c'è premeditazione - Secondo il suo legale Barry Roux, Oscar Pistorius non aveva pianificato l'uccisione della sua fidanzata, anche se prima i due potrebbero aver litigato. Il fatto di avere sparato contro una porta in vetro dietro la quale si trovava la donna, presa per un ladro, non dimostra nulla, secondo la difesa, che lo ha spiegato in tribunale.
La Lega Femminile manifesta - Nel frattempo, all'esterno, attiviste della Lega Femminile dell'African National Congress, il partito al potere in Sudafrica, manifestavano rumorosamente: "Niente cauzione per Pistorius!", gridavano in coro. E su uno dei loro cartelli di protesta campeggiava una scritta: "Devi marcire in prigione!".