Esplosioni alla maratona di Boston: morti e feriti

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Due deflagrazioni hanno investito i corridori al traguardo. Per l'Fbi si tratta di "attacco terroristico". Obama: "Andremo fino in fondo a questa vicenda e troveremo i responsabili". Il bilancio è di "tre vittime e circa 140 feriti"

Terrore alla maratona di Boston: due esplosioni, a distanza di 20 secondi l'una dall'altra, hanno investito i corridori sulla linea del traguardo. Il bilancio dei morti e dei feriti è in continuo aggiornamento: circa 140 feriti, tre vittime, tra cui un bambino di soli 8 anni. Oltre 10 le amputazioni.
Per la FBI si tratterebbe di un "attacco terroristico, non è chiaro se di origine interna o straniera".

Dispositivi trovati non sono bombe - Dopo un'analisi più approfondita i cinque dispositivi trovati qualche ora dopo la strage non sono delle bombe. Lo hanno reso noto gli inquirenti, commentando la notizia pubblicata in precedenza dal Wall Street Journal.

Morti e feriti: parla il capo della polizia - I morti delle esplosioni sono almeno tre. A ufficializzarlo è stato il capo della polizia Ed Davis. Non c'é un numero preciso delle persone rimaste ferite, anche se le autorità confermano che si tratta di almeno 138.

Obama: troveremo i responsabili - Il presidente degli Stati Uniti ha parlato di "tragedia" ma non di "terrorismo", a differenza della FBI, assicurando che i responsabili saranno individuati e assicurati alla giustizia: "Sia chiaro che andremo fino in fondo a questa vicenda per capire chi e perché è avvenuto ciò", le parole di Obama.

Fermato un sospetto? - Le bombe alla maratona di Boston sono il frutto di un evento "ben coordinato e pianificato", hanno riferito immediatamente fonti del governo americano alla Cnn.
Poco dopo, si è diffusa la voce di un sospetto fermato dalla polizia: ferito e con il corpo coperto da ustioni, sotto sorveglianza in un ospedale della città. Ma proprio mentre il tabloid New York Post diffonde la voce che si tratti di un ventenne di nazionalità saudita, la polizia smentisce la notizia e assicura che non c'è alcun sospetto fermato.

Nessuna terza esplosione - In un primo momento si era parlato anche di una terza esplosione, alla biblioteca John F. Kennedy; la polizia di Boston ha poi rettificato spiegando che in realtà si è trattato di un incendio che non è collegato con le due esplosioni precedenti, causate da "ordigni potenti".

Scene di terrore e di panico - Le tv americane mostrano spettatori insanguinati che vengono portati alle tende del pronto soccorso montate per gli atleti. Un testimone afferma di aver visto "molte persone per terra". La prima esplosione è avvenuta circa tre ore dopo che il vincitore della maratona ha tagliato il traguardo, e poco dopo c'è stata la seconda esplosione.
Una reporter di una tv locale del New England vicina al luogo dell'esplosione ha visto una delle vittime che ha perso entrambe le gambe. "Ero così vicina, è stato spaventoso. Ho sentito la forza dell'esplosione. La gente scappava. Ho visto vittime proiettate dappertutto", ha detto Jackie Bruno della Necn. 

Chiuso lo spazio aereo - Il servizio di telefonia cellulare nell'area di Boston è stato sospeso per prevenire l'eventuale azionamento a distanza di altri ordigni.
Chiuso lo spazio aereo sulla città e una delle principali linee della metropolitana.

Gli italiani a Boston - "Due team del consolato sono andati rispettivamente sul luogo della tragedia e negli ospedali della città. Abbiamo un contatto diretto con la Polizia della città e con il Dipartimento di Stato. C'è il dovere della prudenza e della riservatezza, ma al momento non ci risulta alcun connazionale coinvolto". Giuseppe Pastorelli, console italiano a Boston, racconta così l'intenso lavoro in queste ore concitate. Il Console ha messo a disposizione di chi volesse informazioni sugli italiani a Boston un numero di telefono: 001 617722 9320

Evacuato il Lenox Hotel a New York
- Massima allerta anche a New York dopo le esplosioni alla maratona di Boston. Il vice capo della polizia, Paul Browne, ha annunciato un rafforzamento delle misure, col dispiegamento di pattuglia anti terrorismo nei luoghi simbolo di Manhattan e davanti ai principali alberghi.



Le testimonianze su Twitter della reporter Jackie Bruno (Necn)