Tribunale Antidoping: Schwazer squalificato 3 anni e mezzo
Altri Sport"Mi aspettavo più comprensione". La procura del Coni aveva chiesto quattro anni di stop per il marciatore oro olimpico trovato positivo all'epo prima di Londra 2012. Schwazer potrà tornare alle gare il 30 gennaio 2016
Squalifica di tre anni e mezzo per Alex Schwazer. Lo ha deciso il Tribunale nazionale antidoping (TNA). La procura del Coni aveva chiesto quattro anni di stop per il marciatore oro olimpico trovato positivo all'epo prima dei Giochi di Londra. Schwazer potrà tornare alle gare il 30 gennaio 2016.
"Mi aspettavo una sentenza più favorevole perché dopo lo sbaglio grande penso di essere stato abbastanza trasparente: ho ammesso subito quello che ho fatto. Sono stato a disposizione per raccontare la mia vicenda, forse mi aspettavo un po' più di comprensione. Altri atleti facendo cose ben peggiori sono andati via con pene minori" ha detto il marciatore.
"Vedendo come è venuta questa sentenza ho un po' la sensazione che il mio caso è diventato molto importante per delle persone che debbono far vedere che l'antidoping esiste ed è severo - sottolinea in conferenza stampa -. Il mio caso è stato molto noto a livello mediatico e seguito. Sono stato attaccato parecchio: tanti ci tenevano a dare un giudizio severo. Tutte le persone dovrebbero avere diritto ad essere giudicate senza guardare se uno è famoso o no. Non mi sono stati fatti sconti. Un mio rientro? Non devo tornare per forza, non si torna avendo dentro rabbia ma solo se sei felice e con l'appoggio delle istituzioni", conclude Schwazer.
Era iniziata stamattina presso il Tribunale Nazionale Antidoping l'udienza sul caso Alex Schwazer, in merito alla positività alla Eritropoietina, riscontrata in un controllo effettuato il 30 luglio dello scorso anno a Racines, che è costata al marciatore azzurro la partecipazione ai Giochi di Londra 2012.
Il vincitore della medaglia d'oro all'Olimpiade di Pechino sui 50 km, accusato anche dell'acquisto e possesso di sostanze dopanti (Eritropoietina e Testosterone) e di essersi avvalso della consulenza del dottor Michele Ferrari, medico inibito a vita per doping, rischiava uno stop di 4 anni. Schwazer era rappresentato nell'aula del Tna, presso lo Stadio Olimpico, dagli avvocati Gerhard Brandstaetter e Thomas Tiefenbrunner e dai consulenti Giuseppe Lippi ed Evelyn Brandstaetter. La Procura Antidoping, invece, dal Procuratore Capo, Ettore Torri, dai procuratori Anita Greco e Mario Vigna e dal Consulente dell'UPA, Paolo Borrione.
"Mi aspettavo una sentenza più favorevole perché dopo lo sbaglio grande penso di essere stato abbastanza trasparente: ho ammesso subito quello che ho fatto. Sono stato a disposizione per raccontare la mia vicenda, forse mi aspettavo un po' più di comprensione. Altri atleti facendo cose ben peggiori sono andati via con pene minori" ha detto il marciatore.
"Vedendo come è venuta questa sentenza ho un po' la sensazione che il mio caso è diventato molto importante per delle persone che debbono far vedere che l'antidoping esiste ed è severo - sottolinea in conferenza stampa -. Il mio caso è stato molto noto a livello mediatico e seguito. Sono stato attaccato parecchio: tanti ci tenevano a dare un giudizio severo. Tutte le persone dovrebbero avere diritto ad essere giudicate senza guardare se uno è famoso o no. Non mi sono stati fatti sconti. Un mio rientro? Non devo tornare per forza, non si torna avendo dentro rabbia ma solo se sei felice e con l'appoggio delle istituzioni", conclude Schwazer.
Era iniziata stamattina presso il Tribunale Nazionale Antidoping l'udienza sul caso Alex Schwazer, in merito alla positività alla Eritropoietina, riscontrata in un controllo effettuato il 30 luglio dello scorso anno a Racines, che è costata al marciatore azzurro la partecipazione ai Giochi di Londra 2012.
Il vincitore della medaglia d'oro all'Olimpiade di Pechino sui 50 km, accusato anche dell'acquisto e possesso di sostanze dopanti (Eritropoietina e Testosterone) e di essersi avvalso della consulenza del dottor Michele Ferrari, medico inibito a vita per doping, rischiava uno stop di 4 anni. Schwazer era rappresentato nell'aula del Tna, presso lo Stadio Olimpico, dagli avvocati Gerhard Brandstaetter e Thomas Tiefenbrunner e dai consulenti Giuseppe Lippi ed Evelyn Brandstaetter. La Procura Antidoping, invece, dal Procuratore Capo, Ettore Torri, dai procuratori Anita Greco e Mario Vigna e dal Consulente dell'UPA, Paolo Borrione.