Simone Moro, terrore ad alta quota: aggredito dagli sherpa

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Brutta avventura per il noto scalatore orobico, Simone Moro, aggredito da tre sherpa a quota 7000 metri
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L'alpinista bergamasco, insieme ai compagni di cordata Steck e Griffith, è stato vittima di un assalto da parte del gruppo etnico nepalese tra il campo base n. 2 e 3 dell'Everest, a 7000 metri. Il motivo? Presunte interferenze nel lavoro degli sherpa

Da domenica Simone Moro, noto alpinista bergamasco, avrà altro da raccontare oltre le gesta ad alta quota come la salita in prima invernale di tre ottomila (Shisha Pangma, Makalu e per ultimo il Gasherbrum II). Insieme ai compagni di cordata, lo svizzero Ueli Steck e il britannico Jonathan Griffith, è rimasto vittima di un’aggressione da parte di un gruppo di sherpa al campo base n. 2 dell’Everest. La ragione, secondo il The Himalayan Times, è da ricondurre a presunte interferenze sul lavoro del gruppo etnico nepalese.
Moro, da tempo frequentatore delle vette dell’Himalaya, è stato oggetto di tensioni durante il lavoro di fissaggio delle corde su una parete del lato ovest del Lhotse, tra il campo n. 2 e il n. 3 basso (a circa 7.200 metri) dove era stata collocata una tenda. Appena tornati al campo di partenza, i tre alpinisti hanno trovato una folla di un centinaio di sherpa inferociti che sono riusciti a ferirli.
Lo scontro non si è trasformato in tragedia solo per l'intervento di altri alpinisti stranieri, che si sono interposti e sono riusciti a sedare la situazione. Nell’incidente l’alpinista italiano non ha riportato ferite gravi, mentre Steck sarà trasferito in giornata a Kathmandu.
Sull'accaduto la polizia nepalese ha già aperto un’inchiesta. Nimanuru Sherpa, direttore esecutivo di Cho-Oyu Treks, l'agenzia che ha organizzato la spedizione di cui fanno parte i tre, si è detto "rattristato per l'accaduto" osservando che l'episodio "rischia di offuscare l'immagine del Nepal nel mondo".