"Io, campione del mondo di Subbuteo col dito de Dios"

Altri Sport
Bolognino (sulla destra), il "Maradona del Subbuteo", impegnato al recente Mondiale di Madrid
maradona_del_subbuteo

L'INTERVISTA. Di ritorno da Madrid, dove ha conquistato il titolo mondiale di calcio da tavolo, Massimo Bolognino, detto "il Maradona del Subbuteo", svela i suoi segreti: "Tiro da ogni posizione, come Hamsik. E quella volta che inventai o' friariello..."

di Vanni Spinella

Certi gol di mano hanno un fascino particolare. Specialmente se sono anche regolari. Lo sa bene Massimo Bolognino, 43 anni da Napoli, che di gol così ne ha segnati a bizzeffe: per tutti, lui è il "Maradona del Subbuteo". Cinque mondiali individuali (di cui tre consecutivi) e 13 a squadre ne fanno il giocatore più vincente del pianeta. L'ultimo titolo (nella categoria veteran) a Madrid, dove nel weekend appena trascorso si è disputato il Mondiale di "calcio da tavolo". "Un gioco di testa e di precisione, un mix di scacchi e biliardo", dice lui, che dalla Spagna è tornato con una coppa sotto il braccio (finale vinta 2-0 contro l’austriaco Bambersky) e il modellino del Bernabeu per il figlio, tifoso del Napoli ma grande appassionato di Cristiano Ronaldo.

La chiamano il "Maradona del Subbuteo": ci dica che anche lei è mancino, per favore…
"No, gioco con la mano destra. Pensare che da giovane me la sono anche rotta: frattura dello scafoide e gesso. Da quel giorno non riesco più a piegare il polso come prima, ma quella forse è stata la mia fortuna, visto che mi ha fornito un'impostazione della mano particolare con cui riesco a fare il pallonetto"

Insomma, se è vero che Maradona perse buona parte della mobilità della caviglia dopo il fallaccio di Goikoetxea, si può dire che lei ci abbia addirittura guadagnato…
"Sì, così come l'arma principale di Messi è il dribbling, la mia è il pallonetto. Con i materiali di una volta, poi, in pochi lo sanno realizzare come me"

Partiamo dalla panchina: c'è un allenatore al quale si ispira?
"Mi sono sempre ritenuto un 'Trapattoni del Subbuteo', per il modo in cui riesco a difendere. Poi sono un ottimo contropiedista, un 'mazzarriano'. Difesa forte e ripartenza"

In campo, invece? Ha un giocatore di riferimento?
"Ho un tiro micidiale, centro la porta senza problemi da qualsiasi posizione. Come Hamsik. Spesso mi creo lo spazio con gli attaccanti e poi segno da lontano con il centrale di difesa"

Nella sua disciplina quali sono le migliori scuole calcistiche?
"Noi italiani siamo fortissimi, anche a livello giovanile raccogliamo di continuo successi. Siamo tornati dal Mondiale di Madrid con i titoli under 12, under 15 e under 19. Giusto per smentire tutti quelli che immaginano i giocatori di Subbuteo come vecchi nostalgici degli anni '80. Dietro di noi ci sono Belgio e Spagna"

Non ci dica che gli spagnoli fanno il tiqui-taca...
"No, però attaccano spesso tenendo due uomini incollati alla palla e scivolando così verso la porta avversaria… Come nel curling, per intenderci. Noi italiani siamo molto più fantasiosi"

Ci dica la verità: quanti gol ha già fatto segnare al suo Higuain, in allenamento?
"Veramente da ragazzo ho iniziato a giocare usando il Milan di Gullit, per non correre il rischio di avere il Napoli come tutti gli amici. Poi sono passato al Brasile, perché il mio idolo era Careca. Lo pitturavo facendogli anche la mezza tuta che lui usava sotto i pantaloncini. Oggi esistono addirittura degli Hamsik pitturati con la cresta e il tatuaggio sul braccio"

È scaramantico? Qualche rito prima delle partite importanti?
"La barba. La tengo prima dei tornei"

Il gol più bello della sua carriera?
"In finale di Coppa dei Campioni a squadre, nel 2009, contro gli austriaci del Mattersburg. A 30 secondi dalla fine perdevo 1-0, con il pareggio avrei conquistato il punto decisivo per la vittoria. Il mio omino è sulla linea dell’area di rigore, il mio avversario sa che il pallonetto è la mia specialità e se lo aspetta. Così solleva il portiere e in quell'istante preciso io gliela tiro sotto, rasoterra, piano piano. Quel tiro è stato rinominato o' friariello"

Il gol più importante?
"Il golden gol della mia prima vittoria mondiale, nel 1999. Partita dominata, prendo il gol del pareggio all'ultimo minuto perché anziché perdere tempo continuo ad attaccare con 7 uomini. Altro che Trapattoni, quella volta… Andiamo ai supplementari, chi segna vince. Metto la palla al centro e dico a un amico accanto a me: 'La vedi sta pallina? Io non mi fermo finché non l'ho schiattata in porta'. In 4 tocchi ho fatto gol. Quei supplementari sono durati 9 secondi"

Mai pensato di assicurare il suo dito d’oro come ha fatto Messi con il piede?
"Ci avevo fatto un pensierino. Specialmente perché per lavoro mi occupo di ristrutturazioni e imbiancature. Il rischio di rompersi un'unghia è dietro l’angolo"

C’è un allenamento specifico che fa?
"Mi alleno passando lo stucco sotto alle cornici tra parete e soffitto. Con la spatola non ci si arriva bene, bisogna usare il dito per fare un lavoro più pulito".
Se poi è un dito campione del mondo…