Festa Centenario Coni, Malagò: "Italia Paese che vince"

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Il presidente del Coni, Giovanni Malagò, alla festa del Centenario a Roma

Il Foro Italico di Roma è stato teatro dell'omaggio allo sport azzurro che sogna l'Olimpiade del 2024. Il presidente del Coni: "Il futuro deve legarsi ai cinque cerchi". Presenti Giorgio Napolitano, il presidente del Cio Bach e alcuni campioni di sempre

Una festa per celebrare i primi cento anni e per guardare al futuro con un sogno: l’Olimpiade del 2024. Così il mondo dello sport italiano si è ritrovato al Foro Italico per aprire i festeggiamenti per il secolare anniversario della fondazione del Coni, avvenuta nella notte tra il 9 e il 10 giugno del 1914. C’era il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, quello del Senato, Pietro Grasso, le altre autorità ed i membri del Cio, a partire dal presidente Thomas Bach. Ed è proprio il numero uno dello sport mondiale a far sognare tutti chiudendo così il suo discorso ufficiale: “Insieme festeggiamo oggi 100 gloriosi anni di ospitalità, di passione, di eccellenza - le parole del tedesco -. E forse potremo ancora vedere qui a Roma un altro capitolo da scrivere nella storia Olimpica di questa formidabile organizzazione”. Nella conferenza che aveva preceduto la cerimonia, Bach aveva riconosciuto anche che “una candidatura di Roma per i Giochi del 2024 sarebbe molto forte e avrebbe la simpatia di molti”.

Malagò: “Futuro Italia legato ai cinque cerchi”
- Il presidente del Coni, Giovanni Malagò, punta proprio sull’appeal della Città Eterna e sul passato vittorioso del Comitato che presiede da quasi un anno e mezzo. “Il futuro dell’Italia si deve legare ai cinque cerchi - rileva -. Il Coni e la bandiera olimpica sono nati nel 1914 a distanza di pochi mesi. Prendo questa coincidenza come un segno del destino se sapremo fare squadra tutti insieme, con la nostra città, con il governo e a lei che rappresenta l’unità del paese”. Dove quel ‘lei’ è rivolto al Capo dello Stato. Napolitano, invece, ricorda che anche se “l’Italia è particolarmente vaccinata contro l’irruzione nello sport della retorica, del nazionalismo e delle strumentalizzazioni politiche” bisogna sempre “guardarsi da queste deviazioni”. Ma ciò non vuol dire che “l’orgoglio nazionale debba esprimersi senza esitazioni”. Poi rende merito al Comitato in cui “si riconoscono i nostri atleti e campioni, di tempi recenti e meno recenti, ma il Coni appartiene però a tutti gli italiani, è una istituzione della Nazione e della Repubblica”.

Parata di campioni azzurri - Sul Foro Italico hanno volato le Frecce Tricolori, mentre sul prato dinanzi alla Casa delle Armi sono raccolti 130 azzurri che hanno vinto una medaglia d’oro olimpica (“sono loro l’oro dell’Italia. Senza loro il Coni non potrebbe esistere. Sono l’Italia che vince”, ha detto Malagò). Tra loro Alberto Tomba e Sara Simeoni, premiati con il ‘Giulio Onesti’, come migliori italiani del secolo. “E’ il premio di tutti noi atleti e senza dei buoni dirigenti anche noi non avremmo vinto tanto”, dicono i due. Un messaggio rivolto forse a Malagò e a quel sogno che le nuove regole del Cio potrebbero agevolare. “Bisogna cambiare filosofia - spiega Bach -. Dobbiamo essere più flessibili a partire dal programma e capire come gestire meglio i costi”. Il sindaco di Roma, Ignazio Marino apre: “Faremo tutto ciò che sarà necessario con la guida sapiente di Giovanni Malagò”. Il sole cala sul Foro, si avvicina il momento migliore per cominciare a sognare.