Ryder, Rocca & Manassero: "Sarà duello all'ultimo punto"
Altri SportIncontro coi due campioni a Sky. Rocca: "L'emozione di disputarla è irripetibile". Per Matteo è un obiettivo: "Nel 2016 ci sarò anch'io". Entrambi prevedono che per l'Europa non sarà facile mantenere la Coppa
di Anna Maria Di Luca
In molti dicono che l'Europa sia favorita nella 40ma edizione della Ryder Cup, in molti vedono gli Stati Uniti tesi e poco strutturati. La prima giornata ha mostrato la squadra europea inizialmente più contratta di quella americana. L'abbiamo chiesto a due campioni italiani, Costantino Rocca che di Ryder Cup ne ha disputate tre e Matteo Manassero, il cui obiettivo è andare all'Hazeltine National Golf club, in Usa per l'edizione 2016.
" Ci tenevo ad essere anche in Scozia" - confessa Matteo Manassero - "Lo avevo già come obiettivo, ma ho giocato male, ora ho due anni per migliorare e non è poco. Un golfista almeno una volta nella vita deve disputarla, è una competizione straordinaria, entusiasmante, è il mio sogno. Nel 2010 fui invitato da Colin Montgomerie in Galles come spettatore privilegiato, per respirarne l'aria. Ho vissuto la team room da vicino, si gioca da squadra. Ma la cosa che mi colpì di più fu il tifo, le urla della gente".
Ryder come nessuna - "Non ci sono altre competizioni come la Ryder" - racconta Costantino Rocca -"anche il pubblico o è con te o contro di te, senza mezzi termini. Giochi con campioni che nei due anni precedenti hai amato ma anche odiato, la formula è completamente differente dagli altri tornei, e poi affronti gli americani, per loro la Ryder è da conquistare all'ultimo sangue, sono folli".
Europa favorita? - "Non credo proprio, anzi" - continua Rocca - "McGinley ha messo insieme una bella squadra, ma potrebbe avere un punto debole con Steve Gallacher, uno scozzese che a 39 anni debutta in Scozia, non sarà facile per lui gestire la pressione, i compagni dovranno aiutarlo, io non l'avrei convocato. Credo che sarà lotta fino all'ultimo e la vittoria si deciderà solo alla fine". Anche per Manassero la competizione è alta "ma alla fine vincerà l'Europa", sostiene il veronese che anche sul debuttante Gallacher la pensa diversamente.
L'esperienza di Gallacher - "Ha 39 anni e gioca in casa, certo non è facile arrivare finalmente in Ryder Cup così tardi, però dalla sua ha una grande esperienza - spiega Manassero - "ha avuto il tempo di disputare moltissimi tornei. Io però voglio arrivarci molto prima".
Italiani nel 2016 - "Matteo può farcela molto bene" - dice Costantino Rocca -. "Così come Edoardo e soprattutto Francesco Molinari. Io capitano? No, sono fuori dai giochi lo scettro è in mano alla Gran Bretagna e poi essere capitano significa anche dover assecondare troppa gente, non è per me. Vice capitano, sì, lo farei volentieri".
Roma 2022 - "Magari! Sarebbe davvero una grande cosa se Roma potesse ospitare la Ryder Cup del 2022, ma ci credo poco. L'Italia del golf è pronta, un po' di giovani ci sono, sarebbe bello averne in squadra almeno 4, ma non c'è ancora la cultura e non ci sono le strutture per avvicinare la gente. Se davvero è questa l'intenzione si deve fare tanto nei prossimi anni".
I ricordi di Rocca - "Il mio debutto nel 1993 a The Belfry in Inghilterra, vinsero gli Usa, mi è rimasto nel cuore il pianto di Severiano Ballesteros, aveva sbagliato e piangeva come un bambino, pensate la tensione".
In molti dicono che l'Europa sia favorita nella 40ma edizione della Ryder Cup, in molti vedono gli Stati Uniti tesi e poco strutturati. La prima giornata ha mostrato la squadra europea inizialmente più contratta di quella americana. L'abbiamo chiesto a due campioni italiani, Costantino Rocca che di Ryder Cup ne ha disputate tre e Matteo Manassero, il cui obiettivo è andare all'Hazeltine National Golf club, in Usa per l'edizione 2016.
" Ci tenevo ad essere anche in Scozia" - confessa Matteo Manassero - "Lo avevo già come obiettivo, ma ho giocato male, ora ho due anni per migliorare e non è poco. Un golfista almeno una volta nella vita deve disputarla, è una competizione straordinaria, entusiasmante, è il mio sogno. Nel 2010 fui invitato da Colin Montgomerie in Galles come spettatore privilegiato, per respirarne l'aria. Ho vissuto la team room da vicino, si gioca da squadra. Ma la cosa che mi colpì di più fu il tifo, le urla della gente".
Ryder come nessuna - "Non ci sono altre competizioni come la Ryder" - racconta Costantino Rocca -"anche il pubblico o è con te o contro di te, senza mezzi termini. Giochi con campioni che nei due anni precedenti hai amato ma anche odiato, la formula è completamente differente dagli altri tornei, e poi affronti gli americani, per loro la Ryder è da conquistare all'ultimo sangue, sono folli".
Europa favorita? - "Non credo proprio, anzi" - continua Rocca - "McGinley ha messo insieme una bella squadra, ma potrebbe avere un punto debole con Steve Gallacher, uno scozzese che a 39 anni debutta in Scozia, non sarà facile per lui gestire la pressione, i compagni dovranno aiutarlo, io non l'avrei convocato. Credo che sarà lotta fino all'ultimo e la vittoria si deciderà solo alla fine". Anche per Manassero la competizione è alta "ma alla fine vincerà l'Europa", sostiene il veronese che anche sul debuttante Gallacher la pensa diversamente.
L'esperienza di Gallacher - "Ha 39 anni e gioca in casa, certo non è facile arrivare finalmente in Ryder Cup così tardi, però dalla sua ha una grande esperienza - spiega Manassero - "ha avuto il tempo di disputare moltissimi tornei. Io però voglio arrivarci molto prima".
Italiani nel 2016 - "Matteo può farcela molto bene" - dice Costantino Rocca -. "Così come Edoardo e soprattutto Francesco Molinari. Io capitano? No, sono fuori dai giochi lo scettro è in mano alla Gran Bretagna e poi essere capitano significa anche dover assecondare troppa gente, non è per me. Vice capitano, sì, lo farei volentieri".
Roma 2022 - "Magari! Sarebbe davvero una grande cosa se Roma potesse ospitare la Ryder Cup del 2022, ma ci credo poco. L'Italia del golf è pronta, un po' di giovani ci sono, sarebbe bello averne in squadra almeno 4, ma non c'è ancora la cultura e non ci sono le strutture per avvicinare la gente. Se davvero è questa l'intenzione si deve fare tanto nei prossimi anni".
I ricordi di Rocca - "Il mio debutto nel 1993 a The Belfry in Inghilterra, vinsero gli Usa, mi è rimasto nel cuore il pianto di Severiano Ballesteros, aveva sbagliato e piangeva come un bambino, pensate la tensione".