Pistorius, il 21 ottobre la sentenza. Chiesti i domiciliari

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Oscar Pistorius è imputato nel processo per la morte di Reeva Steenkamp (Getty)
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Ultimi atti del processo per la morte di Reeva Steenkamp. Nell'arringa finale il procuratore di Pretoria Nel è stato categorico: "L'unica pena appropriata è una lunga pena detentiva". La difesa non vuole il carcere: "Non è un assassino a sangue freddo"

L'annuncio della pena per Oscar Pistorius sarà reso noto martedì 21 ottobre. Lo ha annunciato il giudice del processo a carico dell'ex atleta olimpico per la morte della fidanzata Reeva in cui è stato accusato di omicidio colposo. Il procuratore al processo di Pretoria ha chiesto per lui "una lunga pena detentiva". "L'unica pena appropriata è una lunga pena detentiva", ha detto Gerrie Nel nella sua arringa finale, dopo che il difensore Barry Roux aveva chiesto una pena ai servizi sociali.

La difesa: "Non è un assassino a sangue freddo" - A coronamento di una strategia seguita per tutto il processo, la difesa di Oscar Pistorius ha chiesto che l'atleta sudafricano, dichiarato colpevole di omicidio colposo per la morte della fidanzata, venga mandato agli arresti domiciliari e gli venga risparmiata la prigione. "Non è un assassino a sangue freddo", "era un'icona agli occhi del mondo e poi è decaduto", "ha perso tutto, la donna che amava, quasi tutti gli amici, le intere sue proprietà immobiliari": ha dunque già sofferto abbastanza, complice una procura che lo ha accusato di omicidio premeditato e anche l'attenzione dei media, che ha seguito la vicenda in maniera ossessiva e senza precedenti. Questo in sintesi la linea della difesa.

Nell'aula del tribunale di Pretoria, alle battute finali del processo contro il giovane che il 14 febbraio del 2013 uccise la fidanzata, l'agguerrito avvocato di Pistorius, Barry Roux, un principe del foro che è già riuscito ad evitare all'ex campione paralimpico la condanna per omicidio volontario, ha sfoggiato tutta la sua abilità. Citando il concetto di 'ubuntu', l' umanità necessaria all'interno della società, un importante pilastro del sistema giuridico post-apartheid del Sudafrica, l'avvocato ha sostenuto che il campione dovrebbe essere condannato a una pena che eviti la vendetta e faccia giustizia tramutandosi nel contempo in un patrimonio per la società."La punizione è cominciata immediatamente dopo l'incidente", ha dichiarato l'avvocato sostenendo che il trauma della perdita di Reeva è "di gran lunga più pesante di qualsiasi altra sanzione penale". E l'atleta "non sarà mai assolto dal dolore", perchè porterà comunque sempre con sé "l'aggravante della colpa".

Obiettivo arresti domiciliari - Pistorius rischia un ventaglio di pene che vanno dalla sospensione della pena, che sconterebbe agli arresti domiciliari, a un massimo di 15 anni di carcere. I periti chiamati a testimoniare dalla difesa, tra i quali anche operatori sociali nelle carceri, nei giorni scorsi avevano chiesto che gli venisse risparmiato la prigione perchè quelle sudafricane non sono pronte ad accogliere persone con handicap. Il giovane, che ha un problema genetico dalla nascita, è infatti privo degli arti inferiori che gli sono stai amputati quando aveva undici mesi. L'obiettivo è che Pistorius sconti la pena agli arresti domiciliari, in aggiunta lavori sociali a beneficio della società. E' previsto che Roux e il procuratore, Gerrie Nel, terminino le loro argomentazioni oggi e che il giudice, Thokozile Masipa, comunichi la sua decisione nei prossimi giorni.