Ciao Napolitano, tifoso intellettuale del Mondiale 2006

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Giorgio Napolitano lascia il Qurinale dopo nove anni di Presidenza della Repubblica
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IL COMMENTO. Lascia il Quirinale un presidente che allo sport e al calcio in particolare aveva sempre dedicato attenzioni distratte, da intellettuale appunto. Si è riscattato dopo, quando da tifoso istituzionale ha messo nel ruolo calore e spontaneità

di Massimo Corcione

Per gli sportivi Giorgio Napolitano resterà il presidente del Mondiale 2006, proprio come Pertini lo è stato del Mundial ’82. E i suoi nove anni di presidenza, record italiano assoluto di longevità, cominciarono nei giorni di Calciopoli. Quasi un doppio paradosso per chi allo sport e al calcio in particolare aveva sempre dedicato attenzioni distratte da intellettuale.



E’ cresciuto quando a Napoli imperavano Sallustro, Amadei, Jeppson e Vinicio, ma al calcio lui preferiva il teatro e poi la politica. Studiava al liceo con Ghirelli e Barendson, due futuri giganti del giornalismo (non solo) sportivo, ma anche con Francesco Rosi, Patroni Griffi e Dudù La Capria, la meglio gioventù di Napoli che frequentava poco lo stadio e i campetti di gioco.

Si è riscattato dopo, il presidente. Forse anche per questa formazione irrituale, quando è diventato tifoso istituzionale, ha messo nel ruolo calore e spontaneità. Avrebbe voluto essere lo sponsor di un grande evento, ma la caccia all’organizzazione dell’Europeo del 2012 non fu supportata adeguatamente dal Governo e Mario Monti si oppose alla candidatura di Roma per l’Olimpiade del 2020. Ora torna a essere il senatore Giorgio Napolitano. Continuerà a tifare Italia, nella sua casa romana al rione Monti, non per dovere, ma per piacere. Come neppure in gioventù aveva fatto.