Bolt: "Doping? Non posso migliorare l'atletica da solo"

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L'atleta, nei giorni che precedono l'inizio dei Mondiali di Atletica che si terranno in Cina, ha parlato in conferenza stampa: "Dicono che io debba correre per salvare lo sport, ma io corro per me stesso. La crescita di questo sport è una responsabilità di tutti"

"Ci sono i Mondiali, ma si parla solo di doping. Questo è molto triste". E' l'amara riflessione di Usain Bolt  dopo le ultime rivelazioni che stanno scuotendo il mondo dell'atletica e che fanno passare quasi in secondo piano i Mondiali che stanno per  iniziare a Pechino. 

 

Amarezza - E' proprio dalla capitale cinese che lo sprinter giamaicano commenta  le notizie degli ultimi giorni: "Il doping è al centro della scena  tutto il tempo. Le ultime settimane non ho sentito parlare di altro fuorché di doping, doping, doping. Nulla sulla competizione. Per me questo è molto triste, ma non posso farci nulla", dice il primatista mondiale e campione olimpico dei 100 e 200 metri in una conferenza stampa in un hotel di Pechino a due giorni dall'inizio della rassegna iridata.

 

"Corro per me" - Bolt è ormai da diversi anni il personaggio più carismatico dell'atletica mondiale: "Ma io corro solo per me stesso", sottolinea il giamaicano, che proprio domani compirà 29 anni. "La gente dice che  devo vincere per salvare lo sport. Ma la crescita del nostro sport è responsabilità di tutti gli atleti, non solo mia. Io cerco solo di  fare le cose seguendo le regole della Iaaf e della Wada. Tutti conosciamo le norme, non solo io".

 

L'avversario - A Pechino il suo grande rivale sarà lo statunitense Justin Gatlin, tornato al top della forma a 33 anni e  dopo due sanzioni per doping. "Le regole ci sono per un motivo. Non sta a me dire se sia giusto o meno", risponde il giamaicano dribblando le polemiche sul ritorno alle competizioni dello sprinter Usa.