Atletica leggera, chiesta la squalifica per 26 italiani

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Il lunghista Andrew Howe è tra i deferiti (Getty)
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La procura Antidoping chiede 2 anni di stop per eluso controllo. I provvedimenti sono stati decisi in seguito agli sviluppi dell'indagine condotta dai Nas-Ros dei carabinieri di Trento. Tra i nomi anche azzurri di spicco come Giuseppe Gibilisco e Andrew Howe

Deferimenti per 26 atleti azzurri, con richiesta, da parte della Procura Antidoping della Nado-Italia (la nuova struttura antidoping varata a settembre scorso), di 2 anni di squalifica per eluso controllo. I provvedimenti sono stati decisi in seguito agli sviluppi dell'indagine "Olimpia" condotta dai Nas-Ros dei carabinieri di Trento, su mandato della procura di Bolzano, e agli accertamenti della stessa procura antidoping. L'indagine era scattata nel 2012 a seguito della positività all'eritropoietina del marciatore Alex Schwazer, squalificato a 3 anni e 9 mesi.


Gli azzurri deferiti - I 26 atleti della Federatletica italiana deferiti dall'Ufficio di Procura Antidoping della NADO Italia avrebbero violato gli articoli 2.3 (elusione del controllo) e art. 2.4 (mancata reperibilità) del Codice Sportivo Antidoping. Tra i 26 atleti diversi nomi di spicco dell'atletica leggera ai quali è stata richiesta l'irrogazione della sanzione di due anni di squalifica: Roberto Bertolini, Migidio Bourifa, Filippo Campioli, Simone Collio, Roberto Donati, Fabrizio Donato, Giovanni Faloci, Matteo Galvan, Giuseppe Gibilisco, Daniele Greco, Andrew Howe, Anna Incerti, Andrea Lalli, Stefano La Rosa, Claudio Licciardello, Daniele Meucci, Christian Obrist, Ruggero Pertile, Jacques Riparelli, Silvia Salis, Fabrizio Schembri, Daniele Secci, Kaddour Slimani, Gianluca Tamberi, Marco Francesco Vistalli, Silvia Weissteiner.

 

Salis (lancio del martello)- "Innanzitutto ci tengo profondamente a precisare che quella di cui vengo accusata non è una vicenda di doping ma di problemi di ricezione della reperibilità da parte del sistema Wherabout, con il quale il Coni monitora lo spostamento di ogni atleta - precisa Silvia Salis che aggiunge: "Chi mi conosce sa che in 15 anni di carriera mi son sempre battuta contro il doping e contro chi ha sporcato il nostro sport, prendendo anche parte a campagne di sensibilizzazione tra i giovani. Per quello che riguarda l'accusa, l'unica cosa che mi sento di dire è che il sistema aveva falle tecniche".


Archiviazione - Per scadenza dei termini, la Procura ha invece chiesto nei loro confronti l'archiviazione per  "la mancata reperibilità", così come per altri 39 tesserati Fidal tra cui si registrano nomi importanti: dal marciatore Alex Schwazer, che già sta scontando la sua squalifica per doping, all'ex azzurra Antonietta Di Martino; dalla campionessa europea nei 400 metri Libania Grenot, alla triplista Simona La Mantia, vicecampionessa europea a Barcellona 2010. Evita il processo anche Valeria Straneo, argento europeo e mondiale nella Maratona.

 

La Fidal: "Fiducia nella magistratura" – Dopo aver appreso la notizia dei deferimenti, il presidente della Fidal, Alfio Giomi esprime “totale fiducia nell’operato della Procura Antidoping del Coni” e una “rapida conclusione dell’iter giudiziario”. “Vorrei ricordare – ha aggiunto – che il Consiglio federale attualmente in carica ha stabilito il 28 febbraio dello scorso anno che gli atleti, al secondo mancato controllo e/o mancata comunicazione, perdano ogni forma di assistenza da parte della Federazione; e inoltre, che lo stesso Consiglio ha varato il 20 dicembre 2013 il "Codice etico dell'atletica italiana", che prevede, tra le altre cose, l'automatica esclusione dalle squadre nazionali per gli atleti condannati a pene superiori ai due anni di squalifica per fatti di doping".