VIDEO. Un pugile che è stato amato per tutto ciò che ha rappresentato sul ring ma anche fuori. E' caduto ed è rinato sempre incredibilmente da numero 1. Anche nell'ultima battaglia contro la sua malattia
Il più grande, lo è sempre stato si da quando lo abbiamo scoperto… Magrissimo e fortissimo, vincere l'oro a Roma 1960. Cassius Marcellus Clay junior di Louisville, pugile nero cresciuto in anni difficili per i neri degli Stati Unit. Un nero sempre arrabbiato e come molti in quegli anni si sfogava sul ring, ma lui però era diverso, un fuoriclasse, un dono della natura la sua boxe. Stregava chi aveva di fronte e incantava chi lo guardava, Lo abbiamo visto danzare sul ring e volare come una farfalla e pungere come un ape, lo abbiamo visto vincere il suo primo mondiale. Cambiare nome, religione e diventare Muhammad Ali, il grande. Il labbro di Louisville, il campione che dalla sua bocca faceva partire raffiche di insulti, ecco ora insultare anche la sua nazione e il rifiuto di combattere in Vietnam. Non ho niente contro i Vietcong, loro non mi hanno mai chiamato negro. Fermato per cinque anni ma mai domo, ha sempre mulinato braccia e parole e fatti.
Lo abbiamo visto cadere e rinascere, perdere e vincere ma sempre incredibilmente da numero 1, è come dire a tutti io sono sempre il più grande. E il più grande ha combattuto sempre match definiti del secolo, ogni incontro con lui diventava del secolo. "Ali Boma ye, ali uccidilo…", per il pubblico un idolo, catalizzava ogni cosa, ogni attenzione, ogni parola era un macigno.
Lo abbiamo visto a cinema con il racconto della sua vita e con i suoi tanti figli ed una in particolare, Laila, campionessa pure lei. Ma lo abbiamo visto anche tremare, nella sua malattia, nel suo vero ultimo atto di grande coraggio e dignità, sfidando ancora tutti. Questa volta nel silenzio, nel rispetto della sua memoria di quello che abbiamo ripercorso, nella sua leggenda, nella sua forza, nella sua classe innata e ora con la commozione di tutti, Cassius Marcellus Clay , Muhammad Ali li ha definitivamente conquistat il più grande.