Hillary o Donald? Così gli italiani d'America

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Giuseppe Rossi, il centravanti italiano nato in New Jersey, ha le idee chiare sulle elezioni presidenziali di martedì notte: certo che voterò la Clinton. Ettore Messina, ct della nazionale italiana di basket e vice coach dei San Antonio Spurs: si deciderà all'ultimo tiro

"Certo che voto per Hillary Clinton, anche se non è lei la mia prima scelta. Avrei preferito, piuttosto, il senatore Bernie Sanders; lui sarebbe stato capace di avvicinare la gente alle proprie idee, si percepiva dai suoi discorsi che voleva solo il bene del popolo americano, non invece quello delle corporazioni o di Wall street che, negli Stati Uniti, hanno tantissimo peso". Giuseppe Rossi, il centravanti italiano nato in New Jersey, ha le idee molto chiare sulle elezioni presidenziali statunitensi, che metteranno di fronte la democratica Hillary Clinton e il rappresentante dei repubblicani Donald Trump.

Rossi, che attualmente veste la maglia del Celta Vigo, squadra della Liga spagnola, boccia le strategie dei candidati alla Casa Bianca, ritenendoli due politici che, "prima pensano a se stessi e ai propri interessi, poi a quelli della gente". Dunque, per l'ex sfortunato goleador azzurro, la cui carriera è stata falcidiata da gravissimi infortuni che gli hanno impedito di raggiungere prestigiosi traguardi, i due candidati alla Casa Bianca, "sono entrambi poco credibili". "Per l'esperienza che possiedo del mondo politico - precisa Rossi - e la conoscenza dei governi di altri Paesi, penso che la Clinton punti al proseguimento del processo di crescita avviato da Barack Obama. Per questo scelgo Hillary".

Rossi teme, come tanti, che gli americani possano andare verso la direzione di un voto di rottura e dunque premiare Trump? L'attaccante risponde secco: "Si, purtroppo. Perché, quando parla, Trump dice le cose che la gente ripete al bar o per strada, quando si discute di politica". Pepito conclude, ammettendo che "è facile farsi attrarre dalle sue parole, senza magari pensare alle conseguenze. Soprattutto se si portano avanti pensieri assurdi".

Una partita che si deciderà all'ultimo tiro, come capita spesso nelle partite di Nba. Ettore Messina, ct della nazionale italiana di basket e vice coach dei San Antonio Spurs, vede così il duello presidenziale Usa tra Hilary Clinton e Donald Trump. Buon conoscitore degli Stati Uniti, dove risiede dal 2014 dopo un'altra esperienza nel 2011, e maestro di sfide dopo oltre 30 anni di panchina in giro per l'Italia e per il mondo, il tecnico catanese non fa pronostici ma afferma che "la mia sensazione è per una vittoria della Clinton, ma non con un ampio margine e non escludo che che ci possa essere una sorpresa".

"Credo infatti che che con Trump potrebbe accadere come quando scese in campo Silvio Berlusconi in Italia - prosegue Messina -: moltissimi dicevano che non lo avrebbero votato, per una sorta di pudore o ritrosia, poi invece alle urne le cose furono diverse Berlusconi vinse le elezioni". Una novità di questo duello presidenziale è la grande partecipazione. "Queste elezioni sono molto sentite, credo che ci sarà una importante affluenza, molto superiore alla media che di solito negli Stati Uniti è abbastanza bassa. Il testa a testa tra Trump e la Clinton ha creato interesse e voglia di partecipare, di schierarsi - spiega il ct azzurro -. Peraltro entrambi i candidati hanno fatto e stanno facendo di tutto per portare più gente possibile alle urne e convincerla a votarli. Qui peraltro non è come in Italia, dove si va alle urne tutti insieme in una o due giornate, lo si fa anche vari giorni prima, c'è il voto elettronico e molti lo possono fare anche per posta".

Messina vive in Texas, uno stato a forte tradizione repubblicano, ma rileva che "non necessariamente la maggioranza voterà Trump, perché per molti il tycoon di New York "non è in linea e non rappresenta del tutto il pensiero e le tradizioni del partito". Tra un aereo e l'altro, nell'infinita girandola di partite che è il campionato Nba, c'è comunque un forte interesse per le elezioni. "I giocatori ne parlano, tutti ne parlano nell'ambiente - afferma Messina -. L'Nba è un mondo attento ai temi politici e ai diritti civili. Le stelle del basket magari non si espongono direttamente in suo favore, ma questo è un ambiente in cui molti sono schierati con la Clinton".