Un anno, un ricordo: il 2016 di Vera Spadini

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Vera Spadini

SPADINI

Ogni giorno, durante le feste, un personale ricordo del 2016 da parte dei volti di Sky Sport. L'evento vissuto, raccontato oppure sentito più vicino

Je suis Paris. Vero, alla fine la Tour Eiffel - dopo aver indossato ogni sera i colori di tutte le nazioni - si è messa la maglia di CR7, mandando in fumo i sogni di “petit diable” Griezmann & soci.

Nel vero senso della parola, perché l'ultima immagine dell'europeo francese è una nube nera che avvolge il simbolo di Parigi. Disordini tra tifosi e forze dell'ordine, che sono stati una costante per tutta la competizione. Si temeva il terrorismo, sono arrivati gli hooligans. Confusi tra i manifestanti anti “loi du travail” (il nostro jobs act, per intenderci). No, non è stato un europeo normale.

Il primo giorno, prima del concerto di inaugurazione di David Guetta, appena arrivata nella Fan zone - dopo infiniti controlli e perquisizioni personali - ho ricevuto una chiamata dalla redazione: "È stato trovato un ordigno", mi hanno detto. Mi sono guardata intorno: i ragazzi camminavano tranquillamente avvolti dalle bandiere dei loro paesi. I poliziotti che si trovavano in quel punto di Champ de Mars hanno ricevuto la notizia da me. Nessuna bomba, falso allarme. La paura è la più subdola delle armi. E la paura era palpabile a Parigi. Sconvolta dalle matite spezzate di Charlie Hebdo, dal silenzio sanguinante del Bataclan.

Una città funestata da calamità umane, o meglio disumane, e naturali: persino la Senna è esplosa. Mentre intervistavo un gruppo di tifosi tedeschi, la Tour Eiffel è stata circondata da uno sciame enorme di vespe. Le persone hanno iniziato a gettarsi sotto le bancarelle dei souvenirs e a ripararsi come potevano. Il biondo ragazzone al mio fianco proferì in inglese: 'E' l'apocalisse'. Per un attimo gli ho creduto.

E poi... E poi c'è il calcio. Ci sono le magie di Cristiano Ronaldo e Bale, che hanno riscritto la storia sportiva delle loro Nazioni. Ci sono le opere d'arte da Louvre del pallone, come la rovesciata di Shaqiri contro la Polonia o il gol di Payet contro la Romania. C'è il tifoso gallese che chiede la mano alla sua fidanzata inglese in diretta su Sky, ci sono i barbuti supporters islandesi e il loro Vikings hymn, ribattezzato e adottato in tutta Europa come geyser sound. 

 

E c'è lo Sky Bateau, con la simpatia e il carisma del 'capitano' Del Piero e i carteggi certosini di Adani, affetto da una sorta di straordinaria ipertimesia calcistica. Le citazioni di sport e cinema di Paolo Condó. Ho capito cosa significa l'espressione 'uomo spogliatoio' proprio sul bateau: è un sinonimo di Billy Costacurta. La squadra fa la differenza: anche questo ho imparato a Parigi.

Euro 2016 è stata una partita tra la minaccia e la voglia di continuare il gioco della vita. Ed è per questo che grazie al calcio ha vinto la Francia. Je suis Paris
 

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