Mattarella, il discorso di fine anno e l'appello contro la violenza: "Lo sport è un'altra cosa"

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Il discorso di fine anno del Presidente della Repubblica ha affrontato anche il tema dello sport, con riferimento agli ultimi e tragici episodi di tifo violento nel calcio. Ha ricordato l'importanza dei valori che occorre avere sempre a mente quando si scende in campo, quando si guarda una partita, quando si esulta per un gol o per una vittoria. E lo ha fatto con una frase semplice: "Lo sport è un'altra cosa"

MATTARELLA: "AUTORITA' E CLUB DEBELLINO LA VIOLENZA"

"Non dobbiamo aver timore di manifestare buoni sentimenti che rendono migliore la nostra società". Coesione, responsabilità, un Paese più buono. E' l'appello lanciato da Sergio Mattarella. Il Presidente della Repubblica ha voluto affrontare tanti dei problemi aperti nel nostro paese, scendendo anche nel campo, quello dello sport, a cui tiene moltissimo. Ha chiesto al mondo del calcio e alle autorità di debellare la violenza ma al tempo stesso ha chiesto a tutti noi, alla politica e ai cittadini, di abbandonare i toni da ultras, lo scontro tra fazioni, cieche e sorde: "È l'immagine dell'Italia positiva, che deve prevalere. Il modello di vita dell'Italia non può essere - e non sarà mai - quello degli ultras violenti degli stadi di calcio, estremisti travestiti da tifosi.Alimentano focolai di odio settario, di discriminazione, di teppismo".

E’ la condanna di qualunque forma di vicinanza al tifo estremo, in opposizione ai valori dello sport. Del resto Il Presidente ha sempre sottolineato gli esempi positivi che riesce a generare, come quando accolse la nazionale di volley femminile reduce dal mondiale, usando parole chiare, tutte rivolte al futuro: "Quello che caratterizza la pallavolo è la coesione, essere squadra con grande vicendevole responsabilità. Vorrei che il paese somigliasse a questa nazionale con senso di responsabilità". Una nazionale che è diventata simbolo anche e soprattutto grazie a Paola Egonu e Myriam Sylla, cittadine di quell'Italia del domani a cui Mattarella ha voluto dedicare un altro passaggio del suo discorso: "Auguro buon anno ai cinque milioni di immigrati che vivono, lavorano, vanno a scuola, praticano sport, nel nostro Paese".

Ha usato un termine coniato dai bambini di una scuola di Torino: "felicizia". Un paese immaginario dove la felicità si ragggiunge grazie all'amicizia. Ci ha ricordato i valori che dobbiamo avere sempre quando scendiamo in campo, quando guardiamo una partita, quando esultiamo per un gol o per una vittoria, con una frase semplice: "Lo sport è un'altra cosa".