Lo schianto alle 8.44 locali. Nessun sopravvissuto tra i 149 passeggeri e gli otto membri dell'equipaggio. Tra le 35 diverse nazionalità dei passeggeri ci sono anche 8 italiani, come conferma la compagnia aerea etiope su Twitter. Tra i morti l'archeologo di fama internazionale Sebastiano Tusa
Tragedia in Etiopia, precipita un aereo con a bordo 157 persone: non c'è nessun sopravvissuto. Lo schianto del Boeing 737 della Ethiopian Airlines è avvenuto domenica mattina, sei minuti dopo il decollo dalla capitale Addis Abeba; era diretto a Nairobi, in Kenya. Nella lista dei 149 passeggeri, tutti deceduti insieme agli otto membri dell'equipaggio, ci sarebbero anche otto italiani. Lo ha confermato su Twitter la stessa Ethiopian Airlines, che ha diramato l'elenco completo delle 35 diverse nazionalità dei passeggeri. Presenti a bordo: 32 keniani, 18 canadesi, 7 francesi e britannici e - tra gli altri - 8 tra cinesi, americani e italiani. Stando a quanto riportato dal Corriere della Sera molti dei passeggeri erano "legati a Ong ed erano diretti a Nairobi per la quarta sessione dell'assemblea dell'Onu sull'ambiente (Unea-4), che si dovrebbe aprire lunedì".
La ricostruzione
I motivi dello schianto non sono ancora noti. L'incidente è avvenuto alle ore 8.44 locali. L'aereo era decollato alle 8.38 dall'aeroporto di Addis Abeba-Bole, la più importante struttura aeroportuale dell'Etiopia che prende il nome dalla frazione di Bole, nella parte meridionale di Addis Abeba. La meta finale Nairobi, in Kenya. È precipitato sei minuti dopo il decollo a una cinquantina di chilometri a sud della capitale etiope.
L'aereo e la compagnia
L'aereo era un Boeing 737-800 MAX. Stando a quanto riportato un velivolo nuovo, consegnato alla compagnia aerea a metà novembre. La Ethiopian Airlines, di proprietà statale - come confermato dalla BBC - è considerata una compagnia aerea affidabile: fra le maggiori di tutto il continente africano con una decina di milioni di passeggeri ogni anno. L'ultimo incidente nel gennaio del 2010, quando un loro aereo era caduto nel Mediterraneo poco dopo il decollo da Beirut, portando alla morte di 90 persone. Il premier etiope, Abiy Ahmed, ha inviato "a nome del governo e del popolo etiope le più sentite condoglianze alle famiglie di coloro che hanno perso i loro cari".
Le vittime: l'archeologo Sebastiano Tusa
Tra le 157 vittime c'è anche Sebastiano Tusa, assessore ai Beni Culturali della Regione Siciliana e archeologo di fama internazionale. Tusa era diretto in Kenia per una conferenza internazionale dell'Unesco con la partecipazione di archeologi provenienti da tutto il mondo, con l'obiettivo di realizzare un centro per il recupero delle tradizioni e della cultura del Kenya. Figlio dell'altrettanto famoso archeologo Vincenzo Tusa, ricopriva dall'aprile del 2018 la carica di assessore per la Regione Siciliana, ed era professore di Paletnologia all'Università degli Studi Suor Orsola Benincasa di Napoli. Nella sua carriera ha organizzato missioni archeologiche in Italia, Pakistan, Iran e Iraq, e - dopo aver lasciato la ricerca sul campo - si era dedicato all'amministrazione dei beni culturali. Nel gennaio 2010 era stato nominato Socio Onorario dell'Associazione Nazionale Archeologi. "Ho appena ricevuto la conferma ufficiale dell'unità di crisi del ministero degli Esteri, l'assessore Sebastiano Tusa era sull'aereo precipitato in Etiopia. Sono distrutto. È una tragedia terribile" - ha detto il presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci.
Le vittime: 3 volontari di una onlus di Bergamo
Secondo quanto riportato da Corriere della Sera e Repubblica, altre tre vittime accertate del disastro aereo apparterrebbero a una Onlus di Bergamo attiva nel continente, chiamata 'Africa Tremila'. La conferma anche nel messaggio di cordoglio su Facebook del sindaco di Bergamo Giorgio Gori: "La notizia è confermata ed è tremenda", tra le vittime "ci sono anche il presidente della Onlus bergamasca Africa Tremila, Carlo Spini, la moglie (Gabriella Vigiani, ndr) e il tesoriere dell'associazione, il commercialista di Bergamo Matteo Ravasio. Conosco Africa Tremila per essere stato ospite dell'associazione, molto nota a Bergamo - ha proseguito Gori -. Sono molto addolorato e esprimo in alle famiglie il mio cordoglio personale e quello di tutta l'Amministrazione comunale".