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Nuoto, il baby fenomeno Benedetta Pilato: "Ho 14 anni, non mettetemi pressione"

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Lia Capizzi

La 14enne di Taranto ha gli occhi puntati addosso. Al Mondiale di Gwangju sarà la più giovane italiana di sempre, record di precocità che toglie a Federica Pellegrini. Nei 50 rana la Pilato può lottare pure per una medaglia iridata, aspettative molto alte, forse troppo: "Calmi, non mi stressate, ho un sacco di tempo davanti a me". In onda sabato 20 luglio su Sky Sport 24 alle ore 19.50 e alle 21.50

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La scuola prima di tutto. Com’è giusto che sia per una ragazza di 14 anni. I genitori di Benedetta Pilato sono inflessibili sull’educazione scolastica e la figlia di certo non si fa pregare quando è ora di studiare. “Ho terminato il primo anno del Liceo Scientifico. Sono uscita con la media dell’8.80, quindi è andata benissimo. La scuola è la mia priorità”. La mattina in classe, il pomeriggio dedicato ai compiti e poi la sera gli allenamenti, è la routine quotidiana dell’adolescente di Taranto che sta riscrivendo la storia del nuoto azzurro in fatto di precocità. Ai Mondiali di Gwangju, in Corea del Sud, gareggerà all’età di 14 anni e 6 mesi, più piccola della leggenda Federica Pellegrini che debuttò in staffetta ai Mondiali 2003 quando aveva 14 anni e 11 mesi. Andiamoci piano con i paragoni, per favore, sono due specialità diverse la rana e lo stile libero, e sono due persone diverse la piccola Benny e la Divina Fede. “Non è un peso essere paragonata alla Pellegrini”, confessa Benedetta. “Anche perché non credo proprio che il paragone possa esistere, lei per me è un mito. Vedere il suo nome accostato al mio comunque è una soddisfazione, una cosa molto forte ma bellissima”. Ha un sorriso coinvolgente, è spigliata nel parlare, ha proprietà di linguaggio, risponde a tono con la sicurezza da grande. Ha 14 anni Benedetta Pilato ma di fisico e di testa sembra già una ventenne. “Ma no, diciamo che sono cresciuta in mezzo ai grandi e quindi mi sono abituata a parlare, ragionare, capire”. Al suo fianco è sempre presente l’allenatore Vito D’Onghia, dopo i genitori è colui che conosce meglio la baby campionessa, l’ha presa tra le braccia quando aveva 4 anni e sguazzava nella vasca dei piccoli, le ha insegnato a nuotare, l’ha vista crescere e ora seguendo passo passo questa sua esplosione mondiale”, Si, mondiale. A giugno Benedetta ha stabilito il record italiano assoluto nei 50 rana (30”13), il suo crono è il terzo al mondo nel 2019, prestazione che ha catalizzato l’attenzione di tutto il pianeta nuoto, in molti arrivano pure ad azzardare una medaglia iridata in Corea. Quando si parla di baby fenomeni c’è sempre il rischio di esagerare, c’è la paura di addossare un peso enorme su spalle che sono ancora nell’età dello sviluppo. Ci pensano papà, mamma e lo stesso allenatore ad innalzare una barriera di protezione, affettuosa ma molto rigida: “E’ cambiato tutto negli ultimi mesi”, analizza D’Onghia, tecnico della società Fimco Sport. “Adesso c’è un forte senso di responsabilità perché le aspettative su di lei sono tante. Noi tutti dobbiamo però sempre tenere conto che lei è molto piccola. È vero che sembra più grande ma dietro il suo sorriso e la sua esuberanza si nasconde una bimba, con le fragilità e le insicurezze di una 14enne. Ed è giusto che sia così”. Insieme al suo coach Benedetta sta già pensando al futuro. La sua gara, i 50 rana, non è una specialità olimpica. C’è bisogno di preparare la doppia distanza, i 100 rana, all’altezza di un sogno a cinque cerchi. “Ma Benedetta ha già un ottimo 100 rana”, puntualizza D’Onghia. “Ha il record italiano dei cadetti nelle due vasche. Non le viene bene come il 50 ma ci stiamo lavorando”. La rana è la specialità più tecnica del nuoto, i ranisti sono da sempre considerati estrosi, con un filo di follia, al pari dei velocisti. “Benedetta è ranista e pure velocista, fate voi. Ogni nostro allenamento è una gara di sfottò tra me e lei”.

I tecnici di molte nazioni hanno chiesto i video delle gare della Pilato, incuriositi dalla sua nuotata particolare, per analizzarla e giudicarla. Una bracciata a pelo d’acqua, una rana poco subacquea con la testa quasi sempre fuori dall’acqua. “È stata la rana a scegliere me, sin da piccola”, sorride Benedetta mentre si prepara alla prima avventura Mondiale con la curiosità di vivere l’atmosfera della nazionale maggiore del DT Cesare Butini, di riscaldarsi con i fenomeni del nuoto, di gareggiare con le più forti. “ Io sono molto tranquilla, non mi sento addosso alcuna pressione anche perché il nuoto mi piace, non è una cosa che devo fare per forza”. Il messaggio è bello chiaro, da spedire a quanti la vedono già con una medaglia mondiale al collo, a 14 anni: “Calmi, non esagerate e non mi stressate, perché ho ancora un sacco di tempo davanti a me".