L'altoatesino, squalificato fino al 2024 per doping, ha ripreso la preparazione. L'allenatore Donati: "Non è una provocazione, ma un modo di ribadire la propria innocenza".
Alex Schwazer torna ad allenarsi. La decisione, già di per sé eclatante, ha stupito in primis il suo mentore Sandro Donati, l’allenatore - riconosciuto simbolo della lotta al doping- che ha sempre creduto nell’innocenza del suo allievo incappato in un secondo caso di positività poco prima delle Olimpiadi di Rio de Janeiro. Nei giorni scorsi il marciatore altoatesino si è recato a Roma dove si è sottoposto ad accertamenti fisiologici per la ripresa degli allenamenti. “Per uscire dall’incubo di questi anni trascorsi a difendersi da un’accusa di doping assurda ed assolutamente priva di fondamento, per riappropriarsi del proprio talento, per comunicare a tutti che è naturalmente forte, per tenere accesa una speranza, Alex Schwazer ha deciso di tornare ad allenarsi per la marcia”, conferma in un comunicato lo stesso Donati. Poco meno di due mesi fa il campione olimpico di Pechino 2008, nella 50 Km di marcia, confidava a SkySport il senso della sua lunga battaglia legale senza però alcuna idea di tornare a gareggiare. “Io voglio e devo dimostrare a tutti che sono innocente, ora le prove stanno confermando i miei sospetti di manipolazione. Ho pazienza, sto aspettando da quasi 3 anni e non ho intenzione di mollare. No, non lo faccio per tornare a gareggiare, avrei sempre il dubbio di dovermi sottoporre ad un altro controllo manipolato”, ci raccontava il 12 settembre l’ex azzurro.
Alex ha dunque cambiato idea, a 35 anni è un atleta ancora integro, non ha mai smesso di tenersi in forma grazie al nuovo lavoro, segue e allena un gruppo di podisti amatoriali. Questa sua nuova decisione potrebbe passare per una provocazione ma proprio Sandro Donati ci tiene a spazzare via qualsiasi dubbio: “Tornando ad allenarsi per sperare di tornare alle gare, Schwazer non intende provocare nessuno, ma solo ribadire e dare concretezza alla propria innocenza ed alla propria speranza che dirigenti sportivi più coscienziosi di quelli che hanno gestito finora questa vicenda, sappiano operare per porre fine alle azioni infami, con le quali dapprima è stata costruita una positività e poi si è tentato in ogni modo di continuare ad ostacolare l’indagine e l’istruttoria su fatti, comportamenti e circostanza gravemente compromettenti, senza rispetto, non solo di Schwazer, ma anche della Magistratura. Alex dichiara la sua piena disponibilità ad essere, sin da subito, sottoposto a qualsiasi controllo”.
Attualmente Schwazer sta scontando una squalifica per doping di 8 anni per il secondo caso di positività dopo quella del 2012. La squalifica è stata comminata dal TAS (Tribunale Arbitrale dello Sport) nel breve procedimento del 10 agosto 2016 a Rio de Janeiro. La squalifica sportiva scade dunque nel 2024. La difesa di Schwazer non esclude la possibilità di presentare ricorso all’Alta Corte Federale del Tribunale Svizzero, l’ unica sede dinnanzi alla quale può essere impugnato un arbitrato contro il TAS. Sul fronte, invece, della giustizia ordinaria, è attualmente in corso il processo penale a Bolzano, la novità è rappresentata dagli “indizi di manipolazione” emersi nella lunga udienza dello scorso 12 settembre durante la quale il Comandante dei Carabinieri Giorgio Lago ha esposto i risultati della perizia effettuata dai RIS di Parma. Il Giudice per le Indagini Preliminari Walter Pelino ha successivamente disposto un supplemento di perizia. La richiesta del GIP è contenuta in 34 pagine nelle quali si legge che tra gli elementi emersi a sostegno dell’ipotesi di manipolazione vi è lo scambio di email compromettenti fra il legale della IAAF a Losanna Ross Wenzel, il direttore del laboratorio di analisi di Colonia, Hans Geyer, ed il capo dell'antidoping della IAAF, Thomas Capdeville. L’intenzione di Schwazer, e del suo legale Gerhard Brandstaetter, è di presentare due esposti: il primo alla procura di Colonia, sede del Laboratorio Antidoping che ha analizzato le provette del controllo effettuato in data 1 gennaio 2016 e le ha custodite per più di due anni. L’altro esposto sarà presentato alla procura di Stoccarda (sede del magazzino dove furono tenute in custodia per più di 15 ore le provette del marciatore, durante il tragitto da Racines, comune di residenza di Schwazer, al laboratorio di Colonia).