Coni-Sport e Salute, resta aperto il contenzioso. Malagò: "Comportamento irresponsabile"

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A sedici giorni dal decreto legge sull'autonomia dello sport, non c'è pace tra Coni e Sport e Salute. "Se entro lunedì questa situazione non verrà ristabilita, saremo obbligati ad andare in contenzioso con Sport e Salute", l'intervento molto duro del presidente del Coni Malagò. La replica di Cozzoli: "La società si è uniformata a quanto previsto dallo stesso decreto". Cosa sta succedendo? La ricostruzione

A distanza di 16 giorni dal decreto legge, varato sul filo di lana dal governo uscente, non è arrivata la pace né tantomeno la collaborazione. Dopo due incontri, rispettivamente la settimana scorsa a Roma e lunedì a Cortina, tra il presidente del Coni Giovanni Malagò e quello di Sport e Salute Vito Cozzoli le parti restano ancora molti distanti, la situazione è ben lontana dall’essere chiarita, a partire dal tema inerente all’organico del personale. "Non capiamo il comportamento di Sport e Salute, noi chiediamo solo quello che è sancito dal decreto. Il Coni è molto contrariato per questo comportamento inspiegabile e inaccettabile. Oggettivamente chiediamo solo quello che è scritto nel decreto altrimenti viene meno il gentlemen agreement, questa è una cosa non corretta. Non siamo stati noi a creare il litigio, anzi siamo andati con il ramoscello d'ulivo. Lo stesso Cozzoli ha voluto la presenza come testimone, a entrambi gli incontri, di Franco Chimenti – presidente Federgolf - che può raccontarvi tutto”, ha affermato Giovanni Malagò in conferenza stampa al termine della Giunta del Coni convocata in videoconferenza dai Mondiali di sci alpino di Cortina 2021.

La questione del personale

"Per espletare le funzioni del Coni sono indispensabili 165 persone, sono dodici mesi che andiamo avanti con 112 avvalidati – persone che lavorano per il Coni ma sono dipendenti di Sport e Salute - mentre per le restanti 53 persone (che attualmente lavorano sempre per il Coni), l'ex Coni Servizi ci ha proposto un contratto di servizio. Cioè, a noi che siamo un ente pubblico una società che è partecipata del Ministero dell’Economia ci ha chiesto 67mila euro più Iva da addebitare per tre mesi, per un totale di 215mila euro. Il comportamento di ex Coni Servizi è inspiegabile e inaccettabile”, ha aggiunto il numero uno del Comitato Olimpico Italiano. "È anche vergognoso che non ci diano il segretario generale, di fatto noi non abbiamo il marketing, non abbiamo un ufficio legale e quello di statistica. Chi mandiamo a trattare con i fornitori a Tokyo, per esempio? La Giunta ha preso atto, se entro lunedì questa situazione non verrà ristabilita, saremo obbligati ad andare in contenzioso con Sport e Salute". 

Malagò ha chiamato in causa il Dipartimento Sport del Ministero. “Se non vi basta la parola del Coni e del suo presidente, chiamate il responsabile del Dipartimento Sport e chiedete a lui chi ha ragione tra il Coni e Sport e Salute. Ripeto, qualcuno deve assumersi le responsabilità di questa assurdità". 

 

Interpellato da Italpress Giuseppe Pierro, responsabile del Dipartimento Sport, commenta così la richiesta avanzata dal Coni sulla base del decreto legge approvato dal Governo Conte e respinta da Sport e Salute: “Dal mio punto di vista la questione è abbastanza semplice: il Comitato olimpico nei prossimi mesi deve organizzare assemblee elettorali che sono attività istituzionali. Non parliamo di servizi aggiuntivi. Il Coni ha bisogno di personale per organizzare le elezioni, Sport e Salute sta chiedendo oneri aggiuntivi - precisa Pierro - Le elezioni sono la massima espressione dell’autonomia dell’ente: la questione va risolta sotto un profilo tecnico, cercheremo di trovare una soluzione a breve perché per le procedure previste dal decreto ci vuole più tempo. Nel frattempo è possibile che in Parlamento ci siano delle modifiche al decreto, ma comunque bisogna trovare una soluzione nell’immediato per garantire massima autonomia al Coni nel processo elettorale".

La replica di Sport e Salute

In serata è arrivata la replica del presidente Vito Cozzoli: “Sport e Salute - si legge in una nota della società - ripetutamente e formalmente ha dato la più ampia disponibilità al Coni per prevedere una transizione ordinata e auspicabilmente condivisa nell'attuazione del decreto legge 5/2021. La società ha improntato la sua azione e si è uniformata in maniera puntuale a quanto previsto nello stesso decreto".