Le "Azzurre d'oro" si raccontano a Sky Sport. VIDEO

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Sara Simeoni, Valentina Vezzali, Bebe Vio e Sofia Goggia: le “Azzurre d'oro”, insieme per celebrare i vent’anni di Sky, ripercorrono emozioni e successi sportivi con Giovanni Bruno ed Eleonora Cottarelli. Gli speciali sui canali Sky Sport e disponibili on demand

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Sara Simeoni, Valentina Vezzali, Bebe Vio e Sofia Goggia hanno partecipato al panel “Azzurre d’Oro” nella giornata di celebrazioni di “Sky 20 anni”.  Le Azzurre insieme per ripercorrere emozioni e successi sportivi con Giovanni Bruno ed Eleonora Cottarelli.

Sara Simeoni: "Si diceva che noi donne facessimo perdere tempo..."

"Se penso al percorso che ho fatto, alla caparbietà, alle scelte, dico che è stato un percorso non facile, ho cominciato quando lo sport femminile non era importante, ho dovuto sgomitare e lì di fantasia ce ne è voluta tanta. Si diceva che noi donne facessimo perdere tempo, quegli anni lì è stata tosta. Per qualsiasi cosa ci si barricava per il fatto che si era donne, per i i muscoli, il mal di pancia che ti veniva una volta al mese, erano tutte cose che frenavano. Lo sport mi ha insegnato che certe situazioni non erano sinonimo di malattia, ma di benessere, allenarsi significa anche sopportare il dolore. Abbiamo dovuto sempre adattarci e probabilmente questa è la cosa che mi è piaciuta di più, farci uscire dal nostro guscio".

Valentina Vezzali: "Ho dimostrato che a 4 mesi dal parto si può salire sul tetto del mondo"

Ho un carattere forte, quando mi metto in testa un qualcosa, lavoro e vivo per raggiungere quel qualcosa, ma appena raggiunto- le parole della Vezzali a Sky Sport- penso subito all’evento successivo. Ringrazio il maestro Ezio Triccoli, senza di lui non ci sarebbe stata la grande scuola di Jesi e soprattutto non sarei riuscita a tirar fuori il mio talento. Ho dovuto combattere contro le reticenze del momento, all’epoca le federazioni, quando un’atleta donna decideva di rimanere incinta veniva depennata dalle liste federali e non veniva più convocata. Sono riuscita a dimostrare che a 4 mesi dalla nascita di un figlio si può addirittura salire sul tetto del mondo. Dopo questa mia impresa la Federazione Italiana Scherma, che è stata la prima, ha inserito nel proprio regolamento una norma che sancisce il congelamento dell’atleta in maternità nel ranking nazionale e il mantenimento dell’indennità di allenamento. Questa norma è stata inserita tra i principi formatori del Coni e tutte le federazioni si devono adeguare ad essa".

 

Bebe Vio: "Vicino a me una squadra pazzesca"

Per me l’importante è stato sempre riuscire a portare avanti tutto, l’università, la scherma, i progetti paralleli, con la Onlus e l’Academy. Devo ringraziare Valentina Vezzali, mi ha tirato fuori da un bagno che piangevo, ero al mio primo mondiale, avevo perso malissimo. Dopo due ore è riuscita a tirarmi fuori dal bagno e ho detto a mia madre: “Sai che anche Valentina perdeva le prime gare?”. Ho la fortuna di avere una squadra pazzesca, gli allenatori, come Simone Vanni, il fotografo Augusto Bizzi, che paradossalmente è quello più vicino a te. C’è confusione, ma quando sei lì, nella tua maschera ti crei un tuo mondo, e selezioni le voci da far entrare, quelle persone che ti fanno cambiare il modo di pensare".

 

Sofia Goggia: "Non dare tutto te stessa è una idea insopportabile"

"Quando andavo a scuola, uscivo un’ora prima, partivamo (con mia madre) e andavamo a sciare. Poi tornavo e facevo i compiti, ma è sempre stato qualcosa che ho fatto con estrema gioia. Non sono mai stata troppo agevolata a scuola, penso che oggi le cose siano un po’ cambiate, le scuole statali ad esempio non accettavano l’iscrizione per le mie assenze, ad esempio, l’ultimo anno della maturità, ho dovuto fare scuola privata da privatista. Se c’è qualcosa per cui vivo nello sport è vincere. Il fallimento non è perdere, devi accettare che qualcuna è più brava di te. Perdere per me è legato al fatto di non dare tutti se stessi, è legato alla mediocrità, a quello standard di non eccellenza. Il non dare tutto te stesso è una idea insopportabile con cui vivere. La figura del maestro nello sport è fondamentale, non è solo un allenatore che ti insegna un gesto tecnico specifico, è un educatore che ti fa crescere con determinati valori. Ho avuto la fortuna immensa di trovare una persona che me li ha trasmessi. Una delle cose di cui sono ancora più grata oggi è portare quei valori in giro nei circuiti di Coppa del Mondo".