Padel, Tapia e Coello vincono il Premier Major di Mendoza: Stupa e Di Nenno ko 6-2, 7-6

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Michele Mastrogiacomo

L'argentino e lo spagnolo vincono il loro 13esimo trefeo stagionale battendo in una finale combattuta solo nel secondo set l'unica coppia che in questa stagione è riuscita a metterli in difficoltà. Un dominio acclarato quello dei numeri 1 del mondo in questa stagione

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La dittatura dei Golden Boys prosegue anche in Argentina. Termine forte, per carità, ma uno che descriva meglio ciò che stanno realizzando i numeri 1 del padel mondiale in questa stagione proprio non ci viene in mente. Tapia e Coello (ancora loro, sempre loro, e chi se no?) cannibalizzano anche il quarto major del circuito Premier Padel, quello argentino di Mendoza, e si portano a casa il loro 13esimo trofeo di un’annata già memorabile (e siamo solo a poco più di metà del cammino). Dopo aver fatto fuori in due set, di cui il secondo vinto con un perentorio e agevole 6-2, gli ex numeri 1 al mondo Lebron-Galan, peraltro in netta ripresa, Arturito e il Mozart di Catamarca hanno proseguito nella loro opera di demolizione degli avversari, battendo in una finale combattuta solo nel secondo parziale i loro più acerrimi nemici di questa stagione, quei Stupaczuk e Di Nenno che, anche se solo per due volte sulle 10 sfide giocate, sono stati praticamente gli unici a riuscire ad aver la meglio dei due fuoriclasse da quando hanno deciso di mettersi insieme per riscrivere tutti i numeri del padel mondiale. Perché è questo quello che stanno facendo Tapia e Coello. Qualcosa che non si era mai visto prima. Frutto di un dominio tecnico disarmante, un’aggressività sotto rete imperiosa, un’arroganza e una prepotenza fisica senza eguali, scelte tattiche impeccabili e difese al limite della perfezione. Risultato: sono assolutamente ingiocabili. E vincono sempre. Dando quasi fastidio per quanto sono forti e dirompenti. Ma allietando gli occhi dei tanti appassionati che riescono a godersi un padel portato quasi sempre ai limiti dell’impossibile. 

Un primo set dominato

Anche a Mendoza, dunque, sono Tapia e Coello ad alzare le braccia al cielo. Ma la sensazione che rimane al termine di un’altra serata di dominio padelistico è che tutti in fondo già lo sapessero. I tifosi sugli spalti per primi, nei cui occhi si leggeva un misto tra timore e timida speranza di riuscire a vedere una finale combattuta. Ma persino gli stessi Stupa e di Nenno che, da Super Pibes quali sono, mettono sempre in campo tutta la loro grinta agonistica (oltre ai notevoli contenuti tecnici), ma oggi si sono presentati nell’arena quasi scarichi, stranamente silenti (Di Nenno soprattutto) e meno combattivi del solito. E infatti il primo set scivola via quasi sul velluto per i favoritissimi Golden Boys, più dirompenti e disarmanti che mai, che trovano il break alla prima occasione (andando subito 3-0), lo conservano fino al 5-2 e poi chiudono rubando per la seconda volta il servizio ai propri avversari, costretti sempre almeno ai vantaggi in ogni turno di battuta. Non c’è storia, Tapia e Coello sono semplicemente troppo forti sotto tutti i punti di vista: dall’alto, come tutti sanno, ma anche dal basso (Stupa e Di Nenno impostano la gara cercando di alzare meno possibile per non esporsi agli smash poderosi e carichi di kick), in difesa, nelle scelte, di pura tecnica e fantasia. In tutto. 

Nel secondo c'è partita

Ma, come detto, i Super Pibes sono i Super Pibes, non mollano mai per natura e poi, in questa stagione, sono pur sempre stati gli unici e i soli a riuscire a battere i due alieni. E allora succede che Stupa e Di Nenno decidano di ripresentarsi in campo molto più carichi rispetto al primo set e, forse anche per un naturale calo di tensione dei dominatori incontrastati, riescano a rosicchiare un pochino di gioco e sicurezza ai loro avversari, sfiorando persino il break nel primissimo gioco. E’ un segnale chiaro, piccolo ma sempre un segnale, che il pubblico non vedeva l’ora di cogliere: la partita, almeno per un set, può esserci sul serio. Dopo aver mancato il colpo dello 0-1, Stupa e Di Nenno non demordono e continuano a lottare come forsennati, riuscendo in qualche modo a rimanere attaccati alla partita e ai propri turni di servizio, traghettando il pubblico, ora finalmente in estasi, sino al 6-6 che prelude al tie break. Nel quale i Super Pibes raccattano anche l’ebbrezza di un set point, finito sul vetro di fondo dopo un blocco quasi impossibile di Di Nenno. E’ l’ultimo sussulto di una partita che nel secondo set, tra colpi quasi impossibili, attacchi all’arma bianca e una spregiudicatezza rara, è stata bellissima e ha nobilitato un torneo sin troppo facilmente dominato da due ragazzi fenomenali. Che alla fine, come spesso è accaduto negli ultimi mesi, si abbracciano quasi in lacrime al centro del campo.  13 tornei vinti: 10 nel World Padel Tour e 3 (su 4) nel Premier Padel. Sono i più forti. I più dominanti. I più disarmanti. Ma anche questo è lo sport, e quando a esaltarlo sono 4 campioni del calibro di quelli visti in campo a Mendoza, anche se il risultato è quello che tutti si aspettavano, non si può che uscirne con gli occhi che brillano e la bocca che si riempie di complimenti. Alla faccia della dittatura.