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Daniele Cassioli: "La mia vita nello sci nautico, tra riscatto e libertà"

l'intervista

Giovanni Mazzola

Il 37enne di Gallarate, non vedente dalla nascita, è il più grande atleta di sci nautico paralimpico di tutti i tempi con 100 titoli vinti. Un esempio di vita nel segno dello sport: "Mi sentivo difettoso, lo sci nautico è stato il riscatto con me stesso. La qualità della reazione delle persone fa la differenza"

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"Quando 'guardi' oltre, tutto è possibile". È il motto della vita di Daniele Cassioli, il più grande atleta di sci nautico paralimpico di tutti i tempi che pochi giorni fa ha conquistato tre ori mondiali sulle acque del Lago Shortline di Elk Grove, in California, raggiungendo l'incredibile quota di 100 titoli (tra italiani, europei e mondiali) in 23 anni di carriera. "Lo sport è magico. Al di là dei successi è meraviglioso per i rapporti umani che genera, alimenta e trasforma" racconta Daniele, 37enne, non vedente dalla nascita. Cassioli è riuscito a trasformare una difficoltà in un'opportunità, definendosi "una persona come tante altre che ha fatto del proprio limite un punto di forza".

"I miei genitori hanno messo il bambino davanti al cieco"

Cassioli è nato il 15 agosto 1986 a Roma, non vedente per via di una malattia genetica. "La mia famiglia ha avuto il merito di mettere il bambino davanti al cieco - ammette - Mi hanno spinto a fare sport ed è stato subito amore". Nei sogni di Daniele, però, non c'era lo sci nautico: "Volevo giocare a calcio con i miei amici, ma appena ho capito che non l'avrei potuto fare ho vissuto prima una fase di dolore e poi ho scelto lo sci nautico. Se io vedessi, non avrei mai praticato questo sport". Una passione che è diventata una ragione di vita sin dal 1995, anno in cui Cassioli iniziò la sua avventura, entrando subito a far parte della squadra nazionale italiana paralimpica.

Da Milano alla California: le 100 perle di Daniele

Cassioli ha iniziato a partecipare a gare internazionali nel 1998 agli Europei in Giordania, conquistando l'argento nello slalom. Nel 2000, poi, il primo titolo agli Europei di casa all'Idroscalo di Milano. Da quel momento Daniele non si è più fermato: 3 record del mondo, 45 titoli italiani, 27 titoli europei e 28 titoli mondiali. Gli ultimi in ordine di tempo quelli in California. Oro nelle categorie "figure", "salto" e "combinata", oltre all'argento in "slalom". "Scegliere la vittoria più bella è difficile - ammette Cassioli - Lo scorso anno ho perso mio fratello Davide e le medaglie che ho vinto agli Europei sono state forti per la sua mancanza. Vorrei smettere in un momento in cui sto bene. Le gare importanti vinte sono cento e presumo che rimarranno cento, ma faccio fatica a pensare a un ritiro definitivo".

"Quando salto 17 metri vivo un sento di libertà"

Riscatto, crescita, incontro e libertà. Sono i quattro aggettivi utilizzati da Cassioli per descrivere il suo legame con lo sci nautico: "Inizialmente ha rappresentato un riscatto nei confronti di me stesso - spiega - Dal sentirmi "difettoso" ad avere un potenziale. Poi è stata crescita pura e, infine, incontro con altre disabilità. Lo sci nautico è libertà, quando salto 17 metri o faccio slalom a 60 km/h vivo un senso di libertà che pensavo la cecità mi avesse tolto". Uno sport trattato come un amico da Daniele, come se esistesse in carne ed ossa. Quell'amico che è stato fondamentale per reagire a un problema. Perché d'altronde a fare la differenza sono gli atteggiamenti: "Non esistono problemi di Serie A o Serie B - aggiunge - Esistono atteggiamenti di Serie A o Serie B e sono questi, alla fine, che fanno la differenza".

"Dobbiamo spingere i ragazzi a fare attività sportiva"

Daniele, laureato anche in fisioterapia, ha scritto due libri ("Il vento contro" e "Insegna al cuore a vedere") e nel 2019 ha aperto un'associazione, la Real Eyes Sport, che ha un chiaro obiettivo: consentire ai bambini con disabilità di praticare sport. "Quando ho iniziato nel 1995 non c'era cultura paralimpico. Adesso il movimento è cresciuto, ma tanti bambini con disabilità non hanno accesso alla pratica sportiva - spiega Cassioli - Dobbiamo spingere i ragazzi a fare attività, soprattutto chi ha una disabilità. Mi auguro che l'ingresso dello sport nella Costituzione possa aiutare. Lo sport è un alleato educativo, genera unione e ha un grande potere perché ci dà gioia empatizzando per il successo di qualcuno".

"La qualità della reazione delle persone fa la differenza"

Lo sport è stato il volano nella vita di Cassioli che adesso vuole portare la sua esperienza sia in altre realtà sportive - favorendo la pratica tra i giovani - che nelle aziende, per generare inclusione negli ambienti lavorativi. "Lo sport ti spinge ogni giorno ad andare oltre - conclude - Se porti questo concetto nella vita di tutti i giorni, riesci ad andare oltre i limiti. La cecità mi ha costretto ad andare oltre, la disabilità mi ha insegnato che la qualità della reazione delle persone fa la differenza".