Atletica, la sorpresa è Gatlin. Lungo e disco, questione di centimetri

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Manyonga

Il velocista giamaicano ai suoi ultimi 100 metri in carriera chiude con un terzo posto mondiale, battuto dal duo statunitense Gatlin (9''92) - Coleman (9''94). Per Bolt soltanto un bronzo (9''95). Nel disco e nel salto in lungo maschile oro e argento sono questione di centimetri, doppietta etiope nei 10.000 metri donne

Era la gara più attesa e non ha deluso le aspettative. Chi si attendeva però una passerella trionfale per Usain Bolt è rimasto deluso. Il giamaicano infatti chiude con un terzo posto mondiale la sua carriera sui 100 metri, preoccupato dalla prestazione di Christian Coleman lungo la corsia al suo fianco e ritrovatosi beffato da Justin Gatlin - accolto dal pubblico londinese con una bordata di fischi (in tanti non hanno dimenticato la sua squalifica di quattro anni causa doping) e uscito dalla pista zittendo tutti, non prima però di essersi inchinato al più grande velocista di tutti i tempi. Un inchino e un gesto di rispetto vero, ma anche di rivincita per un atleta spesso e volentieri costretto a gareggiare soltanto per la piazza d’onore. Stavolta invece è bastato il 9’’92 che in molti pronosticavano avrebbe potuto correre anche Bolt. Il giamaicano invece ha perso come già era successo nei turni precedenti lo spunto sui blocchi, impegnato poi a recuperare quei due metri di svantaggio su Coleman, risultati letali nel computo finale dei secondi. Per Bolt è la finale mondiale più lenta in carriera (9’’95), mentre Gatlin riesce a tornare sul trono del mondo a 12 anni di distanza dall’ultima volta (Helsinki 2005). Un’impresa non da poco.

Lancio del disco e salto in lungo uomini: vincono Gudzius e Manyonga per pochi centimetri

Lo sport, così come la vita, sa essere crudele e spietato. E alla lunga lista delle vittime di questo assioma tanto semplice quanto puntualmente verificato si aggiunge anche Daniel Stahl - lo svedese dominatore in stagione nel lancio del disco, battuto per soli due centimetri nella gara più importante della stagione dal lituano Andrius Gudzius, riuscito al secondo lancio della sua serata da incorniciare a portare a casa la misura di 69 metri e 21 centimetri. Un’unghia o poco più rispetto al 69 e 19 fatto registrare da Stahl, non in grado nei quattro lanci successivi di andare oltre i 68 metri e mezzo. Oltre quota 68 anche Mason Finley, lo statunitense che si è aggiudicato il bronzo. Ma a consolare lo scandinavo (secondo il famoso detto "mal comune, mezzo gaudio") arriva pochi minuti dopo il clamoroso ultimo salto di Jarrion Lawson, atterrato ben oltre gli otto metri nei pressi della misura che sarebbe valsa la medaglia d'oro. A prendere le misure da vicino però, quei 44 centimetri aggiuntivi servono solo a far aumentare il rammarico dello statunitense, fermatosi a un passo dalla misura di 8 e 48 del sudafricano medaglia d'oro.

10.000 metri femminili: doppietta etiope Ayana-Dibaba

Alla fine Almaz Ayana si è goduta gli ultimi istanti di corsa, vincitrice in solitaria dopo la fuga che le ha regalato l’oro nei 10.000 metri donne. Attorno a lei quando ha tagliato il traguardo c’erano soltanto doppiate a cui serviva ancora un altro sforzo per arrivare al termine, senza che quello portasse in dote una splendente medaglia come successo all’etiope. Sul secondo gradino del podio la sua compagna Tirunesh Dibaba a chiudere una doppietta che lascia al Kenya soltanto il bronzo della Tirop, battuta nello sprint per l’argento corso con ben 45 secondi di ritardo rispetto al 30’16’’32 della Ayana.  

Semifinali 100 metri: nessuna sorpresa tra i qualificati

Usain Bolt conquista la finale mondiale nei 100 metri, lasciando però in parte quelle perplessità che già la batteria di qualificazione aveva evidenziato. Il giamaicano infatti chiude secondo correndo 9’’98, un centesimo più lento dello statunitense Coleman, scappato in avvio dopo una partenza molto più efficace del pluricampione del mondo e rimontato nella seconda metà di gara. Alla fine Bolt sembra quasi fermarsi e sorridere verso l’avversario più temibile negli ultimi metri, ma è l’errore sul tabellone luminoso dello stadio (che per qualche istante non riporta il suo nome in seconda posizione) a togliere il fiato al numeroso pubblico londinese accorso e l’iniziale voglia di esultare al veocista. Alla fine il problema tecnico rientra con la stessa rapidità con cui Bolt torna a sorridere; ad attenderlo nella finale delle 22:45 ci saranno sia Gatlin (secondo anche lui nella sua semifinale, battuto dal sudafricano Simbine) che Blake, convincente con il suo 10’’04. Il lotto definitivo dei finalisti è: Simbine-Gatlin-Blake-Prescod-Coleman-Bolt-Vicaut-Su.