Ai Mondiali di Doha brilla il risultato dei velocisti azzurri. Molto bene Marcell Jacobs, che corre il quinto tempo assoluto (10”07). A Filippo Tortu basta un 10”20 per entrare nei migliori 24 iridati. Le semifinali dei 100 metri sono in programma sabato alle ore 17.45. A seguire, la finale dei 100 metri è prevista alle ore 21.15. La prima giornata di gare non regala ulteriori soddisfazioni: eliminati tutti gli altri azzurri. Niente finale per Yeman Crippa nei 5000 metri e per le azzurre del salto in alto Elena Vallortigara (1,89 metri) e Alessia Trost (1,92 metri)
LA SCHEDA DI FILIPPO TORTU - LA SCHEDA DI MARCELL JACOBS
Filippo e Marcell, o meglio Marcell e Filippo. L’ordine tra i due nemici, ma grandi amici, lo ha stabilito per il momento la prima giornata di gare di un Mondiale che passerà alla storia per essere il più torrido di sempre, con temperature sopra i 35 gradi, oltre 40 percepiti. All’interno dello stadio Khalifa il clima (22-24 gradi) è più vivibile grazie ad un tecnologico impianto di condizionamento. Jacobs è in sesta batteria, corre insieme al super favorito Christian Coleman, il più veloce al mondo nel 2019. L’americano chiude in 9”98, è il più veloce di tutte le batterie, ma Marcell Jacobs gli arriva subito dietro. Il ragazzo di Desenzano, nato a El Paso (Texas) si fa il miglior regalo di compleanno, 25 anni compiuti il giorno prima. Marcell è un lampo in 10”07 (+0,1 m/s) a soli 4 centesimi dal personale (10”03) realizzato lo scorso luglio a Padova, terzo miglior italiano di sempre sui 100 metri. "Me la stavo facendo sotto in camera di chiamata, quando sono entrato in pista ero tesissimo, ma poi sono riuscito a liberare la mente ed essere tranquillo. Forse ho pasticciato un po’ in partenza, ma ho ritrovato un feeling che non provavo da un po’, era da un mese e mezzo che non gareggiavo". Ecco appunto, il valore della sua prestazione aumenta ancor di più sottolineando che l’azzurro è reduce da una vigilia iridata alquanto tribolata, fino a dieci giorni fa sembrava pure in dubbio la sua partecipazione per l’infortunio subito lo scorso 10 agosto agli Europei a squadre di Bydgoszcz. Solo gli ultimi giorni trascorsi al Centro Coni dell’Acqua Acetosa a Roma, dove lo scorso autunno Jacobs si è trasferito, avevano sciolto i dubbi suoi e dell’allenatore Paolo Camossi. "E’ stato un mese e mezzo difficile, ma nell’ultima settimana sono riuscito a lavorare bene. La decisione di gareggiare in Qatar è stata ben ponderata, non sono venuto qui a Doha per fare la comparsa in batteria ma per dimostrare a me e a tutti gli altri quello che valgo". L’azzurro tesserato per le Fiamme Oro sarà dunque al via della prima semifinale, in programma sabato 28 settembre (ore 17.45) dove troverà ancora Coleman come avversario. "Per il momento sono contentissimo, ma non ho fatto ancora nulla, il mio sogno è andare in finale, quindi spero di disputare ancora altre due gare a Doha, devo restare concentrato". Nell’attesa di poter realizzare un'eventuale impresa, c’è la certezza di una dedica che sarebbe già pronta per il piccolo Anthony di appena 3 mesi, il suo secondo figlio che a casa lo guarda in braccio a mamma Nicole.
Tortu: "Contento del piazzamento, non del tempo"
Sorride Filippo Tortu, al suo primo Mondiale nei 100 metri. Il primatista azzurro non può considerarsi soddisfatto del suo 10”20 (-0,3 m/s) con il quale arriva terzo in batteria, preceduto dal brasiliano Camilo De Oliveira (10”11) e dallo statunitense Michael Rodgers (10”14). Per il 21enne brianzolo dal cuore sardo è il diciannovesimo tempo, tanto basta per essere dentro i magnifici 24 che sabato si contenderanno l’ingresso in finale. Difficile definire il preciso livello di soddisfazione: "Sono contento del piazzamento ma non sicuramente del tempo, non nascondo che avrei voluto fare meglio. Però mi vedete con il sorriso perché l’obiettivo era andare avanti". L'azzurro delle Fiamme Gialle sarà impegnato nell’ultima delle tre semifinali, con tra gli altri il sudafricano Simbine autore di 10”01, secondo miglior crono delle batterie dopo Coleman. "Adesso che abbiamo raggiunto la qualificazione sono molto fiducioso". Abbiamo. Il pluralis maiestatis nelle parole di Pippo include sicuramente il gruppo di lavoro che lo segue, in prima fila c’è la persona fondamentale che lui chiama "allenatore" e che in realtà è il padre, Salvino. Ma il ragazzo che ama Battisti e sogna di imitare Livio Berruti usa la prima persona plurale perché vuole includere nel suo discorso pure Marcell. Non è circostanza, ma pura sincerità. Tortu e Jacobs sono rivali in pista, eccome, hanno interessi e stili di vita completamente diversi, ma sono amici sinceri, si stimano, scherzano, si sfottono. Entrambi educati e persino modesti. Due bravi ragazzi con in comune lo stesso sogno. Goodfellas, c’è una finale Mondiale da conquistare. Difficile? Sì. Ma non impossibile.
Crippa eliminato: "Ho preso una batosta che vale come lezione"
La prima giornata di gare non regala altre soddisfazioni al resto della truppa italiana del CT Antonio La Torre. Nessun altro azzurro riesce ad entrare in finale. Brucia molto l’eliminazione di Yeman Crippa nei 5000 metri. Il mezzofondista nato ad Adis Adeba, adottato da una famiglia italiana quando aveva 7 anni e cresciuto a Trento, non riesce a trovare la freschezza per cambiare passo negli ultimi due giri e mezzo, chiude undicesimo (poi decimo per la squalifica di Jakob Ingebritsen) e quindi fuori dai giochi. "Gli altri hanno cambiato ritmo e io sono rimasto fermo al palo. Sognavo la finale al mio primo Mondiale, ma per riuscire a stare vicino a questi… bisogna lavorare ancora un sacco". Il 13”29”08 del 22enne allievo di Massimo Pegoretti non è nemmeno lontano parente del primato personale (13’07”84) realizzato lo scorso 20 luglio nella tappa della Diamond League di Londra. Allora era al settimo cielo, consapevole di essere vicinissimo al record del 1990 di un mito come Salvatore Antibo (13’05”59). E’ deluso, sperava di migliorarsi, di scendere addirittura sotto i 13’ nella gara che più ama. La sua autocritica è cruda e sincera, accampare scuse non rientra nel Dna di Yeman. "Mi merito di non entrare in finale. Oggi ho preso una batosta che vale come lezione, devo impegnarmi ancora di più, nessuno ti regala niente". Crippa ha una particolarità rara, le sue interviste meritano sempre di essere ascoltate, sia quando vince sia quando perde, per ciò che dice e per come lo dice. Una finale mondiale la disputerà comunque, tra qualche giorno, quella dei 10.000 metri (la finale è diretta), piccola consolazione per il 22enne che ha una fame smisurata di risultati.