Atletica, Tortu a Sky: "Ora il 9.99 me lo sento un po' stretto"

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In esclusiva, il primatista italiano sui 100 metri piani analizza la sua carriera fin qui, sempre accompagnata da un'unica convinzione: "Ogni volta che si scende in pista bisogna farlo per vincere"

Essere speciali, nella normalità. Filippo Tortu, primatista italiano nei 100 metri piani, si è raccontanto ai microfoni di Sky. E ha mostrato tutta la semplicità che un atleta, che eccelle a livello nazionale, può avere. "Ho sempre sentito dentro il desiderio di andare forte, di andare sotto i 10’’, fin da ragazzo. E mi sono accorto di essere stato visto come una sorpresa nei primi anni. Quando sono arrivato secondo al Mondiale è stata una sorpresa per tutti, ma da quanto lo avevo sognato a me sembrava scontato".

Un percorso, quello di Tortu, fatto anche di difficoltà, come quando si procurò  fratture esposte a tutte e due le braccia alle Olimpiadi di Pechino: "Non è stato semplice avere due braccia rotte. In Cina, dall’altra parte del mondo. Avevo bisogno di una mano per tutto, anche per fare la valigia, perché appunto sono dovuto tornare per operarmi. Quell’anno iniziavo la terza liceo, avevo cambiato scuola, per cui mi sono presentato con le braccia così (ride, ndr)".

Una caduta a cui sono seguite diverse rivincite. Come, per esempio, quella avuta nel 2016, ai mondiali junior, dove Filippo è riuscito ad arrivare secondo, rivaleggiando con americani e caraibici: "Sono arrivato non con il miglior accredito, l’obiettivo era una finale. Ma io avevo già la voglia di vincere e di battere tutti. Sono arrivato secondo, è stato un grosso risultato che mi ha lasciato però l’amaro in bocca. Ero consapevole fosse un buon risultato, ma volevo qualcosa in più. Da lì ho capito che potevo giocarmela con chiunque. Se parti sconfitto non c’è modo di battere gli altri. Tutt’ora mi alleno per dare sempre il mio meglio".

 

Lo speciale "Pronti, partenza, Tortu", una lunga intervista esclusiva di Nicola Roggero, è in onda su Sky Sport Arena e disponibile on demand.