Euroindoor, un Tamberi biondo platino vola in finale. Larissa e Jacobs non si nascondono
AtleticaAl via gli Europei Indoor di Atletica a Torun (Polonia). Subito in pedana Gianmarco Tamberi che nelle qualificazioni dell’alto salta 2.21 m. La Iapichino è fresca di patente, con un taglio di capelli ha pagato pegno come ogni matricola che si rispetti, non vede l’ora di gareggiare: “Sono qui per fare esperienza”. A Marcell Jacobs il ruolo di favorito nei 60 metri non pesa, alla velocità ha unito una nuova consapevolezza
Il nuovo Gimbo in versione biondo platino. Nell’anno della sua “magnifica ossessione”, così definisce l’appuntamento con le Olimpiadi di Tokyo, Gianmarco Tamberi è tornato protagonista in pedana grazie anche ad alcune rinunce scaramantiche. Si è lasciato alle spalle pure la tradizionale mezza-barba che lo ha reso un personaggio delle pedane ancor prima di conquistare i suoi titoli mondiali ed europei. Roba vecchia, il nuovo Tamberi non è più aggrappato al passato, non sfoggiava l’halfshave nemmeno due settimane fa agli Assoluti di Ancona quando ha saltato 2.35 metri, miglior misura mondiale dell’anno, il suo miglior salto negli ultimi quattro anni e mezzo cioè dall’ infortunio che a luglio 2016 gli negò il sogno dei Giochi di Rio. La voglia di stupire, e di stupirsi, non cambia ed ecco che, da capitano della nazionale italiana nonché primo azzurro a debuttare in questi Euro indoor, il 28enne di Ancona si presenta al via delle qualificazioni del salto in alto con i capelli ossigenatissimi. In scioltezza entra in gara a 2.16 metri, senza nemmeno togliersi i pantaloni della tuta supera pure al primo tentativo i 2.21 metri. Non gli occorre nemmeno salire ai 2.28, misura limite di ingresso perché i due primi salti gli bastano per accedere direttamente alla finale di domenica mattina insieme a Maksim Nedasekau, il 23enne bielorusso che fu argento agli Europei di Berlino 2018. Tamberi è il campione in carica, in virtù del 2.32 di Glasgow nel 2019, per difendere il titolo continentale indoor dovrà vedersela proprio con Nedasekau (salito a 2.34 in questa stagione indoor). Tutto come previsto, insomma. Gimbo lo sa ed è prontissimo.
Larissa: ”Il 6.91 non mi ha cambiato. Sono ancora una bimba in tante cose, pure timida, ma in pedana mi trasformo”
È serena, schietta e sciolta nel parlare ma altrettanto umile e riflessiva. Larissa divide la sua prima conferenza stampa (via Zoom, come impongono le restrizioni causa Covid) con Marcell: otto anni di differenza a dividerli, ad unirli l’amore per il salto in lungo (perché lui prima di essere un velocista rimane sempre nel cuore un lunghista). La Iapichino e Jacobs si candidano insieme ad essere i ragazzi del sabato sera. Se a Sanremo si canta e si balla, anche loro proveranno a fare lo stesso a Torun. Le finali del lungo femminile e dei 60 metri maschili sono entrambe rispettivamente alle 19.30 e alle 20.58 di sabato, prima però bisogna superare l’ostacolo delle qualificazioni. A due settimane dall’exploit di Ancona, il 6.91 che ha fatto impazzire di gioia l’Italia dell’atletica, record italiano eguagliato, record mondiale Under 20 e primato mondiale stagionale, è difficile definire la 18enne Larissa una semplice debuttante. Invece lo è, si è pure dovuta sottoporre al rito goliardico della matricola nel ritiro della nazionale, complice il Covid le è andata pure di lusso, come iniziazione le è stato imposto solo un minimo taglio di capelli. “Il 6.91 non mi ha cambiato la vita, sono consapevole sia stato un risultato pazzesco ma ho cercato di mantenere la mia normalità. Sono qui per fare esperienza, essere capolista mondiale stagionale non conta niente. Come mi dice spesso mamma (Fiona May) le starting list non contano nulla”, descrive lucidamente la sua vigilia europea l’atleta delle Fiamme Gialle. “E’ un anno particolare proprio perché è un anno olimpico e non tutte sono in formissima a questo punto della stagione perché stanno preparando Tokyo. Io vado in pedana con il solito entusiasmo, la considero la prova generale delle Olimpiadi”. Poche ore prima ha incrociato all’antidoping la principale rivale, la tedesca Malika Mihambo, “Ci siamo salutate e parlate giusto un po’. Lei è la campionessa del mondo, io stravedo per lei, è la mia preferita. Sarà un onore gareggiare con lei”, confida la Iapichino che dei 18 anni conserva ancora lo stupore e la timidezza. “Ma io sono ancora una bimba, in tante cose mi sento piccola, per esempio sono timidissima. E’ solo in pedana che riesco a tirare fuori la grinta e dimostro qualche anno di più. Diciamo che ho appena preso la patente e anche questo è un piccolo passo per entrare a far parte del mondo dei grandi”. A Torun è accompagnata dall’allenatore Gianni Cecconi mentre mamma Fiona e papà Gianni Iapichino sono rimasti a casa, consapevoli di lasciar fare alla figlia le proprie esperienze personali senza influenzarla. Larissa cucciola in mezzo alle leonesse, l’ha definita il DT dell’Italia Antonio La Torre, a lei la definizione piace molto, definisce la sua capacità di trasformarsi in un animale da gara. “Si, è vero. Questa è una mia caratteristica, ma questa volta è una esperienza diversa, sono sincera se dico che sarò contenta di fare la mia gara, mi importa i essere soddisfatta di me stessa”. Venerdì mattina alle ore 12.15 l’aspettano le qualificazioni del lungo, il vero battesimo tra le grandi d’Europa.
Jacobs: “Tanto lavoro tecnico ma anche con il mental coach, ora sono consapevole delle mie potenzialità”
Al suo fianco Marcell Jacobs sembra quasi coccolarla e ammirarla: “Non ho mai visto nessuno essere un debuttante e al tempo stesso essere numero uno al mondo stagionale. Lasciamola tranquilla, senza responsabilità e vedrete che farà grandi cose perché in pedana è un portento”. A 26 anni, già padre di famiglia e con molta esperienza internazionale sulle spalle, l’italiano nato in Texas e residente da tre anni a Roma, sbarca in Polonia con una responsabilità enorme: è uno dei favoriti, se non il favorito, nei 60 metri grazie ad un'ottima stagione indoor che lo ha visto avvicinarsi per cinque volte al record italiano (il 6”51 di Tumi stabilito nel 2013). Lo sprinter azzurro delle Fiamme Oro, allievo dell’ex oro mondiale nel salto triplo indoor Paolo Camossi, si presenta con un biglietto da visita di 6”53 ma soprattutto una nuova consapevolezza mentale. “Ho fatto un grande lavoro con il mio staff che comprende anche nutrizionista, fisioterapista e mental coach. Dal punto di vista tecnico sono migliorato, prima cercavo ampiezze nei primi appoggi di gara e perdevo velocità tra i 15 e 20 metri, ma la vera novità è proprio il grande lavoro fatto a livello psicologico. Fino allo scorso anno quando facevo un buon risultato pensavo fosse questione di fortuna, di vento a favore, di avversari non abbastanza forti, forse non mi sentivo mai all’altezza. Quando però capisci che i risultati dipendono soltanto dal tuo lavoro, dal tuo impegno, dalla somma delle delusioni e delle sconfitte, allora puoi passare allo step successivo. Adesso sono pienamente consapevole delle mie potenzialità”. Jacobs vivrà un sabato di pura adrenalina con ben tre turni di gara nei 60 metri, le batterie al mattino, le semifinali in orario pranzo (ore 13.50) e la finale in programma alle 20.58. Non sarà semplice riuscire a gestire tre diversi riscaldamenti, mantenere la concentrazione, tenere a bada la pressione. Sarà la prova della maturità per un atleta che ha fame di conquistare finalmente un risultato personale importante. Il nuovo Marcell Jacobs targato 2021 ha voglia di divertirsi e di non lasciare nulla per strada.