10 anni senza Pietro Mennea, il ricordo del grande campione
l'anniversarioAnche 10 anni dopo, sembra sempre oggi. I grandi campioni e le loro imprese non hanno data di scadenza. Per ricordare le imprese della leggenda dell'atletica azzurra, appuntamento con Storie di Matteo Marani “Mennea 1980, Pietrograd”, in onda oggi su Sky Sport Uno e disponibile on demand
Le emozioni dello sport vivono senza tempo, sembrano sempre oggi. Sembra oggi anche l’addio a Pietro Mennea, invece sono già dieci anni. Se ne andò nel primo giorno di primavera, in silenzio come in una carriera vissuta quasi da asceta a Formia, i ritmi della vita scandita dagli allenamenti, mostruosi per quantità e qualità. Non sgarrava mai, picchiettando sull’orologio se il professor Carlo Vittori si presentava con pochi minuti di ritardo, a tavola, per quasi vent’anni, solo acqua e neppure gassata.
I grandi campioni e le loro imprese non hanno date di scadenza
Ha vinto tutto, con la rabbia del ragazzo del sud che nella corsa trova il modo di ribellarsi. Sono negro dentro, spiegò a un Muhammed Alì incredulo che il primatista del mondo dei 200 fosse un bianco, e il 19.72 di Città del Messico è ancora record europeo 44 anni dopo. Ha inseguito gli avversari e li ha battuti tutti, il primo è stato Valery Borzov, l’ultimo Allan Wells, ripreso con una rimonta disperata per l’oro ai Giochi di Mosca, apice di una carriera che lo aveva visto bronzo olimpico a Monaco a 20 anni, poi ancora terzo al mondiale di Helsinki dove insieme a Stefano Tilli, Carlo Simionato e Pierfrancesco Pavoni si mise al collo l’argento, dietro solo agli Stati Uniti di Carl Lewis. Una vita dentro una corsia, ma con lo sguardo aperto sul mondo, curioso di tutto, lettore onnivoro, quattro lauree. Per questo, anche 10 anni dopo, sembra sempre oggi. I grandi campioni e le loro imprese non hanno data di scadenza.
"Mennea 1980, Pietrograd". La Storia di Matteo Marani,
Oggi, martedì 21 marzo, in occasione dell'anniversario della morte di Mennea verrà riproposto l'appuntamento con Storie di Matteo Marani dal titolo: “Mennea 1980, Pietrograd”. Appuntamento alle ore 14 e alle 23 su Sky Sport Uno, in streaming su NOW e disponibile on demand.
Una rimonta che entrò nella leggenda
Alle 20.15 del 28 luglio 1980, orario di Mosca, le 19.15 in Italia, alla terza curva dello stadio Lenin c’erano 23 gradi, un’umidità del 53% e un vento inferiore al metro al secondo. Ma c’era soprattutto un uomo che nei successivi dieci secondi avrebbe raggiunto la vittoria più celebre nell’intera storia dell’atletica leggera italiana, suggellando con l’oro olimpico una rincorsa partita da Barletta più di dieci anni prima.
Pietro Mennea uscì da settimo alla curva della finale dei 200 metri piani delle Olimpiadi di Mosca. La classe del campione lo spinse a insistere e a continuare laddove qualunque altro avrebbe smesso. Dall’ottava corsia, cui era stato costretto in partenza, cominciò una rimonta che entrò nella leggenda dello sport, e non solo Azzurra. Il suo non era il fisico dell’atleta baciato dalla grazia, bensì quello del lottatore risalito dalla povertà del Sud fino all’apice dello sport mondiale.
Appuntamento con “Storie di Matteo Marani” per raccontare l’impresa di un uomo, fatta di sudore, impegno, disciplina, sacrificio e anche una certa asprezza di carattere. Mennea non vinse per un dono divino, ma grazie alla tenacia umana, tutta e solo sua.