Gianmarco Tamberi ha parlato in occasione del premio Fair Play Menarini a Firenze. "Ero indeciso, la scelta era smettere o continuare per quattro anni", ha spiegato. Poi è cambiato tutto...
"Sarà un percorso molto lungo, difficile, ma per le Olimpiadi del 2028 a Los Angeles ne vale la pena", ha parlato così il campione olimpico di salto in alto Gianmarco Tamberi a margine dell'evento di Firenze. Tamberi ha raccontato di come la notizia dell'arrivo imminente della sua bambina lo ha spinto a continuare per preparare il grande evento in programma nel 2028. "Sono sincero, ho tremato più di voi perché la decisione di andare avanti è arrivata proprio all'ultimo, ero veramente indeciso su cosa fare. Ci ho pensato molto, non avrei continuato se fosse stato solo per un mondiale o solo per un europeo. La scelta era tra smettere o continuare per quattro anni. Quando Chiara mi ha detto che aspettavamo una bambina mi ha dato la forza di reagire, di andare avanti, di riprovarci, di far vedere che le difficoltà si affrontano".

Tamberi: "Stiamo cercando di capire le date della nascita per decidere quale gara fare e quale no"
Il grande evento, però, potrebbe sovrapporsi alla Diamond League in programma tra il 16 e il 22 agosto date in cui infatti potrebbe nascere la bambina. "Ci penso tutti i giorni, in realtà - ha detto - è un qualcosa che mi fa pensare molto perché non vorrei mai mancare quel giorno, il giorno della nascita della piccolina, e chiaramente sono dati importanti in previsione del mondiale. Stiamo cercando con Chiara, con la ginecologa, con tutte le persone che ci seguono se riusciamo in qualche modo a capire la finestra in cui potrebbe succedere, per decidere quale gara poter fare e quale no".
E sui Mondiali Tamberi dice: "Risposte positive, mi sto mettendo sotto"
"A Tokyo ci torneremo tra poco – ha detto Tamberi -, mi sto preparando proprio per il Mondiale. Mi sto mettendo sotto, le risposte sono positive. Sono stati dei mesi diversi, quelli di fine 2024, inizio 2025 in cui ho cercato più di risolvere dei problemi fisici che mi portavo dietro da anni per poter puntare a Los Angeles, però chiaramente adesso il Mondiale si avvicina, i tempi stringono e la voglia di far bene c'è". E sul premio Fair Play: "È un qualcosa a cui sono sempre stato molto legato: il rispetto delle regole, il rispetto degli avversari, dei nostri compagni, insomma riuscire ad andare oltre il raggiungere il nostro obiettivo, o perlomeno farlo ma con rispetto. Sono valori fondamentali. Penso che la mia carriera abbia raggiunto il culmine nel momento in cui a Tokyo abbiamo deciso con Barshim di condividere quell'oro: penso che sia stato veramente un momento esemplare di fair play tra noi, e un momento che ricordo indubbiamente con tanta emozione. Cercherò di trasmettere questi valori a mia figlia".