Non perderti dirette, news e highlights
Arrow-link
Arrow-link

Mondiali atletica, Diaz: "Qui a Tokyo mi sento l'uomo da battere"

atletica

Andy Diaz, stella del salto triplo azzurro, si prepara a scendere in pista mercoledì 17 settembre per le qualificazioni ai Mondiali di atletica di Tokyo 2025: "Se mi sento l'uomo da battere? Si, i numeri parlano per me". In un'intervista all'Adnkronos, l'atleta ha ripercorso il suo percorso umano e sportivo: dalla fuga da Cuba dopo i Giochi di Tokyo all'approdo in Italia, fino alla rinascita sotto la guida di Fabrizio Donato

MONDIALI ATLETICA: LA GIORNATA LIVEMEDAGLIERE - LE MEDAGLIE AZZURRE

ascolta articolo

Mercoledì 17 settembre alle ore 12.05 locali, Andy Diaz farà il suo debutto ai Mondiali di atletica 2025 di Tokyo, nelle qualificazioni del salto triplo. L'azzurro, già medagliato olimpico e doppio campione europeo e mondiale indoor, è uno dei nomi più attesi della rassegna iridata. "Sto bene, mi sono allenato, siamo pronti. Se mi sento l'uomo da battere? Si, assolutamente. Non difendo un titolo, perché non ero ai Mondiali 2023, ma vado in pedana con la miglior misura dell'anno: 17,80 metri. I numeri parlano per me, e so che tutti guarderanno me". In un'intervista all'Adnkronos, si è raccontato senza filtri: tra sogni, sacrifici e la scelta di lasciare Cuba per iniziare una nuova vita in Italia.

"Lasciare Cuba il passo più difficile, ma volevo diventare campione"

Nato a L'Avana il 25 dicembre 1995, Diaz ha rappresentato Cuba fino al 2021. Proprio dopo i Giochi Olimpici di Tokyo, ha compiuto una scelta radicale: durante uno scalo in Spagna ha deciso di non fare ritorno in patria. "In valigia avevo solo un paio di scarpe chiodate e poco altro", racconta. A tendere la mano fu Fabrizio Donato, leggenda azzurra del triplo e oggi suo allenatore. "Lo contattai su Instagram, gli spiegai la situazione. Mi ospitò a Roma, mi accolse con la sua famiglia. Senza di lui non ce l'avrei fatta". Diaz ha chiesto asilo politico in Italia e, grazie ai suoi risultati sportivi, ha ottenuto la cittadinanza per meriti. Una svolta tanto sul piano personale quanto sportivo. "Allontanarmi da casa è stato il passo più difficile, ma avevo un obiettivo: emergere nell'atletica, diventare un campione. Per me, ma soprattutto per la mia famiglia. A Cuba la situazione è difficile, mancano le cose basilari. Avere un parente all'estero che può aiutare anche solo con il cibo può fare la differenza".

"Per mia madre ogni gara è un sogno che si realizza"

Dopo aver sistemato la sua posizione, è riuscito a far arrivare anche sua madre in Italia. "Due anni senza vederla sono stati duri. Ora viviamo vicini, a Roma, e mi segue ovunque può. Anche qui a Tokyo è con me. Per lei, come per me, ogni gara è un sogno che si realizza". Il resto della famiglia, rimasta a Cuba, lo sostiene a distanza: "Sento spesso mio padre, mia nonna, i cugini. Non posso ancora tornare, ma sto cercando un modo per riunire tutti".

"Il tifo azzurro mi ha fatto emozionare, è qualcosa che ti dà forza"

La svolta definitiva è arrivata nel 2024, alle Olimpiadi di Parigi: bronzo al debutto con la maglia azzurra. Poi l'oro agli Europei e quello ai Mondiali indoor. "Non mi piace perdere nemmeno a carte. Ho ancora dieci anni per far divertire chi mi segue. E penso di aver dimostrato che meritavo questa opportunità". Il pubblico italiano lo ha accolto a braccia aperte: "Alla Diamond League di Monaco, mentre mi preparavo sulla pedana del triplo, ho visto una curva tutta azzurra. Tifavano per me, gridavano il mio nome. Mi sono emozionato. Non me ne sono andato finché non ho firmato ogni autografo. Anche se non avevo vinto, mi dicevano che ero il più forte. Queste cose ti danno forza".

ALTRE NEWS