Leo Fabbri: “Tokyo 2025 la trasferta più bella della mia carriera”

‘Shibuya Crossing’, oltre 3000 persone al giorno attraversano le strisce pedonali del celebre incrocio stradale di Tokyo per filmarsi, condividerlo sui social e custodirne il ricordo una volta tornati a casa. A un getto di peso di distanza, in questi giorni ci si poteva imbattere in un pesista top 3 Mondo mentre faceva colazione dal kebabbaro, per poi cimentarsi nella ‘griddy dance’ per mandare giù il boccone. È l’azzurro Leonardo Fabbri, per gli amici Leo o “il Fabbrino”, reduce dal bronzo ai mondiali di atletica che si sono chiusi domenica 21 settembre nella capitale nipponica. Due metri di forza e simpatia, grande tifoso della Fiorentina, Leo a Tokyo si è confermato sul podio mondiale dopo l’argento di Budapest 2023. E il futuro è nelle sue mani. Leo-San, l’Italia dell’atletica si lascia alle spalle il Mondiale dei record: 7 medaglie tra cui il tuo bronzo nel peso. Cosa ricordi del tuo arrivo a Tokyo per questa edizione? "Sembra una vita fa: siamo partiti il 30 agosto e arrivati in Giappone il 31, quindi nel mio caso tredici giorni prima della gara. Anche se non è facile, in quelle due settimane cerchi di mantenere la stessa routine di quando sei a casa. Io mi sono portato da leggere sul kindle, ho fatto delle grandi partite a Fifa, poi abbiamo improvvisato un’asta del Fantacalcio con alcuni dei ragazzi della Nazionale". Un’asta del Fanta in ritiro? "Sì sì, ci stavamo annoiando e ci siamo detti: 'Facciamo un’asta del Fantacalcio'. E così in tre ore è nato il FantaTokyo, siamo in dieci: oltre a me Olivieri , Furlani, Tortu, Scotti, Sibilio, Bertelli, Luca Sito, Aceti e Bryan Lopez. Dopo due giornate sono primo a punteggio pieno! All’asta siamo stati rapidi anche perché io per velocizzare la cosa alzavo subito tutti gli attaccanti a 100… ed è così che mi sono ritrovato Hojlund in squadra. Ok, ha fatto subito gol alla prima, però contro la mia Fiorentina!" L’orologio di Tokyo è a +7 dall’Italia: l’impatto con il fuso orario com’è stato? "Ho abusato della melatonina i primi giorni, in aereo sono riuscito a dormire ed è stato buono perché siamo atterrati alle 10 del mattino di Tokyo, quindi già lì ho preso un po’ il ritmo" Dove alloggiavi? "Nel periodo iniziale siamo stati dieci giorni in ritiro a Tokorozawa, a un’ora circa da Tokyo, lo stesso posto in cui eravamo per le Olimpiadi 2021. Poi tre giorni prima della gara ci siamo ritrovati tutti a Shinagawa, al Prince Hotel, tutte le nazionali. Tipo un villaggio olimpico, con anche allenatori, fisioterapisti, dottori e tutto lo staff delle varie nazionali" Un Mondiale iniziato col botto per l’Italia: subito Palmisano, Battocletti e il tuo bronzo "Con Nadia praticamente in contemporanea: stavo facendo il quinto lancio e lei aveva appena finito la gara dei 10000 ed era lì a guardarmi. Bello!" Possiamo dire che per te Tokyo rappresentava un po’ una chance di rivincita? "Sì, rivincita per Tokyo 2021 ma soprattutto per Parigi, perché il ricordo di Parigi era più fresco e lì mi girò tutto male: quel primo lancio che era lunghissimo ma nullo di 1 cm mi fece gareggiare col nervosismo, poi quando stavo ritrovando la fiducia ci si mise la pioggia… Ecco, questa stagione altalenante io me la spiego per la delusione di Parigi, dove andavo per vincere o arrivare secondo dietro Crouser. Invece quel quinto posto mi portò tanta amarezza. Questa medaglia qui a Tokyo ci voleva, per riportare entusiasmo" Entusiasmo e continuità: è il tuo secondo podio mondiale consecutivo, dopo l’argento di Budapest "Sì, questa è una cosa che mi riempie d’orgoglio. Mi motiva tanto sapere che sto gareggiando nella stessa epoca del lanciatore più forte di tutti i tempi, ma allo stesso tempo sono l’unico insieme a Kovacs in grado di batterlo. Ai mondiali di Budapest vinsi l’argento e lì era il massimo che potessi fare. In quell’occasione feci il mio record ma Crouser mi diede un metro e mezzo… e un metro e mezzo nel peso è un altro sport. Adesso invece a Tokyo arrivando terzo so che potevo vincere" La misura del tuo lancio di bronzo mondiale è un metro meno rispetto al tuo personale . L’uomo della strada penserebbe che non eri in forma, invece? "Purtroppo non c’è tanta cultura nel lancio del peso. Magari adesso se ne parla un po’ di più ma è una specialità di cui si sa poco: è un gesto che dura 1 secondo e due decimi, e in questo intervallo di tempo devi passare per certe posizioni, avere certi dinamismi e ti assicuro che anche un millesimo di secondo ti fa perdere mezzo metro. Io sono arrivato a questo Mondiale che sapevo che potevo fare 23.50 ma anche 21 metri. Ma il mio è un gesto molto complicato" Perché? "Nel lancio del peso ci sono due tipi di lanciatori: c’è quello forte, che va in palestra e tira su tutta la palestra, e poi ci sono io che di panca faccio 180 chili, che può sembrare tanto ma Crouser fa 350, Kovacs 355… quindi un gesto come il mio basato sull’esplosività e sulla tecnica è un gesto che mi espone a una grande quantità di piccoli errori. Sicuramente c’è anche un aspetto mentale in cui devo migliorare, perché quando c’è un po’ più di pressione il peso lo sento un po’ più pesante, mentre quando sono rilassato arrivo in pedana e mi sembra di avere in mano una pallina da tennis. Su questo ci sto lavorando" A Tokyo hai sentito la pressione o pensi di averla gestita bene? "Tokyo mentalmente è stata una bella gara, non era facile perché la qualifica al mattino significa che ti svegli alle sei e stai due ore in pedana, torni in hotel con tutti gli spostamenti che in una città come Tokyo si fanno sentire, quindi un atleta come me che non basa tutto sulla forza è penalizzato perché le gambe si stancano un po’ di più e non riesci a essere veloce. Infatti io il lancio da 21.90 l’ho sentito come un lancio da 22.80. Per me quello tecnicamente era un lancio pazzesco, ho urlato un casino… ma non avevo la freschezza che avevo al mattino" Lavorare sulla forza bruta avrebbe senso? "Questa è una cosa su cui c’è da pensare, anche perché adesso ho 28 anni, quindi ancora sono giovane, ma vedo che tutti gli atleti over 30 puntano sulla forza: Kovacs e Crouser hanno 36 e quasi 33 anni. Può aver senso perché la forza esplosiva invecchiando diminuisce, ma è una cosa che faremo gradualmente, un po’ per volta senza esagerare. Già quest’anno abbiamo provato un minimo a salire con la palestra soprattutto d’inverno ma io d’inverno ero imballatissimo. Mi sentivo più forte e allora pensando di lanciare con le braccia finiva che me lo tiravo sui piedi" L’inverno per te significa Sudafrica "Sì, partiamo a metà novembre e stiamo un mese, fino a Natale. Torniamo a casa per Natale e ripartiamo tutto gennaio, facciamo la stagione indoor, riposiamo dieci giorni e ripartiamo fine marzo-inizio aprile" Ora ti aspetta un po’ di meritato riposo "Sì, adesso resto ancora una settimana in Giappone, poi tornerò a casa e mi allenerò un po’ per conto mio perché mi sento un po’ spaesato senza sudare" E cosa hai visto del Giappone? Avendo gareggiato a inizio Mondiali hai potuto fare un po’ il turista? "Sono stato a DisneySea con la mia ragazza, bellissimo: è a 20 minuti da Ginza che è il quartiere di Tokyo dove stiamo alloggiando adesso. Poi ho visitato templi, santuari… io mi reputo buddista ma non religiosamente. Pratico, faccio meditazione, sto leggendo tanti libri sul buddismo Zen. Sono stato con la mia famiglia a visitare un santuario che è di fianco al Monte Fuji, guidati da un ragazzo del posto che avevo già conosciuto ai tempi delle Olimpiadi. Questo santuario è in cima a un monte che ha una vista spettacolare del Monte Fuji" Quartiere preferito di Tokyo? "Shibuya, mi piace molto. È dove ho scoperto di essere un fenomeno a prendere i pupazzetti alle sale giochi, qua è pieno! Poi grande shopping, ho speso 800 euro in carte Pokémon…" Ma come 800 euro? Come nasce questa passione? "Da piccino le collezionavo, mia mamma infatti mi ha appena ricordato che a casa in garage abbiamo miliardi di carte Pokémon… Ma come, adesso me lo dice? Però non potevo non comprarle, i Pokémon sono nati in Giappone e mi piace l’idea della carta in giapponese. Poi qui sono a prezzi molto migliori di quelle che vendono in Italia. Mi piace troppo spacchettare, trovare una bella carta, un Charizard o un Pikachu raro, da investimento. Staremo a vedere cosa trovo…" La cosa che più ti piace del Giappone e in cosa invece dovrebbero migliorare "Mi piace il rispetto che hanno delle persone, l’educazione, non vedi mai nessuno che ti crei problemi. Io giro per il mondo e ci sono dei quartieri in cui hai un po’ paura, qua invece c’è un senso civico unico, file sempre ordinate… Ecco forse sono un po’ troppo impostati, se vuoi fare una minima cosa che esca dai loro schemi vanno nel panico. Questo è l’unico appunto che posso fargli" Cibo preferito? "Te ne dico tre: Tonkatsu, che è la cotoletta di maiale fritta giapponese. Gyoza, i ravioli, qua li fanno in una maniera pazzesca. E il ramen" Le pronunci benissimo! Conosci altre parole giapponesi? "Konichiwa , arigato , genkidesuka , oyasumi . Kyodai! Questa significa fratello, sì un po’ di parole le ho imparate, poi loro sono contentissimi se gli parli nella loro lingua. Mica come i francesi che fanno finta di non capire..." Quindi Giappone promosso a pieni voti mi par di capire "Questa è stata la trasferta più bella che ho fatto in carriera. Alle fine sono sette anni che giro, dal 2018… e se ripenso a Tokyo 2021 quella non fa testo come trasferta. Prima dei Giochi avevo tante aspettative ma si inanellarono tante cose negative che ho patito in maniera brutta. Ero rimasto senza sponsor per via del Covid, poi presi il Covid a gennaio e da lì mi andò tutto male" Andrea Dallavalle dopo la sua medaglia nel triplo ha detto che sono stati proprio i momenti brutti della sua carriera a dargli la benzina per il suo salto d’argento. Per te il ricordo delle cose andate male è d’aiuto prima di una gara? "Sicuramente ci sono delle cose che ti vengono in testa, io quando ci penso mi dico: 'Qua l’ultima volta è andata male, ora voglio dimostrare a me stesso che posso fare bene anche qua'. Invece quest’anno mi è successo il contrario: quando sono tornato a gareggiare in posti in cui in passato avevo fatto bene, mi è andata male. Mi è successo in Olanda, in Cina, a Budapest, in Svezia. Tornavo con bei ricordi ed è stato un disastro. Devo imparare a vivere nel presente, come insegna il buddismo" La prestazione che ti ha colpito di più degli italiani? "Mattia mi ha gasato tantissimo, ma anche 'Dalla' come ci ha fatto godere con quell’ultimo salto. Difficile fare un solo nome, voglio un sacco bene a tutti, Nadia, Iliass… di Iliass son contentissimo, abbiamo lo stesso mental coach, Stefano Tavoletti, e dopo la mia qualifica è venuto in camera a farmi un in bocca al lupo dicendomi che saremmo andati tutti e due a medaglia. Abbiamo preso tutti e due un bronzo, poi nella maratona non è facile" Degli stranieri cosa ci dici? "Son contento per i 100 che ha vinto Seville. Anche perché con Lyles c’è un aneddoto di quando eravamo in call room e lo sento dire a Crouser “Come on USA, one-two-three!”. Voleva tre medaglie americane nel peso, a me rodeva tantissimo, non esiste che non prendo medaglia e mi faccio battere da tre americani… allora guardando Thompson gli faccio “Come on Jamaica, one-two-three!”, quindi a Lyles non starò simpatico" E comunque poi l’argento nel peso è andato a un messicano... "Muñoz, in quasi tutta la stagione gli ho visto fare lanci in cui con 20 metri esultava come un matto, gli è venuto il lancio della vita come era venuto a me a Budapest. Quando sei a fare queste gare è anche bello che ci siano questi momenti qua, quindi sono contento per lui" Voi vi parlate tra un lancio e l’altro? "Sì, poi nel peso rispetto a tante altre discipline siamo sempre gli stessi. Vai a fare una Diamond League e siamo noi, vai a fare un Continental Tour e siamo noi, è difficile che spuntino nuovi nomi perché esplodi sempre più tardi nei lanci. Anche perché da under 18 lanci 5 kg, da U20 il 6 kg e da U23 il 7 kg. Si forma un gruppetto, è anche bello perché fai amicizia, in questo momento nel lancio del peso siamo in cinque ad essere tra i primi dieci della storia, tutti con tanta esperienza e tante cose da raccontare. Io son curiosissimo e mi piace sempre chiedere aneddoti agli altri" Passiamo alla tua passione per il calcio e per la Viola "La prima partita che andrò a vedere è Pisa-Fiorentina, speravo in un avvio di campionato un po’ più frizzante però anche l’anno scorso Palladino era partito malissimo e poi si è ritrovato. Mi aspetto una cosa simile, comunque la formazione è molto più forte rispetto alla scorsa stagione. Bisogna un po’ trovare la quadra e poi si inizia a godere un pochino, speriamo" Ti ho visto fare la ‘griddy dance’ a Shibuya: era un omaggio a Kean? "Kean contro Israele ha fatto dei gol bellissimi, l’ho vista da qua e mi sono esaltato. Adesso speriamo che continui a ‘griddare’ in campionato. Forza Viola!"

Cosa vedere:

Come vederlo:

Online con Sky:

Leo Fabbri: “Tokyo 2025 la trasferta più bella della mia carriera”

Valerio Spinella (Fayna)