Il 2025 ha regalato due mostri sacri dell'atletica. E ora il 2026 sarà più bello

La sintesi perfetta, in una parola sola, sarebbe 'McLauntis': un essere ben poco umano capace di affrontare con la leggerezza di Sydney McLaughlin il cosiddetto 'giro della morte' e poi, calzando sempre le ali ai piedi, levarsi da terra fin oltre i sei metri di altezza, come fa Armand Duplantis. È l’alieno a due facce – non a caso quelle dei vincitori dei World Athletics Awards assegnati a fine novembre – che rappresenta al meglio il 2025 dell’atletica. Due facce e uno stomaco, insaziabile. Perché in comune, Sydney e Armand hanno soprattutto la voglia di rimettersi sempre in gioco per migliorarsi, che poi è quella che nel gergo sportivo chiamiamo fame e che rende cannibali tutti i più grandi di sempre. Sydney raddoppia in vista di Los Angeles Per loro due parlano i record, quelli che elencati sulle pagine Wikipedia richiedono diversi scroll e che qui proviamo a sintetizzare. Sydney McLaughlin , ostacolista statunitense, 26 anni, detiene il primato del mondo sui 400 ostacoli con il tempo di 50’’37 , ma nell’ultimo anno ha deciso di dedicarsi al giro di pista senza barriere. Risultati? Identici. A settembre si è presentata ai Mondiali di Tokyo nella sua nuova specialità e si è portata a casa un altro oro, il suo primo nei 400m dopo anni di dominio sui 400hs , e ovviamente non l’ha fatto in modo banale. In finale – una finale che resterà tra le pagine più belle della storia dell’atletica per quel duello con l’oro olimpico di Parigi nei 400m, Marileidy Paulino – ha chiuso stampando il nuovo record dei campionati , seconda miglior prestazione di sempre a 18 centesimi da quel 47’’60 di Marita Koch che resiste da 40 anni. Per dare un’idea di cosa è stata la finale corsa a Tokyo, Paulino, argento, con il suo 47’’98 è diventata la terza all-time sulla distanza. McLaughlin ha chiuso il suo 2025 da imbattuta: quando c’era , ha vinto. La tendenza a 'risparmiarsi', che al contrario non sfiora nemmeno la sua rivale Femke Bol, potrebbe avere però un senso nell’anno del 'cambio di programma', che poi cambio non è, bensì 'integrazione'. Il sogno di Sydney, ma qui voliamo già alle Olimpiadi di Los Angeles 2028, è quello di fare la doppietta 400/400 ostacoli, tentando un doppio oro finora mai riuscito a nessuno. I tempi dicono che l’impresa non sarebbe impossibile, le tempistiche sì: la pubblicazione del calendario delle gare dei Giochi Olimpici ha evidenziato infatti la sovrapposizione della finale dei 400 paini e della semifinale dei 400 ostacoli, che il 20 luglio 2028 si terrebbero a poche ore di distanza l’una dall’altra. Ci aggrappiamo ancora al condizionale perché la speranza di un ravvedimento da parte dei grandi capi che prendono le decisioni esiste ancora: d’altra parte, è evidente che avere tra le mani un simile spot per l’atletica e scegliere di rinunciarvi consapevolmente sarebbe un autogol clamoroso. La serenità di essere il migliore al Mondo E poi c’è Mondo. Duplantis Armand, 'Mondo' per gli amici e un sacco di amici nel mondo del salto con l’asta, un’isola felice in cui tutti si vogliono bene e fanno il tifo per gli avversari, anche per quel cannibale di Duplantis che non lascia nemmeno le briciole. Come McLaughlin-Levrone, quando nel 2025 ha gareggiato, ha vinto. Come la sua collega non si accontenta e vuole sempre andare oltre, che nel suo caso corrisponde a più su. Per ora, più su di lui non ci è mai andato nessuno nella storia, record mondiale ri-ri-ri-riritoccato anche nel 2025. Solo nell’ultimo anno l’ha migliorato quattro volte, l’ultima il 15 settembre in occasione dei Mondiali di Tokyo, la vetrina perfetta . Un centimetro alla volta è salito fino a 6,30m e la scienza dice che per uno come lui c’è ancora margine . Un giorno, ne siamo certi, diventerà un verbo, di quelli che l’Oxford Dictionary inserisce ogni anno nel linguaggio comune. Duplantizzare, sinonimo di dominare qualcosa con la serenità di chi sa di essere il migliore, tanto da potersi permettere di migliorarsi un poco alla volta, dosando le forze e incrementando il conto in banca: pare che a botte di 100mila euro e sommandoci gli sponsor, nel 2025 abbia guadagnato sui 5 milioni di euro. Poi, quella pace interiore che emana solo a guardarlo contrasta con la fame di vincere di cui si diceva all’inizio. Tipi come lui o come McLaughlin-Levrone non ci stanno a perdere nemmeno alla tombolata di Natale. L'Italia del bello che deve ancora venire Ma nel 2025 dell’atletica c’è stata anche tanta Italia. A partire dalle sette medaglie ai Mondiali di Tokyo, nuovo record per l’Italia in una singola edizione. Un oro , tre argenti , tre bronzi . Se ci aggiungiamo i Diamantoni conquistati da Andy Diaz e Larissa Iapichino , vincitori della Diamond League 2025, altri due ori mondiali indoor a Nanchino e un oro europeo indoor a Apeldoorn , non ce ne voglia chi non balza ma ci siamo riscoperti popolo di grandi saltatori. Di Larissa Iapichino conserviamo il ricordo dell’abbraccio con mamma Fiona May dopo il titolo continentale vinto a marzo e la gioia dopo il 7.06 saltato al meeting di Palermo del 31 maggio . Di Mattia Furlani, 20 anni , abbiamo ancora negli occhi l’esultanza dopo il salto mondiale da 8.39, suo nuovo personale, il più giovane campione mondiale di sempre nella specialità, con mamma Khaty Seck, che è anche la sua allenatrice, che prova a tenerlo coi piedi per terra: “Mattì, rimetti il numero che rischi la sanzione!”, urlava a quello che già si era strappato il pettorale col nome e lo mostrava fiero al mondo. Il paradosso di chi allena i giovani saltatori: devono insegnargli a volare, ma tenendo i piedi per terra. Perché l’impressione è che il bello debba ancora venire. Stessa sensazione che dà Nadia Battocletti quando sale per due volte sullo stesso podio di una leggenda come Beatrice Chebet e con la dolcezza e il candore a cui ci ha abituato dica: “È battibile”.

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Il 2025 ha regalato due mostri sacri dell'atletica. E ora il 2026 sarà più bello

Vanni Spinella