19 settembre, una data, una storia: Emil Zatopek. Il nuovo podcast di Sky Sport
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Il 19 settembre 1922 nasceva a Koprivnice, in Moravia, Emil Zátopek, l'atleta ceco più famoso di tutti i tempi, 4 volte campione olimpico nella corsa di resistenza.
Ha battuto 18 record mondiali. È stato il primo atleta al mondo a correre i 10000 metri in meno di 29 minuti e i 20000 metri in meno di un'ora, ma soprattutto, è stato il primo e allo stesso tempo l'ultimo atleta a vincere tutte le gare di resistenza alle Olimpiadi, a Helsinki, nel 1952: oro nei 5000, 10000 e maratona. Mai nessuno come lui.
La locomotiva umana
Il suo stile era inconfondibile: testa gettata indietro, lingua fuori e respiro a sbuffo come quello di una locomotiva. Tutto nei suoi movimenti ricordava meccaniche dolorose e fuori controllo: quella corsa era quasi un'arte marziale per lui. Settimo figlio di un umile falegname, Zatopek dovette lottare per tutta la vita. All'età di quindici anni il padre lo mandò a lavorare come apprendista in un calzaturificio Bata, con un magro stipendio. Il suo destino suonò nel 1941, quando Bata decise di cercare un testimonial sportivo per le sue scarpe ed Emil fu obbligato a prendere parte a una gara a Zlin, a cui parteciparono i migliori podisti del Paese. Sebbene riluttante alla corsa, che non aveva mai praticato prima, chiuse sorprendentemente al secondo posto. Fu questo l’inizio della sua ascesa: sette anni dopo avrebbe conquistato l'oro nei 10.000 metri ai Giochi Olimpici di Londra.
Quando non ce la fai più, accelera
La base del suo successo fu portare l'allenamento a un nuovo livello, seguendo una semplice ricetta: “Ascolta te stesso, lascia che gli altri parlino e corri, con passione e serenità. E soprattutto: sii semplice in tutto ciò che fai”. Si è allenato in tutte le condizioni atmosferiche. I suoi metodi di preparazione - in particolare la corsa a intervalli - sono ancora oggi tra i più efficaci. Il fatto che corresse trenta o addirittura quaranta sprint di 400 metri al giorno con solo brevi pause di allenamento fa rabbrividire di ammirazione ancora oggi. Ha rivoluzionato il mondo dell’atletica: "Quando ho iniziato a correre, nessuno si allenava con me. Quando ho smesso, tutti si allenavano come me". Celebre per la sua determinazione a spingersi oltre i limiti del proprio corpo, il suo detto più famoso è: "Quando non ce la fai più, accelera!".
Marito e moglie, due medaglie in un'ora
Al culmine della sua carriera, Zatopek raccolse finalmente i frutti di quella fatica. Divenne tre volte campione olimpico a Helsinki nel 1952, dove trionfò sui 5.000 metri e sui 10.000 metri, ma quei Giochi registrarono probabilmente la sua prestazione più leggendaria nella maratona, che corse lì per la prima volta e nonostante questo, vinse comunque, sbaragliando i concorrenti. Quelle Olimpiadi però per Zatopek furono indimenticabili anche per un altro irripetibile avvenimento,
È il 24 luglio 1952. Sono passati quattro giorni dall’oro nei 10000. Emil sta gareggiando nei 5000. Mentre lui corre e sbuffa come una locomotiva verso il traguardo, Dana Ingrova, da qualche anno signora Zatopkova, è in camera di chiamata che si prepara a scendere in pedana. Tra poco dovrà competere nel giavellotto, ma il boato della folla la fa vacillare: mette fuori la testa e vede il suo Emil volare verso il secondo oro. Prima di prepararsi a lanciare fa in tempo anche ad abbracciarlo e vederlo premiare sul podio. Il tempo di siglare la storia. Dana chiuse quella sua gara da prima. I due coniugi vinsero ciascuno una medaglia d'oro a meno di un'ora di distanza uno dall’altro e lei fu la prima cecoslovacca a vincere un oro olimpico nell’atletica. Ma come era iniziata la loro straordinaria storia d’amore?
Ascoltatelo nel podcast che Giovanni Bruno ha firmato per Sky.
#SkyBuffaRacconta Rewind, Emil Zatopek, la locomotiva umana: disponibile on demand
Tanto ardimentoso nella corsa quanto audace nella vita, il suo indomito spirito politico e la sua fiera adesione al “Manifesto delle duemila parole”, preludio della profonda crisi tra Mosca e Praga, lo portarono a perdere qualsiasi privilegio sociale, ma Emil Zatopek rimase intransigente nel suo atteggiamento morale come nello sport. Quando nella Primavera di Praga del 1968 parlò fin troppo chiaramente a favore di un socialismo dal volto umano, la risposta nei suoi confronti non si fece attendere. Il suo coraggio e la sua sincerità lo esposero a molte ritorsioni. Fu espulso dal partito e dall'esercito e scomparve per anni, spedito come operaio nella miniera di uranio di Jachymov. Il suo nome fu rimosso dai libri di testo scolastici, lo stadio di Houstka, a lui intitolato in ricordo del record che nel 1952 aveva conquistato, fu ribattezzato. Neppure davanti a questo Zatopek chinò in avanti il capo. Sopportò tutte le rappresaglie con la stessa stoica tenacia che lo aveva distinto nelle arene ed è proprio questo il cuore del racconto per parole e immagini che troverete, disponibile on demand, in #SkyBuffaRacconta – Rewind. Parzialmente riabilitato a Monaco nel 1972, nel 1990 finalmente registrò con pacata soddisfazione il successo della Rivoluzione di velluto e la democratizzazione della Cecoslovacchia. Una vittoria tardiva, forse la più importante della sua vita, che si spense a Praga, dieci anni più tardi, nel 2000. Le sue ambizioni sportive furono sempre strettamente legate alle fortune sociali e politiche del suo Paese. È forse questo il motivo per cui, a più di vent'anni dalla sua morte, il mito della Locomotiva umana è ancora oggi così popolare è ha varcato confini e generazioni. Il suo coraggio e la sua franchezza costarono a Emil Zatopek i suoi privilegi, ma non l'amore di sua moglie Dana. Nata come lui in un giorno di settembre, il 19, cento anni fa.
Il nuovo podcast e Buffa Racconta: due appuntamenti da non perdere
- 19 SETTEMBRE-Una data, una storia: Emil Zatopek: Il podcast di Sky Sport disponibile su skysport.it e sulle migliori piattaforme.
- #SKYBUFFARACCONTA REWIND-Emil Zatopek, la locomotiva umana: la puntata disponibile on demand