Nessuno come lei. La Pellegrini, un grande esempio per tanti: si è sempre rialzata dalle proprie cadute. Anche stavolta ha dimostrato di avere tanta fame di vittorie. Una tenuta mentale che è il tratto distintivo di una campionessa
La risposta di una fuoriclasse. La risposta in primis a se stessa, alle lacrime olimpiche di Rio, alle avversarie vecchie ma pure nuove, giovanissime: prendete la canadese Ruck arrivata terza, classe 2000, ha 12 anni meno di Federica che però da 12 anni è sempre qui, padrona di casa dei 200. Fuoriclasse di longevità, dalla bambina che a 16 anni vinceva un argento olimpico ad Atene alla donna di 28 anni di oggi. In questi 12 anni molte avversarie si sono perse per strada, non hanno retto lo stress, Laure Manaudou, Allison Smith, Missy Franklin.
Caduta e risalita - Anche la Pellegrini è caduta, certo, si è fatta pure male tra problemi adolescenziali, panico, lutto e errori. Ma si è sempre rialzata, non a caso è l'Araba Fenice che risorge dalle ceneri, il tatuaggio (sul collo) alla quale è più affezionata. Da giorni siamo qui a chiederci se un neo campione del Mondo come Rosberg abbia fatto bene a ritirarsi. Nico e Fede, in comune comunque il coraggio. Il coraggio di dire: "basta, mi sono spremuto, ho dato tutto". Il coraggio invece di dire "io non mollo, ho ancora fame". E' questione di tenuta mentale. Con questo benedetto oro mondiale in vasca corta, l'unico che le mancava, con la ferocia con la quale ha azzannato la Hosszu, si chiude il cerchio di una carriera infinita.
200 stile, nessuno come lei - Nessuno come lei nella storia dei 200 stile. Paradossalmente adesso potrebbe pure salutarli per dedicarsi solo alla mezza distanza. Grazie al suo allenatore Matteo Giunta nell'ultimo anno si è scoperta più veloce che mai, i 100 sl la divertono, ha appena vinto anche l'argento mondiale nella staffetta 4x10 0sl con le azzurre (Erica Ferraioli, Silvia Di Pietro, Aglaia Pezzato) sempre a Windsor. Cambiano gli anni, cambieranno i metri, non cambia lei. Unica.
