Il nuotatore è tornato nel centro federale di Ostia e ha parlato dell'aggressione che, a inizio febbraio, lo ha costretto su una sedia a rotelle: "Inutile pensare ai miei aggressorri, hanno fatto qualcosa sensa senso. Preferisco guardare oltre. Grazie a tutti per l'affetto".
Manuel Bortuzzo guarda al futuro, con la forza che lo ha contraddistinto dal momento in cui si è ritrovato, paralizzato, in un letto di ospedale. Era la notte tra il 2 e il 3 febbraio quando la promessa del nuoto fu vittima di una sparatoria fuori da un locale de quartiere Axa, a Roma. Oggi Manuel si è presentato al polo natatorio di Ostia, il centro federale che frequentava, per un incontro con la stampa. Tanti sorrisi e manifestazioni d'affetto per il 19enne, che poi, in una conferenza, è tornato su quella maledetta notte e suoi suoi aggressori. "Incontrarli non servirebbe a niente - ha esordito Bortuzzo -. Se me li trovassi davanti, penso che mi metterei a ridere. Non ha senso quello che hanno fatto e non si tratta di perdonarli o meno". E poi ancora: "Quello che è successo è successo. Se ci ripenso fa male, per cui preferiesco guardare oltre".
"Contento di essere un esempio"
E l'oltre a cui si riferisce Manuel non può che essere l'acqua della piscina, dove è già tornato negli scorsi giorni postando le sue bracciate felici su Instagram con la cuffia dell'amico Detti. "Per ora faccio un quarto d'ora di nuoto libero, poi inizio ad allenare le varie parti del corpo. Vedremo in futuro con le gambe - ha proseguito l'atleta delle Fiamme Gialle -. Sono contento di essere un esempio positivo per tanti giovani, per me è difficile pensare di essere un eroe, ma se sono un punto di riferimento essendo me stesso è una bella cosa. Devo ringraziare i tanti che mi sono stati vicini. Non mi aspettavo tutto questo affetto, anche da parte di atleti di altri sport: la mia vicenda ha riunito lo sport in Italia", ha concluso Bortuzzo.