Assegnate le prime medaglie ai Mondiali di nuoto di Gwangju (Corea del Sud), nel nuoto di fondo e nei tuffi. Nessun podio per l'Italia, ma Acerenza alla prima 5 km di valore internazionale è soddisfatto: "Bella gara, ho lottato fino alla fine"
Sfuma per poco il podio azzurro nella prima gara che assegna medaglie ai Mondiali di Gwangju. Protagonista il nuoto di fondo con la 5 Km nella baia di Yeosu. Domenico Acerenza chiude al quinto posto, al suo debutto mondiale in acque libere. Il 24 enne di Potenza, compagno di allenamento di Paltrinieri e Detti al Centro Federale di Ostia, è protagonista di una prova comunque positiva sempre in lotta con il gruppo dei primi. Piove ma la temperatura dell'acqua è di 22°, condizioni perfette per una gara tra caimani. L'ungherese Kristof Rasovszky detta subito legge portandosi al comando, Acerenza risale posizioni e si porta al secondo posto al termine del secondo giro. Ad un chilometro dal traguardo Rasovszky scappa via per l'allungo finale che gli vale la vittoria (53'32"2), un oro mondiale da aggiungere all'oro europeo conquistato un anno fa a Glasgow.
Alle spalle dell'ungherese la volata del gruppo è feroce, scappa qualche gomitata di troppo ma questa è la legge del nuoto in acque libere. A farne le spese proprio l'azzurro che paga l'inesperienza (è alla sua terza 5 Km in carriera, la prima di valore internazionale). Il francese Logan Fontaine, campione del mondo in carica, riesce ad aggiudicarsi lo sprint per la medaglia d'argento. Terzo il canadese Eric Hedlin.
L'allievo di Stefano Morini deve accontentarsi del quinto posto. Con rammarico ma pure con soddisfazione: "Peccato, il podio era alla mia portata. E' stata una bella gara, ho lottato fino alla fine. Nell'imbuto finale mi sono troato stretto e ho preso un sacco di manate. Comunque sono contento, è la mia prima esperienza internazionale. Conto di rifarmi nella staffetta tra tre giorni". Domani scendono in acqua le donne nella 10 Km, gara che è specialità olimpica e mette in palio il pass per Tokyo 2020. Le prime dieci si qualificano direttamente per i Giochi Olimpici, il primo vero obiettivo di Rachele Bruni e Arianni Bridi a prescindere dalle medaglie.
Tuffi: Bertocchi settima
Elena Bertocchi non riesce a confermare lo splendido bronzo di due anni fa dal trampolino 1 metro, specialità che non rientra nel programma olimpico. La milanese allenata da Dario Scola non è al meglio, gli infortuni prima alla schiena e poi al tallone l'hanno condizionata nella preparazione a ridosso dell'appuntamento iridato. Resta incollata al gruppo delle migliori fino alla seconda rotazione grazie al doppio e mezzo carpiato (52.00 punti), ma deve dare addio alle speranze di podio dopo il doppio e mezzo indietro carpiato (46.00 punti). Negli ultimi due tuffi della sua finale è impensabile un suo recupero, che infatti non arriva. L'azzurra del Gruppo Sportivo dell'Esercito chiude al settimo posto (245.60). Medaglia d'oro ampiamente pronosticata e confermata per la cinese Chen Yiwen (285.45) davanti all'americana Sarah Bacon, argento (262.00). C'è gloria per l'atleta di casa Kim Suji (257,20): il suo bronzo è la prima medaglia mondiale per la Corea del Sud nella storia dei tuffi.
Niente podio azzurro nel sincro misto dalla piattaforma 10 metri, con in gara un uomo e una donna. L'occasione era ghiotta, considerando l'assenza di alcune superpotenze (Canada e Australia) e l'esiguo numero di coppia partecipanti, solamente otto. Maicol Verzotto e Noemi Batki chiudono al sesto posto (259.62) la serie di cinque tuffi della finale diretta. Dopo il primo tuffo, capofitto indietro (46.80 punti), l'altoatesino e la triestina salgono al terzo posto provissiorio dietro alla Cina e alla Russia. Il rendimento della coppia azzurra cala di tono con il rovesciato carpiato (43.80) e vengono scavalcati dalla Gran Bretagna. Gli ultimi due tuffi peccano di imprecisioni, il podio si allontana sempre più. L'oro va, nemmeno a dirlo, alla Cina (Lian Junije e Si Yajie, 346 punti) davanti alla Russia (Viktor Minibaev e Ekaterina Beliaeva, 311.28). Il Messico (Josè Balleza e Maria Jose Sanchez Moreno, 287.64) conquista il bronzo relagando la Gran Bretagna sotto il podio.
Delusione nel sincro maschile 3 metri con Giovanni Tocci e Lorenzo Marsaglia esclusi dalla finale. La coppia italiana chiude al diciassettesimo posto il turno di qualificazione, fuori dai primi dodici. Una gara condizionata da troppi errori, ben al di sotto del loro livello qualitativo che è molto superiore. Inutile girarci intorno, è una grande delusione per la coppia azzurra che punta a qualificarsi a Tokyo 2020 in questa specialità. Dovranno essere entrambi bravi a resettare il notevole rammarico in vista delle prove individuali: Tocci domani nella finale trampolino 1 metro dovrà difendere il bronzo conquistato a Budapest nel 2017. Giovedì 3 luglio saranno entrambi impegnati dal trampolino 3 metri, l’ingresso nei primi 10 garantisce il pass per l’Olimpiade.