Mondiali nuoto Gwangju: sotto il podio la 4x200 sl maschile. Ma che super staffetta!

Nuoto

Lia Capizzi

foto di Andrea Masini / deepbluemedia.eu

L’Italia della 4x200 stile libero uomini (Megli, Detti, Ballo, Di Cola) subisce la beffa della medaglia di legno dagli USA. Sotto il podio per appena 3 centesimi una delle più belle staffette azzurre di sempre. Dal rammarico alla consapevolezza di poter sognare il podio olimpico tra un anno a Tokyo

Una staffetta da applausi, di quelli da spellarsi le mani. Non è arrivata la medaglia, è vero. E fa pure male non salire sul podio per soli 3 centesimi. Poi però ci pensi e dici: ma gli Stati Uniti, terzi, hanno battuto gli azzurri di appena 3 centesimi? Si, di questo stiamo parlando: della potenza mondiale del nuoto contro la piccola Italia.  La 4x200 stile libero non è una staffetta qualsiasi, è il termometro di un intera nazione. La competitività della 4x200 indica la profondità del movimento natatorio, amava ripetere Alberto Castagnetti, guru del nuoto italiano scomparso prematuramente dieci anni fa. Come sta quindi il nuoto di casa nostra? Sta bene, molto bene. Tattica coraggiosa e pure rischiosa: i due leader azzurri schierati nelle prime due frazioni, i due esordienti in chiusura.

Parte Filippo Megli. Il 22enne di Firenze che studia Economia qui in Corea era arrivato con un personale di 1'46"96  e nella piscina di Gwangju si è galvanizzato stabilendo per due volte il nuovo record italiano dei 200 (1'45"67). Filippo, per tutti Pippo, non abbocca alla partenza a manetta dell'australiano Clyde Lewis (50"36 ai 100 metri), e aumenta la progressione negli ultimi 50 metri per chiudere in 1'45"86, ormai ha l'abbonamento a prestazioni  sotto 1'46". L'Italia è sesta ma i distacchi sono minimi. In seconda frazione è il turno di  Gabriele Detti. Il 25enne livornese è già salito sul podio in questo Mondiale, bronzo nei 400 stile, ma ha ancora in corpo tutta la rabbia che gli ha lasciato la prova sottotono negli 800. Si sente, giustamente, il leader del gruppo azzurro e vuole dare il massimo, fa addirittura troppo perchè chiude i primi 100 metri in 50"64, un Detti versione siluro che inevitabilmente cala negli ultimi 50 metri ma stampa comunque un crono di tutto rispetto: 1'45"30 con l'Italia in quinta posizione. In terza frazione la sorpresa che non ti aspetti: Stefano Ballo è il nome nuovo della nazionale, non è certo un ragazzino ma del resto ognuno ha i propri temi di esplosione. Il 27enne bolzanino che si allena a Caserta nelle batterie del mattino aveva già stupito con la terza frazione più veloce di tutte le nazionali (1'45"66). In finale si esalta ancor di più, guardingo nelle prime due vasche (51"43), si scatena negli ultimi 100. Chiude con un crono spettacolare (1'45"27) e porta l'Italia in terza posizione. Il livello è altissimo, in ultima frazione ci sono i pezzi da 90, Sun Yang per la Cina, James Guy per la Gran Bretagna, Mack Horton per gli australiani. Il CT dell'Italia Cesare Butini conferma la fiducia a Stefano di Cola nel delicato ruolo di anchor. Il più giovane dei moschettieri italiani, 21enne di San Benedetto del Tronto allenato dall'ex ranista Christian Galenda, non si fa intimidire, tiene il passo dei migliori (51"20 ai 100m) in piena lotta per il podio. L'Australia prende il largo trascinata da Mack Horton che timbra la miglior frazione lanciata dell'intera finale (1'44"85, meglio pure dell'odiato Sun Yang che chiude in 1'44"96  con la Cina al settimo posto). Dietro gli aussie (7'00"85) è una bagarre. La spunta la Russia (7'01"81) per l'argento e gli USA si prendono il bronzo beffando l'Italia per appena tre centesimi. Quando Townley Haas (7'01"98) mette la mano davanti a Di Cola (7'02"01) agli azzurri scappa l'imprecazione, giustificata ma con il passare dei minuti il rammarico lascia spazio all’ammirazione. Il crono lanciato di Cola (1'45"58) è da applausi, ma di cosa stiamo parlando? Di una nazionale che ha tirato fuori dal cilindro una staffetta meravigliosa, lasciandosi pure dietro la Gran Bretagna campione del mondo e d'Europa. Questo podio sfumato deve essere il punto di partenza. Perchè una 4x200sl così bella, pur senza medaglia al collo, era da anni che non la vedevamo. Polverizzato il record italiano dei Mondiali di Roma 2009 con i supercostumoni (7'03"48, Brembilla, Maglia, Belotti, Magnini). Nella storia del nuoto azzurro la 4x200sl è l'unica staffetta azzurra salita sul podio olimpico, prima ed unica volta ad Atene nel 2004 (Emiliano Brembilla Simone Cercato Filippo Magnini Massimiliano Rosolino). Ad un anno esatto dai Giochi di Tokyo si può fantasticare un secondo podio olimpico in entrambe le staffette maschili, perché c’è pure la 4x100sl che a Gwangju  ha chiuso al quarto posto. Era da Pechino 2008 (entrambe quarte le staffette maschili dello stile libero) che l'Italia non faceva così bene. A Claudio Rossetto (4x100sl) e a Stefano Franceschi (4x200sl) la Federazione ha affidato da tempo il progetto staffette, i primi frutti si stanno già vedendo e sono super positivi. Ci sono stati errori in questi quarti posti? Si, certo. Proprio da questi si deve ripartire, per migliorare e per osare di più. C’è un sogno olimpico che mai come oggi appare raggiungibile.

Quadarella e Panziera, tocca a voi

Nelle semifinali dei 200 dorso prestazione superlativa dell’americana Regan Smith che a 17 anni stampa un record del mondo impensabile (2’03”35). Margherita Panziera ottiene il terzo tempo di ingresso in finale (2'06"62). L’exploit della Smith ha cambiato il ruolo della Panziera. Adesso Margherita non è più la favorita, arrivata a Gwangju con la miglior prestazione mondiale stagionale (2’05”72). La 22enne veneta dell’Aniene paradossalmente potrebbe trarre un vantaggio da tutto ciò. Senza più pressioni e ansie, in finale sarà libera di nuotare come sa e come ancora non ha fatto vedere nella vasca mondiale.  La medaglia iridata è alla sua portata, vietato fallire. Pure Simona Quadarella punta al podio negli 800 stile. La neo regina mondiale dei 1500 entra in finale con il terzo crono (8'20"86). La statunitense Leah Smith - bronzo in carica – è la più veloce (8'17"23) davanti a Katie Ledecky (8’04”79) che è tornata in acqua dopo il virus che l’ha debilitata costringendola a saltare le finali dei 1500 e dei 200. Sarà una battaglia lunga 16 vasche, con cinque atlete a contendersi le prime tre posizioni. Fuori tutto il tuo veleno, Simona.

Quanti record del mondo

La giornata di gara di questo venerdì è caratterizzata da prestazioni monstre. Detto del record del mondo della Smith nei 200 dorso, un’altra copertina la merita il fuoriclasse americano Caeleb Dressel che in semifinale nei 100 delfino spazza via il record di Michael Phelps del 2009  (48”92) con un impressionante 49”82. Bellissimo botta e risposta a distanza di 24 ore nei 200 rana maschili, tra le gare più belle di questi Mondiali. In semifinale l’australiano Matthew Wilson aveva stabilito a sorpresa il primato mondiale (2’06”67). In finale il russo Anton Chupkov vince per KO: medaglia d’oro e nuovo record del mondo in 2’06”12. A Wilson tocca l’argento di consolazione. Mamma che rana!